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“Ottobre”, la poesia di Cardarelli sull’autunno

“Ottobre” è una poesia di Vincenzo Cardarelli composta nel 1934 e che racconta la bellezza dell’autunno come stagione della maturità

Vincenzo Cardarelli scrive la poesia Ottobre nel 1934 per raccontare la bellezza della stagione autunnale che viene apprezzata in modo particolare nell’età della maturità.

Ottobre è componimento che fa parte della raccolta Opere complete (Milano, Meridiani Mondadori 1962)

Il tema è quello ricorrente nelle poesie di Cardarelli, ovvero lo scorrere del tempo e il senso che la vita passa, è destinata a finire.

Le stagioni, i mesi, ricorrenti nelle poesie di Vincenzo Cardarelli, scandiscono il cammino dell’uomo dalla nascita alla morte. Si muovono veloci e incalzanti come sembra accadere per la vita.

Ottobre di Vincenzo Cardarelli

Un tempo, era d’estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori,
che si destava la mia fantasia.
Inclino adesso all’autunno
dal colore che inebria,
amo la stanca stagione
che ha già vendemmiato.

Niente più mi somiglia,
nulla più mi consola,
di quest’aria che odora
di mosto e di vino,
di questo vecchio sole ottobrino
che splende sulla vigne saccheggiate.

Sole d’autunno inatteso,
che splendi come in un di là,
con tenera perdizione
e vagabonda felicità,
tu ci trovi fiaccati,
vòlti al peggio e la morte nell’anima.

Ecco perché ci piaci,
vago sole superstite
che non sai dirci addio,
tornando ogni mattina
come un nuovo miracolo,
tanto più bello quanto più t’inoltri
e sei lì per spirare.

E di queste incredibili giornate
vai componendo la tua stagione
ch’è tutta una dolcissima agonia.

La stagione della maturità

Abbiamo provato a dare una lettura positiva della poesia di Vicenzo Cardarelli.

In Ottobre l’autore spiega come l’autunno sia diventato una stagione ottimale e piacevole solo ora che lui ha raggiunto una certa età.

Prima, il periodo dell’anno prediletto era l’estate, la stagione calda e festosa, tipica della gioventù.

Un periodo in cui la lunghezza delle giornate illumina l’animo delle persone che hanno voglia di divertirsi, adesso invece, con una maggiore maturità e un’idea della vita diversa.

A ottobre la bellezza di alcune cose è inattesa, come il sole che ha perso calore durante il mese precedente e la sua luce che mette in mostra la bellezza dei suoi colori.

Ottobre è il mese che inebria con i suoi profumi e i suoi colori e dà il via alla stagione nuova.

È il mese in cui si prende coscienza del miracolo della vita. Solo con la maturità ci si rende conto di quanto le piccole cose che la natura ci offre siano importanti. 

Ogni nuovo sole che nasce è un giorno in più di vita, un vero miracolo. Allo stesso tempo, si vive nella coscienza che tutto è destinato a finire. 

Questo non può che condizionare anche l’esistenza. Da un lato, il dono della vita, dall’altra la disperazione della morte. La fine non è mai positiva, è amara, è triste. 

Cardarelli descrive questo stato d’animo come dolcissima agonia. Di fatto è la rappresentazione più concreta che racconta tutte le cose che finiscono, la vita, l’amicizia, l’amore, le relazioni, in genere.

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“E seguo nelle foglie e nei fiori che attorno a me giacciono/ Lezioni di amore e onesta pietà”.
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Vincenzo Cardarelli, la vita

Vincenzo Cardarelli (il vero nome è Nazareno Cardarelli) nasce a Corneto Tarquinia, un borgo della maremma laziale, nel 1887.

Consegue solo la licenza elementare ma poi continua gli studi come autodidatta.

Si trasferisce non ancora ventenne a Roma dove per mantenersi intraprende vari mestieri per dedicarsi infine al giornalismo professionale.

Collabora con varie testate, tra cui l’Avvenire, la Voce, la Ronda, di cui fu il fondatore insieme a Cecchi e Bacchelli. Ha un’esistenza inquieta, bohemienne e solitaria.

Vive per tutta la vita in condizioni economiche precarie, in camere d’affitto. Muore nel 1959.

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