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“Ondeggia, oceano”, la poesia di Lord Byron sulla grandezza della natura

"Ondeggia, Oceano nella tua cupa/ e azzurra immensità". Un meraviglioso inno alla grandezza della natura, alla sua potenza e alla sublime bellezza che ci regala ogni giorno: è questo e tanto altro la poesia di Lord Byron che oggi condividiamo con voi in occasione dell'anniversario della sua scomparsa.

“Ondeggia, oceano” è un componimento di Lord Byron tratto dal poema “Il pellegrinaggio del giovane Aroldo” pubblicato tra il 1812 e il 1818. Questa poesia è una dedica alla bellezza e alla grandezza dell’oceano. Scopriamola insieme!

“Ondeggia, oceano” di Lord Byron

“Ondeggia, Oceano nella tua cupa
e azzurra immensità
A migliaia le navi ti percorrono invano;
L’uomo traccia sulla terra i confini,
apportatori di sventure,
Ma il suo potere ha termine sulle coste,
Sulla distesa marina
I naufragi sono tutti opera tua,
è l’uomo da te vinto,
Simile ad una goccia di pioggia,
S’inabissa con un gorgoglio lamentoso,
Senza tomba, senza bara,
senza rintocco funebre, ignoto.

Sui tuoi lidi sorsero imperi,
contesi da tutti a te solo indifferenti
Che cosa resta di Assiria, Grecia, Roma,
Cartagine?
Bagnavi le loro terre quando erano libere
e potenti.
Poi vennero parecchi tiranni stranieri,
La loro rovina ridusse i regni in deserti;
Non così avvenne, per te, immortale e
mutevole solo nel gioco selvaggio delle onde;
Il tempo non lascia traccia
sulla tua fronte azzurra.

Come ti ha visto l’alba della Creazione,
così continui a essere mosso dal vento.
E io ti ho amato, Oceano,
e la gioia dei miei svaghi giovanili,
era di farmi trasportare dalle onde
come la tua schiuma;
fin da ragazzo mi sbizzarrivo con i tuoi flutti,
una vera delizia per me.

E se il mare freddo faceva paura agli altri,
a me dava gioia,
Perché ero come un figlio suo,
E mi fidavo delle sue onde, lontane e vicine,
E giuravo sul suo nome, come ora”.

La potenza dell’oceano

In “Ondeggia, oceano”, Lord Byron esprime tutto il suo amore per la natura, in particolare per il mare e per l’oceano, che vengono cantati proprio nel poema narrativo “Il pellegrinaggio del giovane Aroldo” da cui è tratto il componimento. “Il pellegrinaggio del giovane Aroldo” è un poema ispirato proprio ai viaggi compiuti per mare dal poeta. Byron, affascinato dalla natura selvaggia di questo elemento, riesce a dipingerne perfettamente tutti i dettagli, creando un appassionato quadro ricco delle caratteristiche romantiche della sua epoca.

“Come ti ha visto l’alba della Creazione,
così continui a essere mosso dal vento.
E io ti ho amato, Oceano,
e la gioia dei miei svaghi giovanili,
era di farmi trasportare dalle onde
come la tua schiuma”.

Ma l’oceano non è solo bello in quanto universalmente noto come metafora dell’immensità del creato e della forza della natura. In “Ondeggia, oceano”, Lord Byron canta l’amore e l’attrazione che prova per il mare e le sue forze misteriose:

“E se il mare freddo faceva paura agli altri,
a me dava gioia,
Perché ero come un figlio suo,
E mi fidavo delle sue onde, lontane e vicine,
E giuravo sul suo nome, come ora”.

George Gordon Byron

George Gordon Noel Byron, meglio conosciuto come Lord Byron, nasce a Londra il 22 gennaio 1788 da un’illustre famiglia di origine normanna per parte di padre, e imparentata con Giacomo I di Scozia per parte di madre. Il piccolo George, affetto da una malformazione del tendine d’Achille, è zoppo sin dalla nascita.

Trascorre i primi anni di vita ad Aberdeen, in Scozia, vivendo un’infanzia per niente felice: il padre, fuggito in Francia a causa dei grossi debiti contratti in Gran Bretagna, muore nel 1791 forse suicida. È in questi anni che in George Byron nasce l’amore smisurato nei confronti della selvaggia terra scozzese, con i suoi paesaggi mozzafiato e solitari.

George Byron diventa Lord Byron nel 1798, quando il prozio muore e lui ne eredita il titolo. Adesso, George è il sesto barone Byron di Rochdale, e può non solo disporre di cospicui beni, ma anche ambire ad un’educazione adeguata al titolo che porta. Il giovane si trasferisce immediatamente in una delle proprietà ereditate dal prozio: l’abbazia di Newstead, splendida ma ormai trascurata e fatiscente. Per Lord Byron, comincia una nuova vita.

Nel 1809 rispetta le usanze tipiche dell’alta società intraprendendo il Grand Tour, e al suo ritorno pubblica i primi due canti di “Childe Harold’s Pilgrimage”, ottenendo un incredibile successo. Celebre, nobile e colto, Lord Byron vive di eccessi sfrenati, ha popolarità con le donne, e le relazioni che intraprende sono innumerevoli: ragazzine, donne sposate, fanciulle speranzose…

Si sposa pure, una volta, ma il matrimonio non è destinato a durare.Fra viaggi, relazioni sentimentali e amicizie fra cui spiccano i nomi di Madame de Staël, Percy Bysshe Shelley e di sua moglie Mary, Lord Byron continua a scrivere poemi e short poems, divenendo uno dei massimi esponenti del secondo Romanticismo inglese. Lord Byron muore in Grecia, a causa di febbri reumatiche, nel 1824. Vi si era recato l’anno precedente per allontanarsi dai moti politici che interessavano il Regno Unito.

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