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“Non andartene”, la poesia da dedicare a chi vogliamo avere accanto nell’anno che verrà

Il 2023 volge al termine ed è tempo di bilanci. "Non andartene", scritta da Mario Luzi, è una poesia perfetta da dedicare alle persone che vogliamo vicino nella nostra vita anche nell'anno che verrà.

“Non andartene”.

Quante volte avremmo voluto sussurrarlo, dirlo o gridarlo alla persona che amiamo? Quante volte abbiamo ripensato a quella preziosa occasione mancata, quel momento in cui il nostro mondo si è fermato, in bilico fra il detto e il non detto, il possibile e l’impossibile?

A volte, o forse quasi sempre, quel “Non andartene” rimane sospeso a vagare in un limbo di pensieri e immaginazioni che non ci danno scampo.

I versi che stiamo per leggere parlano di tutto questo. Li dedichiamo a chi, innamorato, vorrebbe urlare al mondo la forza del suo sentimento, ma anche la paura che tutto svanisca in un attimo.

“Non andartene” è una poesia per chi vogliamo mantenere vicino a noi. Mario Luzi, poeta, drammaturgo, critico, giornalista italiano di grande rilievo, in questo componimento racconta i segni d’amore che spesso ci portiamo sempre dietro. Quegli amori che non vorremmo mai vedere andare via.

Come se fosse una preghiera, Luzi parla della vita senza quell’amore, della mancanza che, tagliente come una lama affilata, diventa presenza. E così, sinceramente e con dolore, non può che chiedere alla sua amata: “non andartene”.

“Non andartene”

Non andartene,
non lasciare
l’eclisse di te
nella mia stanza.

Chi ti cerca è il sole,
non ha pietà della tua assenza
il sole, ti trova anche nei luoghi
casuali
dove sei passata,
nei posti che hai lasciato
e in quelli dove sei
inavvertitamente andata
brucia
ed equipara
al nulla tutta quanta
la tua fervida giornata.

Eppure è stata,
è stata,
nessuna ora
sua è vanificata.

Chi vogliamo vicino

Quando gli amori sono potenti, grandi, quasi ingombranti, ci sembra che la vita si illumini grazie a loro. L’amore di cui parla Mario Luzi è così. Capace di cambiare persino la realtà circostante.

Il problema è che, quando quell’amore se ne va, persino la nostra visione delle cose cambia e la realtà sembra spegnersi. Tutto si fa buio. “Non lasciare l’eclisse di te nella mia stanza’’, scrive il poeta. Come se quell’amore che se ne va fosse in grado di oscurare le ore, le stanze, la vita nella sua interezza.

Mario Luzi continua, usando sempre l’immagine del sole, “Il sole ti trova anche nei luoghi casuali, dove sei passata”.

La donna, l’amata di Luzi, è paragonata a un oggetto ardente, che diventa luce e calore. Come una scia che lascia il segno, il tempo e i luoghi si dipingono di quella luce. Così, chiede il poeta, “non andartene”, perché il dolore della perdita di quella luce è troppo grande. E aggrapparsi alle ore del passato, con quell’amore potente, è l’unica cosa che rimane da fare.

Mario Luzi

Mario Luzi è stato un poeta, drammaturgo, critico letterario, traduttore e critico cinematografico italiano, insignito del titolo di Senatore a vita della Repubblica Italiana nel 2004, in occasione del suo novantesimo compleanno.

Nato a Castello il 20 ottobre 1914, trascorse l’infanzia a Firenze; tuttavia, presto si trasferì con la famiglia nel senese, dove intraprese i primi anni di studi e dove restò fino al 1929.

Rientrato a Firenze, vi compì gli studi liceali e universitari. Nel 1936 si laureò in letteratura francese. Terminati gli studi, l’autore di “Non andartene” intraprese la carriera di insegnante: dapprima a Parma, poi, dal 1941, a San Miniati.

Successivamente, e fino al 1943, lavorò a Roma presso la Sovrintendenza bibliografica. Si sposò ed ebbe un figlio.

Luzi si è spento nel 2005. È ricordato come uno degli epigoni dell’ermetismo.

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