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Italia di Giuseppe Ungaretti, la poesia sull’unità del Paese

In occasione del 17 marzo condividiamo "Italia" di Giuseppe Ungaretti, una poesia autobiografica che racconta l'esperienza della guerra ma anche l'amore per il paese.

In occasione della “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera” vogliamo condividere i versi di Italia di Giuseppe Ungaretti.

Giuseppe Ungaretti dedica un inno patriottico al Paese, ricordiamo che siamo in piena prima guerra mondiale, e il Paese è in lotta per liberare la Nazione dalla dominazione austriaca e celebrare la tanto attesa unità della nazione italiana. 

La poesia è la penultima della raccolta Porto Sepolto pubblicata nel 1916, che poi entrano a far parte di un’edizione più ampia che è Allegria di naufragi, viene pubblicata da Vallecchi nel 1919.

L’Italia viene celebrata da Giuseppe Ungaretti come preziosa, associata alla figura paterna la lotta per la difesa del Paese è l’unica cosa che crea conforto e pace.

Dovremmo riflettere riguardo ai versi di Ungaretti, perché oggi ci sono tantissime donne e uomini costretti a difendere la loro libertà e per avere la fortuna di avere una Costituzione come quella italiana. 

È tra quelle poesie dedicate alla nostra Penisola che vengono maggiormente celebrate in occasione dell’anniversario dell’Unità d’Italia, appunto il 17 marzo o della Festa della Repubblica (2 giugno). Leggiamola insieme.

Italia di Giuseppe Ungaretti

Locvizza l’1 ottobre 1916

Sono un poeta
un grido unanime
sono un grumo di sogni

Sono un frutto
d’innumerevoli contrasti d’innesti
maturato in una serra

Ma il tuo popolo è portato
dalla stessa terra
che mi porta
Italia

E in questa uniforme
di tuo soldato
mi riposo
come fosse la culla
di mio padre.

Un inno all’unità del Paese

Italia è  l’omaggio di un giovane Ungaretti al suo Paese. Il poeta sta partecipando alla prima guerra mondiale, non a caso quando scrive la poesia è il 1916 e si trova a Locvizza, che oggi si chiama Locovec, una frazione del comune di Nova Gorica in Slovenia.

Giuseppe Ungaretti vuole raccontare l’amore, l’attaccamento al suo Paese, sta lottando per l’indipendenza dall’invasore.

Sono un poeta
un grido unanime
sono un grumo di sogni

Il poeta esordisce in prima persona, è lui il protagonista. È  Ungaretti che condivide con altri compatrioti la lotta per la libertà.

La guerra è terribile, crea sofferenza, morte solo attraverso un grido unito che cerca speranza per un futuro in cui possa finire la guerra e ritrovare l’unità del Pese.

Sono un frutto
d’innumerevoli contrasti d’innesti
maturato in una serra

Ungaretti si paragona ad un frutto innestato dall’esperienza vissuta in guerra insieme a tanti fratelli che uniti lottano in guerra per diventare migliori. 

Ma il tuo popolo è portato
dalla stessa terra
che mi porta
Italia

In questi versi Giuseppe Ungaretti suggella la fratellanza con l’intero popolo italiano. Una comune origine lega chi sta combattendo, sebbene siano nato ad Alessandria d’Egitto, e tutti insieme appartengono alla stessa madre terra. 

L’Italia diventa la madre di tutti coloro che stanno condividendo questa battaglia. Solo un amore paragonato a quello materno può giustificare la sofferenza vissuta in guerra. Il Paese merita amore e diventa la cosa più cara. 

Il senso di unione nazionale espresso dal poeta, dovrebbe diventare il manifesto di una giornata come il 17 marzo. Tutti nessuno escluso fanno parte di questa unità.

Le contrapposizioni che stiamo vivendo negli ultimi anni, questo scontro intestino di una Nazione letteralmente divisa in due, dovrebbe finire e lasciare spazio all’armonia di un popolo che merita di vivere meglio.

Giuseppe Ungaretti arriva da Alessandria d’Egitto e combatteva per il suo Paese. Oggi tantissimi italiani hanno un’origine che non è quella della Penisola. Ma, hanno scelto di voler essere italiani e come tale vanno trattati, qualsiasi sia il colore della pelle, il credo religioso, la cultura di appartenenza.

Sarebbe l’omaggio più grande alla giornata del 17 marzo e in genere al nostro Paese l’Italia che è uno stato libero, democratico, civile. 

E in questa uniforme
di tuo soldato
mi riposo
come fosse la culla
di mio padre.

Nell’ultima strofa della poesia c’è l’omaggio più grande al Paese. La divisa che il poeta indossa, la sua uniforme di soldato italiano, lo rende parte di una vera squadra. Ungaretti esprime i propri sentimenti d’identità nazionale.  

Tutti coloro che indossano quell’uniforme condividono qualcosa di più grande: la fratellanza nazionale. Non bisogna avere timore a parlare di queste cose.

Sentirsi parte di una comune appartenenza non ha connotazioni politiche. 

Ungaretti esprime questo amore, questa appartenenza sottolineando che il Paese tricolore è riuscito addirittura a colmare la mancata protezione paterna, ricordiamoci che Ungaretti perde il padre all’età di 2 anni.

Il poeta celebra le sue origini italiane, malgrado sia nato in Egitto, ma essendo i suoi genitori italiani, l’Italia diventa a tutti gli effetti sua Madre e suo Padre.

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