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“Teniamo vivo il Natale”: La poesia di Henry Van Dyke sul vero spirito natalizio

Henry Van Dyke in questa sua poesia descrive quello che è il vero spirito natalizio. Uno spirito di amore, perdono, sensibilità, che non vale solo nel mese di Dicembre, ma per tutto l’anno.

Teniamo vivo il Natale di Henry Van Dyke è una poesia da condividere, da insegnare ai bambini e da far ripetere agli adulti perché ci dona la vera essenza di cosa significa il Natale. 

Il Natale è una festa magica fatta di luci, di regali, di spese, di auguri. Tanti buoni propositi avvengono in occasione del Natele.

Ma, come afferma Henry Van Dyke nella sua poesia sarebbe più giusto che il Natale durasse tutto l’anno.

Tutti dovremmo abbracciare il vero spirito natalizio, che è la nascita di un messaggio d’amore, di pace, di amicizia, di unione, di sentimenti positivi. In nome di questo messaggio dovremmo tutti cambiare e dimostrarci migliori.

Siamo circondati, purtroppo, da sentimenti, emanazioni, atteggiamenti, comportamenti che poco hanno a che fare con il vero spirito natalizio. 

Il mondo è in guerra, la violenza fisica e verbale regna sovrana. Gli insulti, l’odio, le cattiverie sono sotto gli occhi di tutti. Che senso ha parlare di Natale se poi ci comportiamo così. 

Per Tenere vivo il Natale dovremmo fare tutti un bagno di umiltà, di riflessione.

Solo se ci comporteremo seguendo i dettami dell’amore vero, presenti nel simbolismo della nascita, potremo salvare noi, la nostra vita, le persone che vogliamo bene e il Mondo che ci ospita. 

Non dimentichiamolo!

Teniamo vivo il Natale di Henry Van Dyke

C’è una cosa migliore del rito del giorno di Natale, ovvero tenere vivo il Natale.

Siete disposti a…
a dimenticare ciò che avete fatto per gli altri e a ricordare ciò che gli altri hanno fatto per voi;
a ignorare ciò che il mondo vi deve e a pensare a ciò che voi dovete al mondo;
di mettere i vostri diritti sullo sfondo, i vostri doveri a metà strada e le vostre possibilità di fare un po’ più del vostro dovere in primo piano;
vedere che gli uomini e le donne sono reali proprio come voi e cercare di guardare dietro i loro volti fino ai loro cuori, affamati di gioia;
riconoscere che probabilmente l’unica buona ragione della vostra esistenza non è quello che otterrete dalla vita, ma quello che darete alla vita;
chiudere il vostro libro di lamentele contro la gestione dell’universo e cercare intorno a voi un posto dove poter seminare qualche seme di felicità.
Siete disposti a fare queste cose anche solo per un giorno? Allora potete tenere al Natale.

Siete disposti a…
ad abbassarvi e considerare i bisogni e i desideri dei bambini piccoli;
a ricordare la debolezza e la solitudine delle persone che invecchiano;
a smettere di chiedervi quanto vi amano i vostri amici e a chiedervi se li amate abbastanza;
tenere a mente le cose che gli altri devono sopportare nel loro cuore;
cercare di capire cosa vogliono veramente coloro che vivono nella stessa casa con voi, senza aspettare che ve lo dicano;
di regolare la vostra lampada in modo che faccia più luce e meno fumo, e di portarla davanti a voi in modo che la vostra ombra cada dietro di voi;
fare una tomba per i vostri brutti pensieri e un giardino per i vostri sentimenti gentili, con il cancello aperto…
Siete disposti a fare queste cose, anche solo per un giorno? Allora potete tenere al Natale.

Siete disposti a…
a credere che l’amore sia la cosa più forte del mondo…
più forte dell’odio, più forte del male, più forte della morte -.
e che la vita benedetta iniziata a Betlemme novecento anni fa sia l’immagine e la luminosità dell’Amore eterno?
Allora potete tenere il Natale.
E se potete tenere vivo per un giorno, perché non sempre?
Ma non potrete mai conservarlo da soli.

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Keeping Christmas by Henry Van Dyke

There is a better thing than the observance of Christmas day, and that is, keeping Christmas.

Are you willing…
to forget what you have done for other people, and to remember what other people have done for you;
to ignore what the world owes you, and to think what you owe the world;
to put your rights in the background, and your duties in the middle distance, and your chances to do a little more than your duty in the foreground;
to see that men and women are just as real as you are, and try to look behind their faces to their hearts, hungry for joy;
to own up to the fact that probably the only good reason for your existence is not what you are going to get out of life, but what you are going to give to life;
to close your book of complaints against the management of the universe, and look around you for a place where you can sow a few seeds of happiness.
Are you willing to do these things even for a day? Then you can keep Christmas.

Are you willing…
to stoop down and consider the needs and desires of little children;
to remember the weakness and loneliness of people growing old;
to stop asking how much your friends love you, and ask yourself whether you love them enough;
to bear in mind the things that other people have to bear in their hearts;
to try to understand what those who live in the same home with you really want, without waiting for them to tell you;
to trim your lamp so that it will give more light and less smoke, and to carry it in front so that your shadow will fall behind you;
to make a grave for your ugly thoughts, and a garden for your kindly feelings, with the gate open—
Are you willing to do these things, even for a day? Then you can keep Christmas.

Are you willing…
to believe that love is the strongest thing in the world—
stronger than hate, stronger than evil, stronger than death—
and that the blessed life which began in Bethlehem nineteen hundred years ago is the image and brightness of the Eternal Love?
Then you can keep Christmas.
And if you can keep it for a day, why not always?
But you can never keep it alone.

Il vero natale è per sempre

“C’è una cosa migliore del rito del giorno di Natale, ovvero tenere vivo il Natale.”

Henry Van Dyke non lascia spazio ad incomprensioni. Tenere vivo il Natale è l’unica cosa che conta. Il poeta, come in una sorta di preghiera rivolta all’umanità, afferma se si è disposti a tale impegno.

Nelle 3 strofe della poesia inizia infatti con la frase  “Siete disposti a…“. 

Evitare l’egoismo

Nella prima strofa emerge il monito ad abbandonare qualsiasi forma di egoismo. Bisogna saper essere rivolti agli altri.

Bisogna imparare a non chiudersi dentro i propri bisogni e convinzioni e capire che solo offrendo sé stessi al prossimo si potrà quell’armonia che il Natale tende a rappresentare.

È fondamentale l’apertura nei confronti del mondo. Tutto ha un equilibrio, siamo noi che  gestiamo i fili del gioco con i nostri atteggiamenti, con le nostre azioni.

Serve Rispetto e Tolleranza

Nella seconda strofa il rispetto e la tolleranza diventano protagonisti. Bisogna imparare a comprendere gli altri. 

Dobbiamo essere pronti a saper fare un basso indietro, ad accettare che gli altri. È importante eliminare ogni forma di negatività dai nostri pensieri ed emozioni. È necessario

fare una tomba per i vostri brutti pensieri e un giardino per i vostri sentimenti gentili, con il cancello aperto…

Credere sempre

Nella terza e ultima strofa emerge il principio del credere, che poi sta alla base di qualsiasi principio di fede religiosa, filosofica, morale, esistenziale. 

Solo credendo veramente nel verbo e nel principio della Nascita di Gesù, cristiani e non, allora lo spirito di questa magica festa vivrà per sempre.

Se ci pesiamo tutti gli insegnamenti del vero Cristianesimo coincidono con ciò che afferma Henry Van Dyke.

Chi è Henry Van Dyke

Henry Van Dyke è stato uno scrittore, educatore ed ecclesiastico americano, noto per le sue opere che comprendono racconti, poesie e saggi.

Credeva nella simpatia per l’uomo, nel favorire la compagnia con la natura e nel promuovere una visione riverente della vita.

Fu uno scrittore influente e contribuì in vari altri campi, come la religione, la letteratura, l’istruzione, la diplomazia, il servizio pubblico e la natura.

Il suo amore per l’aria aperta divenne parte del suo cristianesimo e in seguito si trasformò in un conversatore, parlando a favore della conservazione della natura.

La sua duplice fede nella natura e nella religione influenzò la sua critica letteraria e gli altri suoi scritti.

Tra le sue opere più importanti ricordiamo “La poesia di Tennyson” (1889), “L’altro saggio” (1896) e “Il primo albero di Natale” (1897).

Il racconto di Artaban

Nel suo libro “La storia dell’altro saggio”, Henry Van Dyke introdusse Artaban e i Re Magi diventarono quattro.

Questa storia spiegava come Artaban avesse venduto tutti i suoi averi per portare al Bambino Gesù appena nato tre gioielli preziosi: uno zaffiro, un rubino e una “perla di grande pregio”.

Ma sulla strada per incontrare Gesù Bambino, incontrò persone che avevano bisogno del suo aiuto.

In questo modo, Artaban rimase senza gioielli preziosi da dare a Gesù Bambino. Alla fine della storia, Artaban si rese conto di aver aiutato Gesù aiutando quelle persone.

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