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Giornata Mondiale della Poesia, le 10 opere in versi più amate di sempre

Da ''L'infinito'' di Giacomo Leopardi a ''X agosto'' di Giovanni Pascoli, ecco la top ten delle poesie più conosciute e amate

Il 21 marzo dal 2000 si celebra anche la Giornata mondiale della poesia. Istituita dall’Unesco nel 1999, vuole essere un modo per ”riconoscere all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace”.

Perché si celebra il 21 marzo

La Giornata mondiale della poesia è stata istituita per celebrare una delle forme di espressione e identità culturale e linguistica più apprezzate e universale in assoluto: la poesia, capace di arrivare al cuore delle persone e di farci sentire tutti uniti a prescindere dalle differenze linguistiche.

"L'infinito" di Giacomo Leopardi ci spinge ad andare oltre i confini

“L’infinito” di Giacomo Leopardi ci spinge ad andare oltre i confini

Fra i testi più belli che siano mai stati scritti, L’infinito di Leopardi racconta quella sensazione straordinaria di perdersi nel mare dell’immaginazione

Giornata Mondiale della Poesia, le 10 opere in versi più amate di sempre

Per celebrare al meglio la Giornata Mondiale della Poesia, abbiamo pensato di proporvi le 10 poesie italiane più amate e lette di sempre. Da Dante a Leopardi, passando per Ungaretti, Pascoli e Carducci.

Tanti modi di intendere il testo in versi, di trasmettere sentimenti, emozioni, problematiche. Qual è la vostra preferita?

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Cos’è la Poesia: come nasce, perché è importante e qual è il suo simbolo

In occasione della Giornata mondiale della poesia, lo scrittore Dario Pisano ci racconta storie, aneddoti e curiosità legate all’arte della composizione in versi

L’Infinito, Giacomo Leopardi

Una delle poesie più conosciute di sempre, dove il poeta mette a confronto la condizione finita dell’uomo con l’universo infinito.

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

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Tanto gentile e tanto onesta pare, Dante Alighieri

Una, se non la, lirica d’amore per eccellenza.

Tanto gentil e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umilta’ vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi si’ piacente a chi la mira,
che da’ per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender non la puo’ chi no la prova;

e par che de la sua labbia si mova
uno spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.

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Scopri le migliori poesie d’amore più celebri, emozionanti, profonde di sempre. I più grandi autori mondiali protagonisti in una breve raccolta pensata per te.

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Soldati, Giuseppe Ungaretti

Poche parole per esprimere la guerra: la condizione dei soldati, che attendono di sapere se il nuovo giorno porterà vita o morte..

Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie

“Soldati” di Ungaretti, la precarietà delle foglie in autunno come metafora di vita

“Soldati” di Ungaretti, la precarietà delle foglie in autunno come metafora di vita

Le foglie che stanno aggrappate al ramo, consapevoli della loro imminente caduta. Ecco l’immagine di “Soldati”, la celebre poesia in cui Ungaretti ci regala una descrizione della precarietà della nostra vita.

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Ho sceso, dandoti il braccio, Eugenio Montale

L’amore davanti alla prova del tempo.

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Eugenio Montale, le poesie più belle

Eugenio Montale, le 10 poesie più belle

Eugenio Montale è uno dei più grandi poeti del Novecento italiano, vincitore di un premio Nobel per la letteratura. Ecco alcune tra le sue poesie più belle

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A Zacinto, Ugo Foscolo

Nostalgia per la patria perduta e parallelo tra il mondo contemporaneo e la classicità.

Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l’inclito verso di colui che l’acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.

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Se questo è un uomo, Primo Levi

Versi da ricordare in occasione della Giornata Mondiale della Poesia. La tragedia dell’olocausto messa in versi. Per non dimenticare mai.

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo,
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi:
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

"Shemà (Se questo è un uomo)", la poesia di Primo Levi per riflettere sulla Shoah

“Shemà (Se questo è un uomo)”, la poesia di Primo Levi per riflettere sulla Shoah

Se questo è un uomo è una poesia estratta dall’omonimo libro del 1947 di Primo Levi, una delle opere principali da rileggere in vista della giornata della memoria.

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La pioggia nel pineto, Gabriele D’Annunzio

Un acquazzone offre al poeta lo spunto per rivolgersi alla sua musa, Ermione.
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
[…].

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Il cinque maggio, Alessandro Manzoni

Versi da ricordare in occasione della Giornata Mondiale della Poesia. La poesia eroica e storica per eccellenza, incentrata sul personaggio eccezionale che è stato Napoleone Bonaparte.

Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all’ultima
ora dell’uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie’ mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
[…]

"Il cinque maggio", l’ode di Manzoni che celebra Napoleone Bonaparte

“Il cinque maggio”, l’ode di Manzoni che celebra Napoleone Bonaparte

In questa famosissima ode, il poeta e scrittore milanese ricorda la figura del grande generale francese, che da solo cambiò il volto dell’Europa

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San Martino, Giosuè Carducci

Versi da ricordare in occasione della Giornata Mondiale della Poesia. Una poesia che parla di cose quotidiane e conosciute, di odori e rumori familiari.

La nebbia agli irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor dei vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.

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X Agosto, Giovanni Pascoli

La morte accomuna il destino di animali e uomini. E il cielo d’agosto piange con il poeta la morte del padre.

San Lorenzo , io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto :
l’uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono ;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!

10 agosto, le lacrime di San Lorenzo nei versi di Giovanni Pascoli

10 agosto, le lacrime di San Lorenzo nei versi di Giovanni Pascoli

Il 10 agosto 1867 fu ucciso il padre di Giovanni Pascoli. In ricordo di quel giorno, il poeta scrisse la poesia “X agosto”

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