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“Felicità”, la poesia di Totò che ci fa riflettere sulla vita strappandoci una risata

"Felicità": oggi, in occasione della Giornata della risata leggiamo una delle poesie più note di Totò, per ricordarci di quanto sia profondo e a volte ineffabile il significato della vita.

Totò, pseudonimo di Antonio De Curtis, è noto come “il principe della risata”. Nelle sue opere ha sempre coniugato l’amore per la vita e il racconto del quotidiano all’ironia. Ecco perché oggi, in occasione della Giornata mondiale della risata, vogliamo condividere con voi una delle sue poesie.

Del poetare, attività che non tralasciò mai, Totò diceva: “non ho hobby, non vado a pescare e non raccolgo francobolli. In quanto a scrivere versi o canzoni, quello non è un hobby ma una necessità”. Sceneggiatore, autore teatrale, poeta e molto altro. Un artista a tutto tondo che ha riempito il nostro immaginario collettivo di immagini, battute e aneddoti. In questa poesia intitolata “Felicità”, scritta in dialetto, l’amarezza si mescola al riso, rendendo il componimento dell’artista Napoletano un vero gioiello.

La felicità sconosciuta di Totò

L’abilità di Totò è sempre stata quella di unire la risata, alla profonda riflessione su se stesso e sulla vita. Nonostante la sua visione pessimistica, esplicata anche in altre poesie come ‘A Livella o ‘A vita, in questa parla di una “felicità” sconosciuta. “Ma chi ll’ha ‘ntiso maje annummenà”, ovvero “ma chi l’ha sentita mai nominare.

Perchè la parola “felicità” è una parola abusata e spesso non ne conosciamo il significato profondo.  Per questo motivo Totò chiede spiegazioni, chiede il verso significato di questo concetto. Nelle sue poesie, le tematiche affrontate sono le più varie: l’amore, le ingiustizie sociali, i paradossi della vita e della morte, e “felicità” le riassume un po’ tutte.

In realtà una riflessione così profonda, appartiene più che altro ad Antonio De Curtis più che a Totò. Quest’ultimo, ricordiamo, è un “personaggio”, non la vera essenza della persona che era Antonio. Come lui stesso affermava “C’è una grande differenza tra me e Totò. Io sono de Curtis e lui è Totò, che fa il pagliaccio, il buffone.

Io sono una persona per bene, infatti in casa, lui normalmente mangia in cucina, mentre io mangio nella stanza da pranzo. Io vivo alle spalle di Totò, lo sfrutto. Lui lavora ed io mangio”.”

Non ci resta che leggere questa bellissima breve poesia sulla felicità per comprendere come malinconia e risata possano unirsi per esprimere significati ineffabili!

La poesia di Totò

Felicità !
Vurria sapè ched’è chesta parola,
vurria sapè che vvò significà.
Sarrà gnuranza ‘a mia, mancanza ‘e scola,
ma chi ll’ha ‘ntiso maje annummenà.

Felicità !
Vorrei sapere cos’è questa parola,
Vorrei sapere cosa sta a significare.
Sarà ignoranza, la mia, mancanza di scuola,
ma chi l’ha mai sentita nominare.

Totò

Il principe Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Totò, nacque il 15 febbraio del 1898 a Napoli e morì a Roma, 15 aprile 1967. Soprannominato il Principe della risata, Totò è stato un comico, attore, scrittore, cantante e compositore italiano.

È ritenuto uno dei più grandi artisti italiani del XX secolo. Il principe della risata, infatti, ha consacrato la sua vita all’arte e al teatro. Inizialmente ha guadagnato la sua popolarità esibendosi come artista comico: grazie alla sua innata capacità di far sorridere anche con ruoli drammatici, è riuscito nel difficile intento di regalare istanti di pura poesia incastonati nell’impalcatura della commedia.

Di lui, Umberto Eco ha così sottolineato la grande importanza nella cultura italiana:

“In questo universo globalizzato in cui sembra che tutti guardino gli stessi film e mangino lo stesso cibo, ci sono ancora le fratture abissali e travolgenti che separano una cultura da un’altra”.

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