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Tornano gli Ig Nobel, il premio dedicato alla scienza bizzarra

Si avvicina uno degli eventi più attesi dell'anno, l'assegnazione degli Ig Nobel, il premio dedicato agli studi e ricerche scientifiche più improbabili e bizzarre

E’ iniziato il conto alla rovescia per gli Ig Nobel, altrimenti noti come Ignobel, la parodia dei premi Nobel con cui ogni anno si celebrano le ricerche scientifiche più improbabili e bizzarre per avvicinare il grande pubblico alla scienza con un tono ironico e scanzonato. Un premio dedicato agli studi che brillano per ilarità, autoironia e valore scientifico allo stesso tempo e che dal 1991 appassiona e diverte la comunità scientifica, e non solo.

Goliardia sì, ma anche volontà di premiare le scoperte più inusuali, fantasiose e immaginifiche per richiamare l’attenzione della gente sulla ricerca scientifica, medica e tecnologica.

La cerimonia di premiazione

La cerimonia di questa ventinovesima edizione prende il via il 12 settembre allo scoccare della mezzanotte italiana, presso il Sanders Theatre, lo storico teatro dell’Università americana di Harvard: come di consueto, i riconoscimenti saranno consegnati ai vincitori da autentici premi Nobel, di fronte a oltre mille spettatori in sala e a un pubblico ancora più vasto collegato via Internet da tutto il mondo per seguire la diretta web, che sarà trasmesso anche sul canale ANSA Scienza e Tecnica.

Il tema della 29° edizione

Le ‘abitudini‘ sono il tema portante della serata di gala, organizzata come ogni anno dalla rivista americana dedicata all’umorismo scientifico, Annals of Improbable Research, per premiare le ricerche che prima fanno ridere e poi riflettere.

La storia

È dal 1991 che la rivista Annals of Improbable Research assegna 10 premi per altrettante categorie: dalla medicina alla letteratura, passando per la matematica e il premio per la pace, a quelle ricerche che sono così improbabili quasi da non sembrare autentiche. Nonostante la natura goliardica dell’evento, gli studi presentati nelle 29 edizioni degli Ig Nobel hanno trovato spazio su affermate riviste scientifiche, presentandosi come lavori scientifici di assoluta dignità, sebbene molto eccentrici.

Le edizioni precedenti

Diversi gli italiani annoverati tra i vincitori negli ultimi anni. Nel 2017 era accaduto con l’Ig Nobel per la psicologia, assegnato a un gruppo di ricerca della Fondazione Santa Lucia Irccs e dell’Università Sapienza di Roma per uno studio sui gemelli omozigoti che hanno difficoltà a distinguere il proprio volto da quello del fratello.

Un doppio riconoscimento era invece arrivato nel 2014, con l’Ig Nobel per l’economia, assegnato all’Istat per aver incluso le attività illecite nel calcolo del Pil, e l’Ig Nobel per l’arte, andato a tre studiosi dell’Università di Bari che avevano misurato il potere antidolorifico dell’arte.

Nel 2013 il premio per la fisica era stato assegnato a uno studio firmato dalle Università di Milano e Tor Vergata che dimostrava la possibilità per alcune persone di camminare sull’acqua solo sulla Luna.

Nessun italiano invece nell’edizione 2018 dove, tra gli altri, sono stati premiati i riti Voodoo contro gli abusi del capufficio, i francobolli come marcatori dell’erezione notturna, le proprietà della saliva come detergente e la dimostrazione di come andare sulle montagne russe possa liberare dai calcoli renali.

Nel 2000 il premio IgNobel per la chimica è andato a Donatella Marazziti, Alessandra Rossi e Giovanni Cassano dell’Università di Pisa, che con il collega Hagop S. Akiskal dell’Università della California hanno scoperto che, dal punto di vista biochimico, l’innamoramento è identico ai disordini compulsivo-ossessivi.

Dall’IgNobel al Nobel per la Fisica, il caso di Andrej Gejm

Fra gli episodi più curiosi nella storia degli Ig Nobel è il caso di Andrej Gejm, fisico russo naturalizzato olandese, che nel 2000 vinse la nona edizione per aver fatto volare una rana tramite levitazione diamagnetica. Studi che dieci anni dopo gli valsero il Premio Nobel per la Fisica, insieme alla ricerca scientifica sul grafene e allo sviluppo del Gecko tape, un nastro ricoperto di peli nanoscopici che, una volta perfezionato, permetterà agli essere umani di camminare su pareti e soffitti, proprio come i gechi.

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