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“La scrittura mi ha salvata”, Susanna Tamaro racconta la Sindrome di Asperger

“È il venticinquesimo libro che pubblico e ancora amo la vita e la scrittura, e non bado alla spazzatura che mi danno addosso”, dichiara Susanna Tamaro

MILANO – L’insegnante di italiano le diceva che non sapeva scrivere, la madre non capiva i suoi comportamenti asociali, i giornalisti spesso e volentieri l’hanno perseguitata. Eppure Susanna Tamaro conserva una luminosa tranquillità interiore che traspare dalle sue parole, durante la presentazione del suo ultimo romanzo Il tuo sguardo illumina il mondo al Franco Parenti di Milano.

La malattia

La Sindrome di Asperger, la malattia neurologica da cui Susanna Tamaro è affetta, è stata per moltissimi anni una vera e propria croce. «Per me uscire dalla mia cameretta da piccola era una tragedia, avevo il terrore di incontrare gli altri». Un’infanzia trascorsa in silenzio, nell’incapacità di sopportare le relazioni sociali, i rumori, la folla. L’incomprensione dei genitori, incapaci di capire i comportamenti bizzarri di una figlia che apparentemente sembrava normale, ma che era sostanzialmente impossibilitata a relazionarsi con le persone. La madre, prima di morire, le ha messo in mano una scatolina a forma di cuore, con dentro un biglietto scritto di suo pugno: “Ti voglio bene, anche se non ti ho mai capita”. Ai tempi la malattia non era conosciuta, e nessun terapista era stato in grado di dare una spiegazione adeguata ai sintomi che mostrava. Negli anni, la scrittura è stata la sua salvezza: «Ho sempre accumulato sensazioni e parole, tenendole chiuse dentro. Poi piano piano ho iniziato a metterle giù, come un fiume che rompe gli argini. La diagnosi, poi, mi ha rasserenato, perché mi ha permesso di rileggere tutta la mia vita alla luce di un senso».

Il tuo sguardo illumina il mondo

Nel romanzo l’autrice rompe il silenzio su tutti questi anni di muta sofferenza, scegliendo la forma di una lunga lettera all’amico Pierluigi Cappello, poeta friulano morto nel 2017 a causa di un  tumore. Susanna legge un brano tratto dal romanzo, e si commuove per un istante: l’amicizia che li legava era un’amicizia speciale, di due anime riflessive e inquiete, capaci di osservare la realtà e coglierne la profondità inesauribile. Avevano pensato di scrivere un romanzo insieme, accomunati dall’esperienza della disabilità, lei a causa dell’Asperger, lui costretto in sedia a rotelle da un incidente in moto avvenuto quando aveva 16 anni. Il progetto è naufragato a causa della malattia di Pierluigi, e Susanna Tamaro ha voluto omaggiare l’amico con un romanzo estrema dolcezza, in cui racconta della malattia ma anche di ciò che le ha permesso di affrontarla. L’amore per la natura e gli animali, il potersi rifugiare nelle cose semplici della vita, che consentono di riconnettersi con la verità dell’esistenza: «C’è una dimensione di mistero da cui proveniamo e in cui andiamo. L’ansia di questo tempo deriva dal fatto che non pensiamo più che c’è l’eterno intorno a noi. Abbiamo una dimensione molto più grande che ci circonda, verso la quale possiamo alzare lo sguardo. C’è un mondo misterioso, c’è l’eternità, c’è la bellezza. Bisogna imparare a gioire della bellezza».

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