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Rita Borsellino, ”Mi chiedo perché uomini come Giovanni Falcone siano stati lasciati soli”

Politica italiana e sorella del magistrato italiano Paolo Borsellino, ecco il ricordo di Giovanni Falcone da parte di Rita Borsellino

MILANO – ”Ancora oggi dopo più di vent’anni mi chiedo perché mio fratello Paolo, e con lui molti altri, siano stati lasciati soli a combattere la lotta contro la mafia”. Sono queste le toccanti parole di Rita Borsellino che ha concesso alla nostra redazione in occasione dell’anniversario della scomparsa del magistrato italiano Giovanni Falcone, ucciso per mano mafiosa nel 1992. Un ricordo il suo, e di tutti gli italiani, che non può affievolirsi. E’ per questo che la commemorazione di Falcone, oggi, come ventidue anni fa, deve essere riconosciuta e sempre più importante. ‘Soprattutto – sottolinea Rita Borsellino – per le nuove generazioni, che nel ’92 ancora non c’erano”.

 

“La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”. Una frase di Giovanni Falcone. La mafia si può vincere? E come?

La mafia si vince nel momento in cui ne parliamo, nel momento in cui non dimentichiamo chi come Giovanni e Paolo e tanti altri hanno speso la loro vita in nome della battaglia contro la criminalità mafiosa, ma non certo per ricordarne le gesta eroiche e il sacrificio umano, piuttosto per prendere il loro come un esempio di vita, una lezione di coraggio e onestà, e per fare in modo che la ‘memoria’ sia operante, viva, continui a trasmettere valori come legalità , giustizia, etica.

 

Quanto è importante oggi, dopo più di vent’anni, continuare a ricordare la figura del magistrato?

Lo è perché le future generazioni e i giovani di oggi, che nel ’92 all’epoca delle stragi non erano neanche nati, sappiano, conoscano i fatti, perché solo conoscendo la storia, il passato, siamo in grado di costruire futuro.

 

Giovanni Falcone è considerato uno fra gli eroi simbolo della lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale. Insieme a lui anche Paolo Borsellino, suo fratello, che però si è sempre dichiarato ‘solo’ in questa battaglia, tanto è vero che era perfettamente consapevole della sua fine senza poter far nulla per impedirla.  Perché questi eroi sono stati lasciati soli?

E’ la domanda che mi faccio da oltre vent’anni, perché sono stati lasciati soli? E perché ancora oggi i magistrati che indagano sulla trattativa Stato-mafia continuano ad essere lasciati soli? La risposta l’avrò, l’avremo tutti, quando ci sarà una sola verità, quella sulla strage di via D’Amelio, l’unica verità e non le tante verità o mezze verità che negli anni ci hanno propinato.

 

Qual è ad oggi il rapporto tra Stato e mafia?

La mafia certo non è andata in pensione, continua a esistere, ma lavora sotto banco, lavora dietro le quinte e purtroppo i casi di corruzione, concorso esterno e associazione mafiosa che hanno coinvolto tanti uomini politici e personalità dimostra che questo rapporto c’è e va avanti.

 

Riguardo al caso dell’Expo,  ha dichiarato: “Me lo aspettavo, dove girano tanti soldi la mafia riesce sempre ad infiltrarsi”. Come? E perché non c’è alcun tipo di controllo per impedire che avvenga?

Proprio per quello che dicevo prima, perché la mafia è rimasta tale con tutto quello che si porta dietro, malaffare, corruzione, illegalità , ingiustizie. Ha  solo cambiato la modalità con cui agisce,  gli obiettivi sono rimasti gli stessi.

 

E invece riguardo al tragico episodio avvenuto allo stadio del Napoli, dove a seguito di una sparatoria, si è arrivati ad una vera e propria trattativa tra i responsabili della sicurezza e il capo ultrà detto Genny ‘a Carogna per poter continuare a giocare la partita, che pensa? Lo Stato è davvero così debole?
Penso e dico solo che vorrei potere credere che lo Stato sia ancora quello stesso Stato in cui si riconosceva mio fratello e tanti che come lui hanno combattuto, morendo,  per la sua difesa. Lo Stato è un’istituzione e come tale va considerata, gli uomini sono un’altra cosa.

 

 

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