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Il pullman-libreria a forma di Bauhaus celebra 100 anni della scuola di Dessau

Il Bauhaus festeggia 100 dalla sua fondazione, e in onore dell'occasione, un pullman-libreria a forma dell'omonima scuola girerà dalla Germania al Congo...

MILANO – Avete presente il Bauhaus? Si esatto, quella famosa scuola d’arte, architettura e design tedesca, fondata dall’architetto Walter Groupis a Weimar nel 1919. Proprio questo istituto compie quest’anno 100 anni dalla sua fondazione. Per l’occasione gli è stato dedicato un pullman che riproduce in miniatura, ma comunque nei minimi dettagli, l’omonima scuola. Cosa ancora più interessante, questo pulmino è molto più di una riproduzione: è un libreria!

La “Casa vivente”

Se ami leggere e ami l’arte non puoi non sapere che nel 2019 la storica scuola del Bauhaus compie 100 anni dalla sua fondazione. Quest’anno per festeggiare il suo centenario il collettivo SAVVY Contemporary gli ha dedicato qualcosa di veramente unico: un pullman a forma di Bauhaus. Si tratta proprio di una riproduzione in miniatura della celeberrima scuola d’arte tedesca, curata nei minimi dettagli. Cosa ancora più particolare è che in questo pullman ci puoi entrare. Difatti è stato progettato non solo per essere una riproduzione in scala ridotta dell’istituto d’arte, ma bensì per essere un luogo da “vivere”, un luogo in cui interagire con la cultura: questo pullman di 15 metri quadri, infatti, contiene al suo interno una libreria, in cui sfogliare libri d’arte e architettura e in cui partecipare a interessantissimi e innovativi workshop. In occasione di questa speciale ricorrenza il pullman intitolato “Wohnmaschine” (in italiano “casa vivente”) si sposterà in giro per il mondo: da DessauBerlino, da Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo) a Hong Kong.

 

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Bauhaus: non una scuola qualunque

Il Bauhaus fu una scuola, ma non una scuola qualunque: questo istituto rappresentava l’idea e la concretizzazione di un luogo di sperimentazione e formazione artistica a 360°. Appena nata nel 1919 riscosse un enorme successo. Ma il suo progetto risale ben prima dell’anno della sua nascita: difatti il suo fondatore e primo direttore, il famoso architetto Walter Groupis, concepì l’idea del Bauhaus ispirandosi al movimento inglese delle Arts & Crafts (“Arte e mestieri”), ove arte e artigianato prendevano vita e convivevano insieme, originando così il concetto di arti applicate in cui nessun’arte era minore rispetto ad un altra. Nel Bauhaus arte e tecnologia, design e architettura andavano per la prima volta nella storia dell’arte e delle istituzioni di pari passo. La lungimiranza di Groupis aveva dato origine ad un qualcosa di totalmente nuovo: studenti provenienti da tutta Europa e di qualsiasi sesso erano ammessi all’istituto. Questa apertura mentale fu all’epoca un grande passo per la parità di razza e dei sessi nonostante le donne fossero comunque sottoposte a pressioni maschiliste in seguito alla diversificazione di alcuni corsi “per maschi” (come pittura, incisione e design industriale) e “per femmine” (ceramica, tessitura, rilegatura di libri). Gli studenti in cerca di una formazione artistica che sviasse dai canoni tradizionali videro nel Bauhaus il punto di svolta: infatti essi prima venivano indirizzati ad un percorso in cui apprendevano tutte le fondamenta dell’arte e poi venivano indirizzati ai vari corsi di specializzazione. A dimostrazione della volontà di unire tra loro le arti, ogni studente veniva accompagnato da due professori, uno artista e l’altro teorico. Questo istituto che si basava proprio sulla democratica collaborazione tra studenti e professori, però, era troppo all’avanguardia per il luogo in cui si trovava: a causa dell’ostilità degli ambienti tradizionalisti di Weimar, il Bauhaus tra ’23 e il ’25 dovette trasferirsi a Dessau dove nel ’26 venne inaugurata la nuova sede della scuola. Ma è proprio qui, a Dessau, che il Bauhaus raggiunge l’apice del suo splendore: la nuova struttura era progettata seguendo un perfetto equilibrio tra razionalità delle forme e delle strutture, tra spazi aperti e a misura d’uomo, tra esigenze funzionali ed estetiche; insomma la nuova sede non era solo un luogo, ma era il manifesto per eccellenza del programma del Bauhaus. La sede di Dessau riunì nelle sue aule i più grandi nomi dell’arte e dell’architettura come gli artisti Wassili KandinskyPaul KleePiet Mondrian e l’architetto Ludwig Mies van der Rohe, famoso per aver coniato il noto termine “Less is more” (“Poco è di più”). Era però il 1928 quando l’allora direttore Walter Groupis cedette la dirigenza all’architetto svizzero Hannes Meyerche che nel ’30 lasciò il posto da direttore a van der Rohe. Fu proprio quest’ultimo insieme agli artisti prima citati che guidò il Bauhaus fino alla sua definitiva chiusura. Negli anni della dirigenza di Rohe infatti, l’istituto venne preso di mira dal regime nazista che vedendo la scuola come la manifestazione della democrazia, della cultura d’avanguardia e dell’arte contemporanea (che definivano “arte degenerata”), non le dette tregua, costringendola così alla chiusura nel ’32. Rohe tentò tra il ’32 e il ’33 di salvare l’istituto trasferendolo a Berlino; ma il tentativo non riuscì e il Bauhaus, definito dal regime “covo di bolscevismo culturale” fu costretto alla sua chiusura definitiva nel 1935. La Seconda Guerra Mondiale era alle porte e gli intellettuali, stranieri e non, furono costretti a emigrare altrove. Molti di loro, famosi in tutto il mondo per il grandioso ed efficiente progetto del Bauhaus, trovarono spazio negli Stati Uniti, accolti a braccia aperte dalle università americane che offrirono loro le cattedre di insegnamento nei più prestigiosi college.

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