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Lo scientifico senza latino è il liceo più quotato tra i giovani

I dati pubblicati dal MIUR affermano che i giovani iscrivendosi alle superiori preferiscano il Liceo scientifico con informatica al posto del latino

MILANO – Il MIUR ha diffuso i dati relativi alle iscrizioni alle scuole superiori dei giovani italiani: i licei sono sempre più in crescita, gli studenti tecnici sono passati dal 30,7% al 31% delle scelte, mentre i professionali sono sempre più in calo. In testa alle preferenze compare il Liceo scientifico delle Scienze applicate, però con l’informatica al posto del latino. (Corriere) Questo dato ci porta a riflettere sulla didattica attuale e sulle aspettative dei ragazzi rispetto al futuro.

I dati

Dai dati pubblicati dal MIUR è emerso che la parte del leone nelle iscrizioni alle scuole superiori la fa il liceo, seguito dagli istituti tecnici che hanno verificato un lieve aumento, mentre all’ultimo posto troviamo i professionali, che perdono sempre più iscrizioni. La regione che mostra più iscrizioni ai licei è il Lazio (68,6%); il tecnico è il più ambito nel Veneto (40%); al contrario in Basilicata i giovani propendono di più verso i professionali ( 16,8%).
Non tutti i licei però hanno lo stesso fascino: infatti tra liceo classico, linguistico, musicale, delle scienze umane, il Liceo scientifico delle scienze applicate è quello che accoglie la maggioranza delle iscrizioni. Ma c’è una particolarità: la scelta propende per l’informatica al posto del latino.

Il valore del latino viene sempre più svalutato

Molti studiosi e professori hanno spesso sostenuto l’importanza del latino nei licei e come la perdita di questo significherebbe una lacuna nella preparazione di natura più universale dei licei. Nicola Gardino nel suo libro Viva il latino. Storia e bellezza di una lingua inutile sostiene che il latino sia una lingua in grado di dare senso alla nostra identità, in quanto aggiungerebbe un tassello importante alla nostra conoscenza del passato e dei padri del pensiero contemporaneo. In un articolo di Giovanni Fighera in Tempi giustifica l’importanza del latino affermando che non solo contribuisce alla nostra identità, ma stimola la logica, aiuta a comprendere la realtà confrontandola con il passato e con le nostre origini, illumina il linguaggio e le parole mostrandoci le etimologie e rendendoci più consapevoli delle dinamiche linguistiche e grammaticali dell’italiano. Inoltre ci permette di conoscere più da vicino i grandi maestri della nostra civiltà.
Il Professore Dionigi svela che una falla del sistema scolastico sia quello di non mettere in dialogo il passato e il presente, che invece è possibile fare con lo studio del latino. Quindi la tecnologia potrà anche annullare gli spazi e farci viaggiare più velocemente, ma ci fa perdere il senso di quello che siamo stati e di quello che diventeremo nel futuro.

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