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Le poesie attribuite per errore a celebri autori

Vi presentiamo alcune poesie famose attribuite erroneamente a celebri autori, un modo per dare il giusto merito a coloro che hanno realizzato dei bellissimi versi

MILANO – La rete offre una grande quantità di informazioni, notizie, immagini, citazioni. Non tutto, però, spesso corrisponde a verità. Tutti hanno sentito parlare almeno una volta di “fake news”; ad esse possiamo accostare anche le false attribuzioni che girano in rete in merito a celebri poesie, alcune delle quali vengono attribuite a celebri autori per errore. Qualche tempo fa vi abbiamo parlato delle citazioni di cui tutti sbagliano l’autore. Adesso vi presentiamo alcune poesie famose attribuite erroneamente a celebri autori, un modo per dare il giusto merito a coloro che hanno realizzato dei bellissimi versi, tanto apprezzati da essere stati attribuiti a grandi autori.


Lentamente muore (A Morte Devagar)

“Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia…”. “Lentamente muore” è una celebre poesia spesso erroneamente attribuita al poeta cileno Pablo Neruda. In realtà, i versi sono opera della scrittrice brasiliana Martha Medeiros, pubblicata per la prima volta nel 2000 sul quotidiano Zero Hora di Porto Alegre, in Brasile. Un errore di attribuzione in cui sono incappati anche personaggi pubblici, come nel caso in Italia di Clemente Mastella che nel gennaio del 2008 in aula al Senato al Senato menzionò la poesia “Lentamente Muore” attribuendola erroneamente a Pablo Neruda.

 

 È proibito (Queda Prohibido)

“È proibito piangere senza imparare, svegliarti la mattina senza sapere che fare avere paura dei tuoi ricordi…”. Comincia così la poesia “È proibito”, anche questa erroneamente attribuita al poeta cileno Pablo Neruda. In realtà i versi appartiene ad Alfredo Cuervo Barrero e la poesia s’intitola Queda Prohibido.

 

 “Amicizia” (Poema a la amistad)

“Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita/ Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori, /però posso ascoltarli e dividerli con te…”. Il 17 febbraio 2016, durante la conferenza stampa con il presidente argentino Mauricio Macri, l’ex premier italiano Matteo Renzi ha scelto di recitare una poesia in spagnolo, attribuendola al grande poeta argentino e Premio Nobel per la Letteratura Jorge Luis Borges. In realtà il testo poetico “Amicizia” (Poema a la amistad) sarebbe opera di un autore ignoto attribuito erroneamente su internet allo scrittore argentino.

 

Ti meriti un amore (Merces un amor)

“Ti meriti un amore che ti voglia spettinata, con tutto e le ragioni che ti fanno alzare in fretta…”. La poesia, in principio attribuita all’artista Frida Kahlo, in realtà è stata scritta  dell’autrice Estefanía Mitre, una giovane studentessa che con la celebre pittrice condivide la nazione d’origine.

 

Donne al quadrato

“Ci sono donne…/ E poi ci sono le Donne Donne… / E quelle non devi provare a capirle, perché sarebbe una battaglia persa in partenza…”. Il testo è opera della scrittrice Antonia Storace contenuto nel libro “Donne al quadrato“, il cui testo è stato diffuso in rete con l’attribuzione errata ad Alda Merini. In passato, abbiamo intervistato la stessa Antonia Storace per chiarire questa falsa attribuzione.


E l’amore guardò il tempo e rise

“L’amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno…”. Questa celebre poesia viene erroneamente attribuita allo scrittore siciliano Luigi Pirandello . In realtà, “E l’amore guardò il tempo e rise” è stata scritta da Antonio Massimo Rugolo ed è tratta da un testo molto più lungo contenuto nel libro Sulle Ali della tenerezza.

 

Non ho smesso di pensarti

“Non ho smesso di pensarti, vorrei tanto dirtelo. Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare, che mi manchi e che ti penso…” . Sono i primi versi della struggente poesia Non ho smesso di pensarti, attribuita allo scrittore americano Charles Bukowski. Non si conosce l’autore originale, ma Simona Viciani, traduttrice ufficiale dei libri di Bukowski, ha confermato che non si tratta di una poesia del celebre poeta statunitense.

 

Di tutto restano tre cose

“Di tutto restano tre cose: la certezza che stiamo sempre iniziando, la certezza che abbiamo bisogno di continuare, la certezza che saremo interrotti prima di finire…”. “Di tutto restano tre cose” (De tudo ficarem tres coisas) viene attribuita allo scrittore portoghese Fernando Pessoa. In realtà non si tratta di una poesia, ma di un brano tratto dal romanzo di formazione pubblicato nel 1956 “O encontro marcado” dello scrittore brasiliano Fernando Sabino.

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