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L’alluvione di Firenze ed il filo rosso che la lega ai terremoti di questi giorni

La scrittrice Ilaria Guidantoni ci spiega perché l'alluvione di Firenze è una ferita ancora attuale, dando vita a riferimenti e paragoni con il dramma del terremoto del Centro Italia

MILANO – Il naufragio dell’arte per la rabbia della natura ha scatenato un catena di solidarietà, ieri come oggi. E’ un messaggio di speranza quello che la scrittrice Ilaria Guidantoni lancia nel ricordare la terribile alluvione che colpì la città di Firenze esattamente 50 anni fa e che in un certo senso torna di stretta attualità, se pensiamo al dramma vissuto in questi giorni dagli abitanti del Centro Italia, in seguito al terremoto che ha colpito le regioni di Umbria e Marche. L’autrice ha parlato dell’alluvione di Firenze nel libro “Viaggio di ritorno. Firenze si racconta” (Oltre Edizioni), che presenterà a Milano domenica 6 novembre alle 17.30 presso la galleria d’arte Milan Art & Events Center. In questo intervento, Ilaria Guidantoni ci spiega perché l’alluvione è una ferita ancora attuale.

 

“Mezzo secolo dalla furia dell’Arno: ai tempi di Internet è  storia passata. Ma la questione è aperta e la ferita non rimarginata. Ora in tempi di catastrofi naturali e grovigli di polemiche politiche tutto è perfettamente attuale. Intanto perché la memoria del trauma è ancora viva in chi l’ha vissuta come racconto nel mio libro “Viaggio di ritorno. Firenze si racconta”.

E poi l’Arno è  sempre il simbolo di fascino e di opere incompiute o cattive manutenzioni: dai tempo di Medici quando avrebbe dovuto condurre fino al mare perché Livorno diventasse il porto della città  – perfino Leonardo aveva elaborato un progetto – all’ultimo crollo del Lungarno Torrigiani che almeno è stato riparato a tempi record. Il segno di un’inversione di tendenza?

Il messaggio di speranza che si rinnova è che la bellezza può davvero salvare il mondo. Il naufragio dell’arte per la rabbia della natura ha scatenato un catena di solidarietà ieri come oggi. Allora fu l’esempio e la lezione soprattutto dall’estero, da parte di giovani più emancipati forse di noi che consideravano il patrimonio storico non proprietà locale ma bene comune.

Dovremmo imparare che anche la difesa dell’ambiente può essere un veicolo di incontro tra popoli e un’occasione di lavoro per tutti.”

Ilaria Guidantoni

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