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La terra ha tremato anche stanotte, 40mila gli sfollati

Dopo il terremoto di ieri mattina, la terra è tornata a tremare stanotte. Varie sono state le scosse. La più forte è stata registrata alle 4:27

MILANO – Sentire tremare la terra sotto i propri piedi fa paura ma ciò che fa più paura è l’idea di abbandonare tutto, di vedere sfumare sotto i propri occhi tutto ciò che si è realizzato nella propria vita. Troppo spesso, ultimamente, quell’idea sta diventando realtà. Dopo il terremoto di ieri mattina, la terra è tornata a tremare stanotte. Varie sono state le scosse. La più forte è stata registrata dai sismografi dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) durante la nottata, alle 4:27, ed è stata di magnitudo 4.2. Non ci sono vittime, solo venti feriti non gravi. Le zone più colpite sono quelle intorno a Rieti, Macerata, Perugia e Ascoli Piceno.

QUINDICIMILA LE PERSONE ASSISTITE DALLA PROTEZIONE CIVILE – In un comunicato stampa di questa mattina, il Dipartimento della Protezione civile ha fatto sapere che sono state assistite quindicimila persone. Alcuni hanno acconsentito a lasciare la zona rossa: centocinquanta alloggiano nelle strutture alberghiere sul lago Trasimeno, quattromila sulla costa adriatica.

DIECIMILA IN AUTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA – Se sono state tante le persone che hanno acconsentito a partire, tante altre hanno deciso di restare. Tremila persone in Umbria e settemila nelle Marche hanno trascorso la notte in strutture di prima accoglienza o in auto. La paura di perdere tutto rimane la paura più forte. La sequenza sismica, iniziata il 24 agosto, non sembra essere finita.

IL PARERE DELL’ESPERTO – Secondo Paolo Messina del Cnr, è impossibile prevedere cosa accadrà nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Altre scosse però è probabile che ci siano. “Il terremoto si è spostato da Amatrice verso nord, nell’area di Visso e Ussita – ha dichiarato Messina (www.cnr.it) – e da questi luoghi oggi nuovamente verso sud nell’area di Norcia, dove il terremoto di Amatrice di agosto si era arrestato. Gli intervalli di tempo tra un terremoto forte ed una altro forte adiacente possono essere di anni o decine di anni, ma anche giorni o mesi come sta accadendo oggi in Appennino centrale”. Però, ha detto sempre Messina, “la propagazione laterale fa sì che si verifichino una serie di terremoti forti ma non fortissimi. Molto peggio sarebbe se tutti questi segmenti della faglia (Amatrice, Visso, Norcia) si fossero mossi tutti insieme generando un terremoto di magnitudo almeno 7.0”.

 

PHOTO CREDITS: Massimo Percossi/ANSA

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