Sei qui: Home » Libri » Gioconda Belli, “Chi scappa dal proprio Paese deve crearsi una nuova vita”

Gioconda Belli, “Chi scappa dal proprio Paese deve crearsi una nuova vita”

In anteprima nazionale la celebre poetessa, giornalista e scrittrice nicaraguense ha presentato con la giornalista Loredana Lipperini il suo ultimo libro "Le febbri della memoria"

PORDENONE – Ancora una volta Dedica è il lancio per il nuovo libro dell’autore protagonista del festival: Gioconda Belli, in anteprima nazionale, ha presentato con la giornalista Loredana Lipperini Le febbri della memoria (ed Feltrinelli), un romanzo storico, d’avventura e d’amore, con molti colpi di scena e un ritmo incalzante. E soprattutto un omaggio alla letteratura.

Una storia familiare

La premessa è il mondo delle memorie familiari. “Sono cresciute con tre nonne paterne  – spiega Gioconda Belli a Dedica e nella prefazione del romanzo –  e da piccola non capivo bene il perché, poi ho scoperto che mio padre ha saputo a diciott’anni che suo fratello era in realtà suo  padre. Mia nonna Graciela che abitava a Matagalpa, una cittadina del Nord del paese, era una donna affascinante ed era la nipote di Jorge Choiseul de Praslin, il protagonista del romanzo, su cui io, incuriosita, ho fatto delle ricerche” .

È il 1847. Charles Choiseul de Praslin, un nobile della corte di Luigi Filippo I di Orleans, re di Francia, è accusato di un crimine passionale. Su suggerimento del re, suo grande amico, de Praslin finge il suicidio e si imbarca per New York. Lì incontra il potente magnate Cornelius Vanderbilt, che lo invita ad accompagnarlo in Nicaragua. Sedotto dai paesaggi esotici, dalla vegetazione tropicale, dalla bellezza di quel Paese e attratto dall’idea che in quel luogo remoto nessuno potrà riconoscerlo, decide di stabilirvisi. A Matagalpa, città delle nebbie, il suo destino si incrocia con quello di una  giovane vedova.

Alla ricerca di una nuova identità

Uno dei temi del romanzo è la costruzione di una nuova identità: Charles, infatti, deve, per ragioni di sicurezza fingere di essere il borghese Georges Desmoulins. “ E’ questo – spiega la scrittrice – un motivo ancora presente oggi, perché tutte le persone che scappano dal loro paese si devono comunque creare una nuova vita e una nuova identità”. “ Io stessa – continua – ho provato molte volte questa esperienza, da militante sandinista ho dovuto assumere altre generalità e in esilio, in Messico o in Costarica, mi sono dovuta reinventare molte volte. Anche semplicemente parlare un ‘altra lingua, il che capita spesso nel mondo delle migrazioni odierno, determina l’assunzione di una diversa personalità”.

Nel caso di Charles, un elegante dandy nella Parigi di Luigi Filippo d’Orleans,  la costruzione di una nuova personalità passa attraverso la scrittura.  Quando inizia una fuga rocambolesca con l’aiuto del fedele servitore Ibrahim e con il favore del re ,finisce nell’Isola di Wight, residenza preferita dei reali inglesi ed  inizia a scrivere. “ La letteratura – rivela Gioconda Belli- è un modo di reinventarsi e io l’ ho fatto un po’ giocando con il genere del feuilleton e con Dumas”. L’autore de Il Conte di Montecristo è citato del resto esplicitamente nel romanzo e con la sua narrazione ricca di colpi di scena e con il crimine al centro della trama è una delle fonti ispiratrici de Le febbri della memoria.

Nell’isola, Charles conosce il poeta Alfred Tennyson,  colto nel suo lungo periodo di inattività poetica e si avvicina all’antropologia per caso: fingendo di essere lì per curarsi dall’epilessia si imbatte in una lettura sull’uso della trapanazione del cranio nel mondo Inca e su un teschio ritrovato a Cuzco , che è poi una sorta di fil rouge che lo accompagnerà in Sudamerica.

Le presenze femminili nel romanzo

Ancora nell’isola di Wright conosce Julia Margaret Cameron, una fotografa inglese. Julia come Charlotte Cushman sono due personaggi realmente esistiti, una sorta di cameo. “Perché il romanzo risultasse credibile – dice la scrittrice – ho inserito alcuni personaggi storici. Quelli femminili sono spesso d’avanguardia. Julia diventò fotografa in tarda età e Charlotte fu un ‘attrice omosessuale”. Tante donne quindi perché ci sono anche Fanny, la moglie, Henriette, l’amante ed infine Margarita. Molte altre ancora ma per la prima volta nella sua produzione Gioconda Belli racconta la storia da un punto di vista maschile. “ Mi incuriosiva – spiega la scrittrice – capire come un uomo vedesse le donne nel XIX secolo, donne complicate, quelle di Charles, che comunque sanno mettersi nei panni degli uomini più facilmente”.

Febbri ed epidemie

Ed infine il romanzo di Gioconda Belli è un romanzo di febbri non metaforiche perché parla di epidemie e di malaria, che il protagonista contrae e riesce a curare con il chinino. Charles infatti approda a New York, e infine nel remoto e selvaggio Nicaragua. La possibilità che gli è stata concessa di vivere una seconda esistenza farà emergere doti personali fino ad allora rimaste sopite, tra le piogge torrenziali e la vegetazione lussureggiante dei Tropici, tra nuove rotte da scoprire e febbri malariche da combattere, Anche in questo caso lo spunto è reale. “ Nell’Ottocento – spiega la scrittrice- il governo regalava delle terre e ci fu un ‘emigrazione di europei ricchi che si stanziarono nel Nord ed iniziarono a coltivare caffè. Ci furono anche delle epidemie che vennero fronteggiate in modo rudimentale col chinino, ma efficace” . Qui, nel Nicaragua Charles/Georges troverà anche la forza di perdonarsi e di lasciar entrare un nuovo amore nella sua vita, perché, oltre che d’avventura di storia e d’invenzione Le febbri della memoria è anche e soprattutto un romanzo d’amore.

Alessandra Pavan

© Riproduzione Riservata