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Gianluca Ferraris, “I militari a Milano sono come spaventapasseri in campagna”

Il Sindaco di Milano Beppe Sala ha chiesto che le periferie e le zone sensibili vengano sorvegliate dai militari. Il parere dello scrittore Gianluca Ferraris

MILANO – Dopo l’omicidio del trentasettenne Antonio Rafael Ramirez, il Sindaco di Milano Beppe Sala ha chiesto che le periferie e le zone sensibili vengano sorvegliate dai militari. Non tutti sono perรฒ d’accordo con questa decisione. Abbiamo chiesto l’opinione diย Gianluca Ferraris, giornalista (vice caposervizio a “Panorama”) e scrittore. Nei suoi romanzi con protagonista il cronista di nera Gabriele Sarfatti (“A Milano nessuno รจ innocente” e “Piombo su Milano“) Ferraris racconta una Milano cinica e crudele, una Milano per certi versi molto simile a quella che stanno vivendo in molti negli ultimi tempi. Ecco cosa ci ha raccontato.

Beppe Sala ha detto di voler portare a Milano piรน militari per sorvegliare luoghi sensibili e periferie. Qual รจ il tuo pensiero?

Secondo me bisogna andarci piano con proclami di questo tipo, cosรฌ come con tutti quegli annunci che sembrano parlare piรน alla pancia che alla testa della gente. Vale per tutti, ma dovrebbe valere ancora di piรน per un sindaco che ha fatto dell’efficienza metropolitana uno dei suoi biglietti da visita. Se a tornare indietro di dieci anni basta un morto in una rissa, peraltro in un quartiere ex difficile e che oggi sta recuperando vivibilitร  e coesione sociale, c’รจ qualcosa che non va.

Cosa avrebbe detto al riguardo Gabriele Sarfatti?

Tirerebbe in ballo Rudy Giuliano, o Gotham City, o Topolinia, perchรฉ gli parrebbe di vivere dentro una fiction. Perchรฉ nel mondo reale ogni volta che qualcuno la mattina si alza e chiama i militari per risolvere un problema di ordine pubblico (militari che tra l’altro non possono neppure sparare) fa la figura di chi piazza uno spaventapasseri in mezzo a un campo sperando che i corvi se ne vadano, piรน per scocciatura che per paura. Almeno Alemanno a Roma li chiamรฒ per spazzare la neve e rinforzare gli argini del Tevere: era sempre buffo, ma un po’ meno surreale.

Come si potrebbe reagire?

Bisogna costruire ponti e lavorare su prevenzione, integrazione e tolleranza sociale, cosa che peraltro in via Padova e dintorni รจ stato fatto, e bene. Immigrazione, convivenza difficile (almeno all’inizio) e microcriminalitร  sono fattori normali e noi dobbiamo essere attrezzati a dare risposte normali, magari del tipo milanese che tโ€™aspetti, moderne e solidali, e non a inseguire il Salvini o il Trump di turno piazzando due militari agli angoli di strada. Perchรฉ i militari prima o poi se ne vanno e i problemi restano lรฌ, immutati.

La soluzione al problema forse sta nellโ€™empatia. Capire come stanno queste persone potrebbe farci avvinare di piรน alla soluzione del problema? I giallisti milanesi come te possono in questo aiutare parecchioโ€ฆ

Un giallista non dovrebbe occuparsi di dare risposte, nรฉ politiche nรฉ sociologiche, al massimo dovrebbe fotografare la realtร  o un pezzo di essa. E sicuramente chi deve inquadrare i contorni di un problema ha un ruolo piรน facile rispetto a chi ha il compito di risolverlo: ma l’empatia non mi pare tra le prioritร  della politica italiana, sia a livello locale che nazionale.

PHOTO CREDITS: www.cronacamilano.it

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