A distanza di settantasette anni, l’enigmatica scomparsa del celebre scienziato resta ancora un mistero
FIRENZE – A distanza di settantasette anni, il mistero della scomparsa di Ettore Majorana resta ancora irrisolto. Il ricordo di questo geniale scienziato atomico suscita persistente interesse e curiosità a livello mondiale, perché nessuno è riuscito ancora a chiarire in maniera dettagliata e definitiva quale sia stato il suo destino. Nato a Catania il 5 agosto 1906, Ettore Majorana sparì improvvisamente all’età di trentuno anni, in circostanze alquanto ambigue e contraddittorie che ancora restano da chiarire. Nelle settimane successive alla sua scomparsa, sui più noti rotocalchi dell’epoca apparvero numerosi “Appelli” in cui venivano promesse ingenti somme a coloro che avessero fornito notizie utili al suo ritrovamento, ma ogni tentativo di rintracciarlo risultò inutile. Per decifrare questo storico giallo, si sono cimentati romanzieri, scienziati, registi, giornalisti, e alle varie ipotesi sulla sua scomparsa elaborate negli ultimi decenni (suicidio, omicidio, eremitaggio, rapimento, emigrazione all’estero, ecc.), si aggiungono adesso nuove “prove” di carattere poliziesco e giudiziario.
UN GIALLO INFINITO – Il decesso di Ettore Majorana, (mai accertato, né definito a livello temporale) e le ignote motivazioni della sua inquietante sparizione (mai chiarite), rendono strano il fatto che poche settimane fa, la Procura di Roma, dopo aver aperto un fascicolo (dal 2011) sull’“Affaire Majorana”, ha richiesto l’archiviazione di questo caso. Partendo da una testimonianza e da una fotografia, gli inquirenti hanno scelto di archiviare il “Caso Majorana” stabilendo come fondato il fatto che lo scienziato catanese era vivo in Sudamerica intorno agli anni 1955/1959. Le indagini della Procura romana erano partite a seguito di in una trasmissione Tv del 2008 (“Chi l’ha visto”), quando il signor Francesco Fasani (meccanico emigrato oltreoceano negli anni ‘50) rivelò di aver conosciuto E. Majorana a Valencia (Venezuela) che all’epoca si presentava sotto il falso nome di signor Bini. Il Procuratore aggiunto di Roma Pierfilippo Lariani, ha reso noto che grazie al ritrovamento di una fotografia scattata in Venezuela nel 1955 (fornita dallo stesso Fasani, deceduto di recente), è risultato che l’uomo raffigurato in quella immagine, fosse in realtà proprio Ettore Majorana che all’epoca avrebbe avuto 49 anni d’età e che allora si presentava sotto il falso nome di sig. Bini.
FUGA MEDITATA E VOLONTARIA? – L’emigrazione di Majorana in Sudamerica non si può affatto escludere e da questo punto di vista, vale la pena ricordare che nel romanzo “La scomparsa di Majorana” (1975) Leonardo Sciascia teorizzò una possibile analogia fra la scelta di scomparire effettuata da Ettore Majorana con quella di Mattia Pascal (personaggio creato da Luigi Pirandello, autore assai apprezzato da E. Majorana): “Chissà quanti sono come me, nelle mie stesse condizioni, fratelli miei. Si lascia il cappello e la giacca, con una lettera in tasca, sul parapetto d’un ponte, su un fiume; e poi, invece di buttarsi giù, si va via tranquillamente: in America o altrove”. Scartando con decisione l’ipotesi del suicidio, Sciascia ha ipotizzato che lo scienziato siciliano architettò invece un preciso piano di fuga per sfuggire alla trappola di una vita normale di professore universitario. Fatto certo è che Majorana era in possesso di passaporto (in scadenza nell’agosto 1938) valido unicamente per gli Stati europei, quindi una sua eventuale fuga all’estero lo avrebbe costretto per forza ad utilizzare un documento falsificato. Sappiamo inoltre che Majorana conosceva bene la lingua francese, inglese, tedesca e la sua sparizione, avvenuta nel mese di marzo 1938, si verificò subito dopo la riscossione dei primi tre mesi del suo stipendio di docente, (soldi da lui mai incassati prima di allora), somma equivalente a circa 6.548 lire (all’epoca cifra elevata se si pensa alla popolare canzonetta di quei tempi “Se potessi avere mille lire al mese” ).
UN GENIO ETICAMENTE TORMENTATO – Da amici e familiari, Majorana, è stato piu’ volte descritto come uno spirito geniale, tormentato e dotato di una “naturale tendenza a precorrere i tempi”. Ancora Sciascia ha sostenuto che resosi conto delle potenzialità distruttive insite nelle ricerche da lui stesso svolte, Majorana scelse volontariamente di auto esiliarsi per tenersi lontano da possibili usi impropri delle sue scoperte che i regimi di allora avrebbero potuto utilizzare per scopi distanti dalla sua morale di scienziato puro. La scelta di scomparire potrebbe quindi essere maturata a seguito di una sua travagliata crisi, a fronte di problemi etici che la scienza del suo tempo già proponeva. Con la sua lungimiranza. E. Majorana, intuì forse con largo anticipo rispetto ai suoi contemporanei i drammatici sviluppi futuri della fisica, che sarebbero degenerati fino alla costruzione della bomba atomica; così, per estraniarsi dalla responsabilità di certi scellerati esperimenti svolti invece da alcuni suoi colleghi “apprendisti stregoni”, avrebbe preferito dileguarsi nel nulla. Ad avvalorare tale ipotesi, sono alcune frasi contenute in una lettera del 25/03/1938 – scritta poche ore prima di sparire – in cui E. Majorana, rivolgendosi ai suoi familiari, dichiarava. “io non voglio far male a nessuno, e perciò in ogni caso non riprenderò l’insegnamento”.
Cristina Fontanelli
14 marzo 2015
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