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E’ morto John Berger, il narratore dell’arte

Vincitore del prestigioso Booker Prize nel 1972 con il libro "G.", nello stesso anno pubblicò "Ways of seeing", saggio introduttivo alla critica d'arte considerato un testo di riferimento

MILANO – Ci ha lasciato a 90 anni, nel sobborgo parigino di Antony, l’autore inglese John Berger. Vincitore del prestigioso Booker Prize nel 1972 con il libro “G.“, nello stesso anno pubblicò  “Ways of seeing“, saggio introduttivo alla critica d’arte considerato un testo di riferimento per la materia artistica.

GLI INIZI – Nato a Londra nel Borough di Hackney, John Berger ha frequentato la St Edward’s School di Oxford. Il padre fu un ufficiale di fanteria sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale. Berger ha servito nella British Army dal 1944 al 1946; successivamente si è iscritto alla Chelsea School of Art e alla Central School of Art di Londra. Sul finire degli ann ’40, Berger ha iniziato la sua carriera come pittore con mostre in diverse gallerie londinesi.

LE OPERE STORICHE – Mentre lavorava come insegnante di disegno (dal 1948 al 1955), Berger divenne un critico d’arte, pubblicando svariati saggi e recensioni nel New Statesman. Il suo umanismo marxista e le sue opinioni sull’arte moderna lo hanno reso una figura controversa sin dall’inizio della sua carriera. “G.”, il suo romanzo picaresco romantico ambientato nell’Europa del 1898, ha vinto sia il James Tait Black Memorial Prize che il Booker Prize nel 1972. Nell’accettare quest’ultimo, Berger ha insistito a donare metà del valore del premio alle Pantere Nere in Gran Bretagna, e ha usato l’altra parte per finanziare il suo studio sui lavoratori migranti, che in seguito divenne A Seventh Man. Sempre nel 1972 la BBC ha trasmesso la sua serie televisiva Ways of Seeing (Modi di vedere) e ha pubblicato il libro di testo corrispondente, un’introduzione allo studio delle immagini, lavoro parzialmente derivato dal saggio The Work of Art in the Age of Mechanical Reproduction di Walter Benjamin.

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