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Anton Cechov, 5 opere per conoscere il drammaturgo russo

Anton Cechov è stato uno dei più importanti drammaturghi del teatro russo. Ecco le sue opere più importanti per conoscerlo meglio

MILANO – Nato nel 1860 e morto a soli 48 anni a causa della malattia, Anton Cechov è il padre del teatro moderno russo. Le sue opere, attente ai risvolti psicologici dei personaggi, sono capaci di creare un’atmosfera di drammatica sospensione e incomunicabilità.
Cechov è stato capace di denunciare con semplicità la crisi della società del suo tempo, attraverso una drammaturgia fatta di non detti, di desideri inesauditi, di un passato cristallizzato e di un presente insufficiente a soddisfare gli animi dei personaggi.
Lev Tolstoj paragonò il suo teatro a un tipo di pittura in cui le pennellate sembrano messe a caso, «come se non avessero nessun rapporto tra loro», mentre, guardando da lontano si coglie «un quadro chiaro, indiscutibile». Ecco le opere più belle di Anton Cechov.

Il giardino dei ciliegi, Anton Cechov

La commedia mancata, l’immagine dolente della precarietà e meschinità dell’uomo, il frutto estremo della penna triste di un genio che credeva di vestire di comicità le sue opere. Il poeta russo che ha donato individualità ai personaggi del teatro tradizionale, che ha immaginato una realtà fatta di infinite, latenti possibilità di vita, che ha trasmesso a ogni lettore negli ultimi cento anni il gusto meraviglioso del quotidiano.

Il gabbiano, Anton Cechov

E’ un dramma in 4 atti scritto nel 1895 da Anton Pavlovič Čechov. Rappresentato per la prima volta al Teatro Aleksandrinskij di Pietroburgo l’anno successivo, fu un insuccesso clamoroso. Vera Komissarzhevskaya, che impersonava Nina, fu così intimidita dall’ostilità del pubblico che perse la voce. Čechov abbandonò la platea e durante gli ultimi due atti rimase dietro le quinte.

Tre sorelle, Anton Cechov

E’ un dramma teatrale composto da Anton Čechov nel 1900, ispirato alle sorelle Zimmermann di Perm’. Si tratta della penultima opera drammatica scritta da Čechov: ad essa seguirà, nel 1903, Il giardino dei ciliegi.

Zio Vanja, Anton Cechov

Scritto nel 1897, Zio Vania è uno dei capolavori assoluti del teatro cechoviano. Nei quattro atti si intrecciano le monotone conversazioni e le banalissime vicende di un gruppetto di personaggi. La ricostruzione minuziosa di atmosfere sospese e vagamente inquietanti, l’indifferenza abulica dei personaggi intorno agli eventi, l’indefinito senso di attesa di una catastrofe incombente rendono questo testo una geniale anticipazione della drammaturgia novecentesca.

Racconto di uno sconosciuto, Anton Cechov

Lo ‘sconosciuto’ è un aristocratico che ha preso servizio in incognito presso Orlov, uno squallido e meschino funzionario figlio di un personaggio altolocato. L’obiettivo è uccidere il padre nel nome della rivoluzione; invece, il servo viene a poco a poco coinvolto nella vita privata del padrone.

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