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Umberto Boccioni, energia e movimento nell’arte

Oggi il mondo dell’arte ricorda l’anniversario di Umberto Boccioni, grande esponente del futurismo italiano e inventore del Dinamismo Plastico

Nel giorno in cui ricorre l’anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 17 agosto del 1916, ricordiamo Umberto Boccioni, che è stato un pittore, scultore e scrittore d’arte. Boccioni ha dato vita, insieme ad altri artisti, al futurismo, uno dei primi movimenti avanguardisti di tutta Europa, nato all’inizio del XX secolo nel campo dell’arte, della letteratura, della musica e della cultura in generale.

Tutta la ricerca di Umberto Boccioni si rivolse alla composizione della forma nello spazio per effetto del movimento, al dinamismo, all’espressione plastica degli “stati d’animo”. Come egli stesso scrisse, “tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido”; e ancora: “le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono. Le sue opere rappresentano la frenetica crescita di una città moderna.

Gli inizi

Boccioni nasce a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882, ma trascorre infanzia ed adolescenza in varie città perché il padre, impiegato statale, è costretto a frequenti spostamenti. Nel 1899 Umberto Boccioni si trasferisce a Roma dove frequenta la Scuola Libera del Nudo e lavora presso lo studio di un cartellonista.

In questo periodo il pittore dallo stile realista, conosce Gino Severini e con lui frequenta lo studio di Giacomo Balla che è ritenuto un maestro molto importante, e ad Umberto serve per approfondire la ricerca sulle tecniche divisioniste: entrambi diventeranno discepoli di Balla.

I viaggi di Umberto Boccioni

Con l’aiuto di entrambi i genitori riesce a viaggiare all’estero. La prima destinazione è Parigi (aprile-agosto 1906), cui segue la Russia da cui ritorna nel novembre dello stesso anno. Nell’aprile 1907 Umberto si iscrive alla Scuola libera del Nudo del Regio Istituto di Belle Arti di Venezia. Inizia un altro viaggio verso la Russia ma l’interrompe a Monaco di Baviera, dove visita il museo. Al ritorno disegna, dipinge attivamente, pur restando inappagato perché sente i limiti della cultura italiana che reputa ancora essenzialmente ‘cultura di provincia’. Nel frattempo affronta le prime esperienze nel campo dell’incisione.

A Milano, verso il Futurismo

L’Italia del primo Novecento ha una vita artistica ancora legata alle vecchie tradizioni, ma Milano è diventata una città dinamica, ed è qui che Boccioni si stabilisce al ritorno dal suo ultimo viaggio in Europa per sperimentare varie tecniche, soprattutto sotto l’influenza del divisionismo e del simbolismo. Nell’autunno del 1907 si trasferisce quindi a Milano, la città che in quel momento più di altre è in ascesa e risponde alle sue aspirazioni dinamiche.

Dopo aver conosciuto Marinetti, Boccioni si avvicina al movimento avanguardista e nel 1910 scrive con Carlo Carrà e Luigi Russolo, il ‘Manifesto dei pittori futuristi’ ed il ‘Manifesto tecnico della pittura futurista’, firmati anche da Severini e Balla. L’obiettivo dell’artista moderno deve essere, secondo gli autori, liberarsi dai modelli e dalle tradizioni figurative del passato, per volgersi risolutamente al mondo contemporaneo, dinamico, vivace, in continua evoluzione.

La guerra e gli ultimi anni

Nel 1915 l’Italia entra in guerra. Boccioni, interventista, si arruola volontario assieme ad un gruppo di artisti nel Corpo nazionale volontari ciclisti automobilisti. Durante il suo impegno bellico deve ricredersi riguardo alla teoria futurista enunciata da Marinetti, secondo cui la guerra è «sola igiene del mondo».

Negli anni di guerra Umberto Boccioni collabora con la rivista ‘Avvenimenti’ e si riavvicina al suo vecchio maestro Balla. Il suo personalissimo stile alla ricerca di dinamismo, lo porta ad accostarsi all’Espressionismo ed al Cubismo allo scopo di mettere lo spettatore al centro del quadro per farlo sentire coinvolto e partecipe. Il 17 agosto 1916 Umberto Boccioni muore a Sorte (Verona), in seguito ad una banale una caduta da cavallo, nel pieno della sua rivoluzione pittorica che lo ha portato dal Futurismo al Dinamismo Plastico.

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