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Luca Bianchini, “Una donna si realizza oggi solo se si vuole bene”

Lo scrittore e conduttore radiofonico è tornato in libreria con "So che un giorno tornerai", un romanzo sulla scoperta di chi siamo e sulla magia degli amori che sanno aspettare

MILANO – Può essere da sola, in coppia, bigama, non è importante: ma deve volersi bene. E’ questo l’elemento imprescindibile per una donna che ha come obiettivo quello di essere felice secondo Luca Bianchini, lo scrittore e conduttore radiofonico tornato in libreria con “So che un giorno tornerai“, le cui opere sono così amate dal pubblico tanto da diventare pellicole cinematografiche come “Siamo solo amici”, “Io che amo solo te” e “Nessuno come noi”, quest’ultimo proprio in questi giorni “al cinema” con protagonisti Sarah Felberbaum ed Alessandro Preziosi. Abbiamo intervistato Luca Bianchini sui temi universali legati al suo ultimo libro.

 

Nei ringraziamenti in coda al libro dici: “Ho trovato questa storia un sabato sera, salendo sulla macchina di una sconosciuta”. Come è nata davvero questa storia?

E’ nata davvero così, all’improvviso, come quando t’innamori. Incontro questa ragazza che non avevo mai visto, una cresciuta dai nonni senza i genitori come può succedere a tanti… ma lei ha qualcosa di speciale, ha qualcosa negli occhi e nella voce per cui le vuoi subito bene e vuoi sapere come sono andate veramente le cose. E’ stato molto bello ed emozionante dal punto di vista umano e letterario.

 

Uno dei temi del romanzo è sicuramente il ripetersi degli errori dei genitori da parte dei figli. Secondo te in cosa Angela e Emma sono simili rispetto all’esperienza dell’amore e della maternità, e in cosa invece sono diverse?

Non sono simili in nulla. Angela vive la maternità come un problema enorme e non riesce a liberarsene. Appena diventa mamma, Emma pensa: come ha fatto mia madre a mollarmi qui? Le due donne invece sono più simili in amore: alla continua rincorsa di chi sfugge senza vedere mai bene chi invece è lì che le aspetta.

 

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Il romanzo copre un arco temporale ampio, a partire dagli anni Sessanta quando Angela è appena diciottenne, fino all’inizio degli anni Novanta, con i primi telefoni cellulari. Come è cambiata la concezione dell’amore tra l’attuale generazione e la precedente?

I grandi amori impossibili si assomigliano tutti, anche se la tecnologia ci illude che si soffra di meno. La tecnologia è un’arma a doppio taglio: resti sempre in contatto con chi ami, ma continui a farlo anche con chi non ami più e questo non aiuta a guarire… vedi l’ex sempre in qualche foto di amici di amici e pensi continuamente che sia più felice di te.

 

Molti degli uomini con cui Angela ed Emma hanno a che fare hanno dei punti in comune: sono istintivi, violenti, considerano le donne come un loro possesso, non si assumono le loro responsabilità. Perché a tuo parere questo tema è ancora attuale?

Perché essendoci molta confusione in amore l’uomo un po’ all’antica ti dà una certa sicurezza, che però spesso diventa arroganza. E le ragazze lo scoprono tardi, purtroppo.

 

Dal libro emerge come la realizzazione della donna dipenda soprattutto dall’avere accanto a sé un uomo. Ciò vale ancora oggi? In che cosa dovrebbe consistere la vera realizzazione di una donna?

Una donna oggi è realizzata solo se si vuole bene. Può essere da sola, in coppia, bigama, non è importante: ma deve volersi bene.

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