La lingua italiana è bellissima, ma anche stratificata e complessa: la corretta grafia di certe parole ne è la dimostrazione. Quante volte ci è capitato di imbatterci in qualche parola ed essere assaliti dal dubbio: «ma si scrive con o senza doppia? Ci vuole la “i” o no?». Insomma, per quanti libri abbiamo letto e per quanta grammatica possiamo aver studiato, nella lingua italiana si nascondono delle vere e proprie trappole linguistiche. Ecco che Fausto Raso, giornalista specializzato in problematiche linguistiche, ci aiuta a riconoscerle.
15 espressioni in latino che usiamo ancora oggi
Avete mai notato quante volte adoperate termini o espressioni in latino senza accorgervene? Ecco i latinismi che usiamo ogni giorno
Le parole di cui si sbaglia la grafia
ACCOLITA, la voce corretta è ‘accolta’: un’accolta di letterati.
ACQUITRINO, errata la grafia ‘acquitrinio’.
BARRICADIERO, non ‘barricadero’.
BRETTONE, grafia preferibile a ‘bretone’ perché più fedele all’origine latina.
BUSTERELLA, meglio di ‘bustarella’.
CASELLARIO GIUDIZIALE, non giudiziario; SPESE GIUDIZIALI, non giudiziarie.
CELLA FRIGORIFERA, non cella frigorifero.
CHIACCHIERA, non ‘chiacchera’.
CLIVO, non ‘clivio’.
Gli errori più comuni commessi dagli Italiani all’estero
“Qual’è”, “propio” e “avvolte”, 8 Italiani all’estero su 10 bocciati in grammatica. Ecco gli errori più originali
COLLUTORIO, si scrive con una sola “t”.
COMPLEMENTARITA’, non complementarietà. Tutti i sostantivi derivati da aggettivi che finiscono in ‘are’ non prendono mai la ‘e’ prima della ‘t’: elementarità.
CRAC, questa la grafia corretta per indicare un crollo finanziario.
DEFATIGANTE e DEFATICANTE, con la “g” significa ‘pesante”, ‘faticoso’: è un lavoro defatigante; con la “c”, invece, significa ‘che toglie la fatica’: il calciatore è stato sottoposto a una cura defaticante.
DEFLATIVO, è sufficiente una sola “t”.
DISAMINA, non ‘disanima’.
CARDIOPALMO, voce “più corretta” di cardiopalma.
FIDEIUSSORE, si scrive con la i normale, non con la “j” e nel femminile diventa fideiussora.
FRA, quando sta per ‘frate’ non si apostrofa e non si accenta: fra Girolamo.
GIACERE, PIACERE, TACERE, raddoppiano la “c” nella prima persona plurale del presente indicativo e del congiuntivo: noi piacciamo.
INTRAVEDERE. Questo verbo non raddoppia mai la “v”: si intravede una nave all’orizzonte. Tutte le parole, quindi anche i verbi, che cominciano con “intra” non raddoppiano mai la consonante che segue il prefisso: intrapreso. Raddoppiano, invece, la consonante le parole che cominciano con “sopra” (o “sovra”): sopralluogo, sovraccarico, soprassedere.
Gli errori da evitare nell’utilizzo dei pronomi personali soggetto
Il docente e scrittore Massimo Roscia, in occasione della Settimana della lingua italiana nel mondo, ci concede microlezioni tratte dal suo libro. Oggi parliamo dei pronomi personali soggetto
ORE, si dividono dai minuti con un punto o due punti, mai con la virgola (non sono numeri decimali): le 16:30.
OSSEQUENTE, non ‘ossequiente’.
OVVEROSIA, si scrive con una sola ‘s’.
PATRIOTA, corretta anche la grafia con doppia “t”: patriotta.
PERONOSPERA, errore marchiano. Si dice ‘peronospora’. Si tratta, infatti, di una spora parassita della vite, così chiamata perché richiama la forma del perone.
PLEONASMO, non ‘pleonasma’.
QUISQUILIA, non ‘quisquiglia’: le cose di cui si parla sono tutte quisquilie.
RIVERENZA, è preferibile a ‘reverenza’.
REBOANTE, non ‘roboante’.
SCALFITTURA, si scrive con due ‘t’: ha riportato una lieve scalfittura.
SCANNO, è preferibile a “scranno” derivando dal latino “scamnu(m)”.
SCARICABARILI, è meglio di ‘scaricabarile’.
SEROTINO, aggettivo che significa ‘tardivo’, non ‘serale’ e si pronuncia con l’accento sulla “o”: serotino.
SUPPLETIVO, si scrive con una sola ‘t’: elezioni suppletive
UNANIMEMENTE, non ‘unanimamente’.
Si dice “scrivania” o “scrittoio”? L’errore da evitare
A rispondere a questo nuovo curioso dilemma, che spesso gli stessi dizionari italiani faticano a chiarire, ci prova Fausto Raso, giornalista specializzato in problematiche linguistiche
A cura di Fausto Raso