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L’importanza del sorriso, il progetto nelle scuole

Pensare a chi sta peggio è davvero una buona ragione per sorridere? Luca Pagliari racconta del suo progetto nelle scuole dedicato all'importanza del sorriso

La scorsa settimana, complice l’amica Rosella Bitti, Preside dell’Istituto Alberghiero “Varnelli” di Cingoli (Mc), ho tenuto a battesimo un format dedicato all’importanza del sorriso. Tutti abbiamo bisogno di sorridere. Il format nasce da questa verità assoluta, perché gli effetti benefici prodotti dal sorriso sono tanti. Il sorriso è luce che illumina le nostre vite, è segno di forza e di molte altre cose ancora.

“Pensa a chi sta peggio”. Spesso utilizziamo questo pseudo concetto per essere di conforto a chi ha un problema. Il nostro intento è quello di sollevargli il morale, di regalargli un briciolo di ottimismo, ma non è quella la strada giusta. Il sorriso non nasce osservando “chi sta peggio” e le disgrazie altrui non hanno mai risolto i nostri problemi. E poi non è scritto da nessuna parte che “chi sta peggio” non sorrida. L’equazione “meno possiedo, meno sorrido” per fortuna non funziona.

Il sorriso non è figlio di un calcolo matematico, ci sono altri fattori che lo determinano, fattori che si nascondono solo ed esclusivamente dentro di noi. Ho visto bambini tristi con il maglioncino di cachemire e bambini allegri senza neppure un maglietta. Troppe volte ho incontrato dei sorrisi in luoghi dove secondo la logica del “pensa a chi sta peggio”, avrei dovuto imbattermi solo in lacrime e angoscia.

Il sorriso non nasce osservando “chi sta peggio” e le disgrazie altrui non hanno mai risolto i nostri problemi.

Sicuramente volgere lo sguardo verso chi è meno fortunato ci aiuta a combattere l’egoismo, ad avere un’idea più chiara del mondo ed a sviluppare il concetto di compassione (che in senso Buddista non ha nulla a che fare con la pietà), ma di certo le sfortune altrui non possono aiutarci a ritrovare sorriso e serenità. I ragazzi dell’ Alberghiero di Cingoli hanno compreso quanto il sorriso sia importante specialmente quando si sceglie una professione che prevede una costante interazione con il pubblico.

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Abbiamo anche visto un piccolo segmento dell’intervista che ho realizzato con Mauro Uliassi, chef tre stelle Michelin, quanto basta per comprendere che sorridere costa poco, non occupa spazio e nello stesso tempo produce anche successo e fatturato.
L’esperienza di Cingoli è stata fantastica. Se poi ti fai una foto assieme ai pasticceri del futuro circondato da torte che assomigliano a quelle dei cartoni animati, il sorriso diviene uno stampo indelebile. Peccato per il colesterolo.

Luca Pagliari

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