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Da Raffaello a Canova, il meglio dell’arte italiana in mostra a Perugia

Visto il grande successo di pubblico, slitta al 4 novembre la chiusura de "DA RAFFAELLO A CANOVA, DA VALADIER A BALLA" il percorso espositivo a cura di Vittorio Sgarbi

MILANO – Cento magnifiche opere, tra cui molti capolavori assoluti, appartenenti ad una delle più antiche istituzioni culturali italiane, l’Accademia Nazionale di San Luca di Roma, sono esposte a Perugia per una mostra di ampio respiro che si sviluppa nelle due prestigiose sedi di Palazzo Baldeschi e Palazzo Lippi Alessandri, edifici storici di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia situati nel centro storico cittadino e adibiti a spazi museali. Visto il grande successo di pubblico, slitta al 4 novembre la chiusura de “DA RAFFAELLO A CANOVA, DA VALADIER A BALLA” il percorso espositivo a cura di Vittorio Sgarbi e Francesco Moschini promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e organizzato dalla Fondazione CariPerugia Arte.

Tra Quattrocento e Novecento

Con Raffaello, Bronzino, Pietro da Cortona, Guercino, Rubens, Wicar, Hayez, Giambologna, Canova, Valadier, Balla, vi compaiono dipinti e sculture di altri fondamentali artisti italiani e stranieri, a documentare la grande arte tra il Quattrocento e il recente Novecento. Il progetto espositivo offre una immersione nella storia dell’Accademia Nazionale di San Luca, testimoniata in mostra da dipinti, sculture, disegni architettonici, bozzetti preparatori, tutti patrimonio dell’Istituzione romana. Stimolante il confronto che la mostra propone con la realtà artistica perugina ed umbra. Alcune opere appartenenti alla collezione dell’istituzione romana, infatti, non solo entrano in dialogo con altre della Collezione Marabottini esposta permanentemente a Palazzo Baldeschi – è il caso dell’artista Jean-Baptiste Wicar – ma anche con capolavori di storiche istituzioni perugine, come l’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci.

Il percorso artistico

In questa sorta di viaggio artistico che da Roma conduce a Perugia per svilupparsi nel cuore cittadino, il corpus di opere dell’Accademia di San Luca – allestito nelle due sedi espositive situate entrambe in corso Vannucci, a pochissimi metri di distanza l’una dall’altra – complessivamente si snoda in 12 sale, seguendo un ordine cronologico. Il percorso inizia da Palazzo Baldeschi, dove nella prima sala è possibile ammirare il Putto reggifestone di Raffaello Sanzio, affresco staccato appartenuto a Jean-Baptiste Wicar e da lui donato, opera tra le più prestigiose della mostra. A Palazzo Lippi Alessandri i visitatori sono accolti da artisti del calibro di Francesco Hayez, artista veneziano poliedrico e innovatore autore de Il bacio, opera simbolo del romanticismo italiano, Jean Baptiste Wicar, con il suo potente Ritratto ufficiale di Giuseppe Valadier, Rinaldo Rinaldi con il bel ritratto in marmo di Domenico Pellegrini, pittore amatissimo da Canova. In tempo di Scapigliatura, ecco le moderne prove di Tranquillo Cremona, un misterioso Ritratto di donna, e di Federico Faruffini, un ombroso Autoritratto. Espressione artistica del Novecento sono l’autoritratto il Contadino di Giacomo Balla, l’autoritratto del dannunziano Lawrence Alma Tadema, il ritratto dello scultore Giovanni Nicolini realizzato da Antonio Mancini. Il dipinto forse più poetico dell’intera collezione è il Ritratto di Bianca in piedi, mentre attraversa le stanze della casa, portando una teiera di ceramica: è la giovane figlia del pittore Amedeo Bocchi, morta ventiseienne nel 1934.

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