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Stress lavoro-correlato: rischio burnout negli insegnanti

Tommaso Barone, consulente specializzato in Sicurezza sul Lavoro settore Scuole pubbliche, ci spiega perché quella degli insegnanti è una categoria a rischio stress

MILANO – Gli insegnanti sono tra le categorie più a rischio burnout: classi numerose, aule ristrette, organizzazione scolastica, mancanza di attrezzature didattiche espongono i docenti a carichi eccessivi di stress.

La natura stessa di questa professione, oltre che per le ben note criticità dello scenario scolastico italiano, li porta ad instaurare un rapporto prolungato con gli alunni e poi anche con le famiglie, i colleghi, i collaboratori scolastici e il Dirigente.

Il termine burnout, letteralmente “esaurito”, “bruciato”, indica la sindrome da stress lavorativo cronico per cui l’individuo vive in una condizione di esaurimento fisico ed emozionale e tende a mostrare un atteggiamento distaccato e apatico nei confronti del lavoro e delle altre persone.

Proprio l’insegnamento, insieme alle professioni d’aiuto, è considerato tra i lavori più predisposti allo sviluppo di problemi di salute mentale, malattie fisiche e altri sintomi comportamentali.

Le conseguenze della sindrome da burnout sono affaticamento fisico ed emotivo, atteggiamento apatico nei rapporti interpersonali, sentimento di frustrazione per mancata realizzazione delle proprie aspettative.

Sono diverse le reazioni di adattamento, le cosiddette coping strategies, che i singoli insegnanti adottano per far fronte a questa situazione. Alcuni tendono ad affrontare positivamente la situazione, altri adottano soluzioni diversive con un atteggiamento apatico e distaccato nei confronti degli altri, altri ancora fuggono di fronte a questa situazione o cercano sollievo in sostanze palliative come caffè, fumo o alcool.

Il burnout degli insegnanti è ormai un argomento di valenza internazionale e diversi studi, condotti in varie parti del mondo, rilevano che questo è un disagio sociale sempre più diffuso.

Pertanto, l’approccio a un fenomeno del genere prevede sicuramente un’azione a livello individuale, facendo ricorso a un supporto specialistico di tipo psicologico/psichiatrico che possa aiutare il soggetto nel suo percorso riabilitativo; tuttavia, anche la stessa organizzazione scolastica si deve attivare per attuare delle azioni di prevenzione e monitoraggio dello stress lavoro-correlato, sostenendo la categoria degli insegnanti dall’inizio alla fine della loro carriera.

Il D. Lgs. 81/08, “Testo Unico per la Sicurezza”, non a caso, obbliga il datore di lavoro a valutare tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, compresi rischi particolari come lo stress lavoro-correlato.

Per qualsiasi chiarimento consultate il sito www.tommasobarone.it o scrivete una mail a info@tommasobarone.it.

Tommaso Barone

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