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Stefano Bartezzaghi, ”Amore è una parola che sfugge ad una precisa definizione, come creatività o spirito”

Stefano Bartezzaghi ci porta nelle logiche del desiderio nell’ambito di Scienzarteambiente, il festival di Pordenone dedicato alla divulgazione e alla comunicazione scientifica

PORDENONE – Ad addentrarsi nelle Logiche del desiderio nell’ambito di Scienzarteambiente, il festival di Pordenone dedicato alla divulgazione e alla comunicazione scientifica, sabato 18 ottobre è stato Stefano Bartezzaghi, chiamato ad interrogarsi su L’amore e la guerra dei sensi.

Giornalista e scrittore e soprattutto esperto di enigmistica, Bartezzaghi parte dalla difficoltà di dare una precisa definizione della parola amore: “Amore  – dice – è una parola che sfugge ad una precisa definizione, come anche creatività o spirito.

Sono le parole più difficili ad essere facilmente spiegabili, mentre alcuni termini come amore appunto,  pur di altissima frequenza , risultano invece  a bassa definizione.”

L’accezione di amore comunque nel dizionario corrisponde da una parte a  “Sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la”  e dall’altra ad “una forte attrazione anche di carattere sessuale per qualcuno.”

Stefano Bartezzaghi sull’amore

AMORE E AMMORE

Ovvero si chiede Bartezzaghi esiste l’amore e, com’è ora frequente nei social network,  l’ammore?

In realtà la seconda grafia, che a uno studioso parrebbe derivare dal ritorno del dialetto si è diffuso – sorride lo studioso di enigmistica – grazie ad un certo tipo di professionismo brasiliano, ma risponde comunque ad un sentimento più forte, più intenso, più connotato da un punto di vista erotico e soprattutto più esibito.

Ad indicare i due tipi di amore sono chiamati in causa due grandi matrimoni: Grace Kelly e il principe Ranieri e Lady Diana e Carlo d’Inghilterra.

Il primo è stato la rappresentazione tradizionale dell’amore: l’attrice che sposa il principe e passa dal mondo della rappresentazione alla rappresentanza, mantenendo un profilo pubblico discreto e rassicurante.

Anni dopo invece il matrimonio regale è stato un evento televisivo – simbolo infatti secondo Umberto Eco della neo TV cosi come il primo era stato esempio della paleo TV – organizzato e studiato cosi da essere ripreso.

E dopo l’evento, la love story tra Carlo e Diana è stata sempre sotto gli occhi di tutti : un ammore appunto.

 

LE PAROLE DELL’AMORE E L’ENIGMISTICA 

Ma l’amore è soprattutto fatto di parole che, come dice André Breton  ‘fanno l’amore’ e ‘fanno all’amore’ cosi Bartezzaghi si dedica, nella seconda parte dell’incontro alla connessione tra amore ed enigmistica.

Si parte dal Simposio di Platone laddove il filosofo greco dice da una parte che l’amore parla per enigmi e che  noi siamo enigmi nello specchio nell’altro, dall’altra che nell’amore si vive una sorta di nostalgia e di mancanza come se dovessimo ricongiungerci a qualcosa.

“ E questo spiega – dice Bartezzaghi – l’espressione la mia metà”.  Questi due aspetti ritornano più volte nella letteratura da Charles Dickens ne Il nostro comune amico laddove dice “ Io ero rebus incarnato” all’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto  alla vergine Sfinge di Pindaro che parla per enigmi per punire il primo omosessuale del mito Laio, ma d’altra parte vuole che si risolva l’enigma e ricongiungere sapere e non sapere. “

Ma, è nel Barocco che si gioca di più con il binomio amore – enigma – spiega lo scrittore – perché  l’ amore è ineffabile ed inesprimibile, ma riesce a congiungere cose impossibili  e diverse , che è poi la definizione di enigma secondo Aristotele .

L’enigma, inoltre, dicono gli scrittori barocchi,  si fonde su una lacuna ed anela alla sua risoluzione ovvero  c’è attrazione fra enigma e sua soluzione, cosi come prefigurato nel destino della Sfinge.

 

AMORE COME DIVERTISSMENT ANAGRAMMATICO

L’amore inoltre è argomento di enigmi e giochi letterari a partire appunto dal Barocco e da Luigi Groto, che compone due sonetti sull’amor sacro e l’amor profano , nei quali il contrario in senso direzionale crea il contrario nel significato. 

Ma i giochi con i nomi dell’amata cominciano gia con Beatrice, Laura ( l’aura) e Eleonora  di Tasso ( E …le onora)  fino ad arrivare ad Italo Calvino, il cui interesse per l’anagramma risale al momento in cui si firmò come Tonio Cavillo in un ‘edizione per le scuole de Il barone rampante. 

A fine anni ‘ 50 Calvino si innamorò di un amore impossibile per Elsa de Giorgi, un attrice dell’epoca sposatissima e pubblicò le Fiabe Italiane dedicandole a Raggio di Sole, un anagramma imperfetto del nome dell’amata.

Fu l’Espresso nel 1957 ad interrogarsi per primo sull’identità di Raggio di Sole e ad arrivare a questa congettura, poco plausibile – un anagramma imperfetto – per un autore perfezionista quale fu Calvino.

E allora ? “Fu il caso che svelò la cosa e ne derivò un caos?”, così Bartezzaghi sigila la sua lectio dedicata alle lettere che si intrecciano con i cuori.

Alessandra Pavan

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