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Eduard Limonov al Salone del Libro, “Putin è solo un front-man”

Il discusso scrittore e uomo politico russo è tornato in Italia 20 anni dopo l’ultima volta in occasione dell’uscita del suo ultimo libro “Zona industriale”

TORINO – Era uno degli ospiti più attesi al Salone del Libro, e non ha deluso le aspettative dei tanti lettori che hanno riempito la Sala Gialla del Lingotto. Parliamo di Eduard Limonov, scrittore e politico russo. Fondatore e leader del Partito Nazional Bolscevico, tornato in Italia 20 anni dopo l’ultima volta in occasione dell’uscita del suo ultimo libro “Zona industriale”, opera con elementi autobiografici, che inizia quando nel 2003 Limonov esce dal carcere. A moderare l’incontro il giornalista Marino Silibaldi e l’editore di Limonov in Italia Sandro Teti.

Scrittore bulimico

Eduard Limonov, classe 1943, è un uomo enigmatico, sintetico, quasi schivo a parole in pubblico ma prolisso nella scrittura, tanto che Silibardi lo definisce uno “scrittore dallo stile torrenziale, bulimico. Nel suo ultimo libro si parla di politica, vita quotidiana, della trasformazione della Russia negli ultimi anni. Il libro è ambientato nella periferia di Mosca, presso il quartiere in cui Limonov va a vivere dopo la prigione, un quartiere ghetto in via di trasformazione, che ricorda allo scrittore “La città di Ostia dove fu ucciso Pasolini, anche quella una industriale”

La Russia e Putin

L’incontro è l’occasione per parlare della Russia di oggi e di chi è il suo rappresentato da poco rieletto, Vladimir Putin. “Putin è solo un front-man – afferma Limonov – in realtà la Russia è guidata da una 30tina di gruppi di pressione, finanziari e non solo. Putin è solo colui che suscita maggiore impressione qui in Occidente, ma non decide autonomamente. Per esempio la decisione della riunificazione Crimea-Russia è stato messo ai voti, nonostante lui fosse contro. L’esito del referendum non ha suscitato nessuna sorpresa”.Ma perché Putin ha così successo, nonostante sia solo un front-man? “Incarna l’impero Russo, caro ai miei compatrioti. Non c’è nulla di strano, è sempre stato così. Dal 1991 al 2014 il popolo russo è stato umiliato, la Russia è diventata un Paese di terza categoria: è normale ci sia adesso questa reazione. Il giorno della riunificazione della Crimea con la Russia si vedevano persone sorridenti e contente. I russi erano abituati ad essere vincitori nelle competizioni internazionali, quindi il popolo russo psicologicamente era molto provato nel ritrovare una Russia ai margini, priva di forza”.

Crimea e patriottismo

Interessante la versione di Limonov in merito alla ricongiunzione della Crimea con la Russia. “La vittoria della Crimea è stata associata alla figura di Vladimir Putin, ma non è andata così: esisteva già un movimento che si chiamava “Sebastopoli Crimea russa”. Di questo in Occidente non se ne è mai parlato. In quegli anni Putin non si comportava come Patriota: il mio partito, il Partito Nazional Bolscevico, fu messo fuorilegge. Sono stato in carcere durante il governo Putin. Ho ribrezzo per il totalitarismo oligarchico che c’è oggi in Russia: il 78% delle ricchezze nazionali appartengono all1% della popolazione. Mi trovo d’accordo su Putin in merito all’imperialismo russo. Non esiste solo la Crimea: ci sono altre città abitate dai russi che occorre tornino a far parte della Russia, come ad esempio in Kazakistan. Nel 1991, 27 milioni di russi si sono trovati fuori dalla Russia da un giorno all’altro.

Limonov e Carrère

Nel corso dell’incontro Silibardi cita un estratto dal libro “Limonov”, romanzo di Emmanuel Carrère che narra la biografia romanzata di Eduard Limonov, in cui Putin affermava “Chi vuole restaurare il comunismo è senza cervello, chi non lo rimpiange è senza cuore”. Il commento di Limonov “C’è un errore nella citazione, Putin non si riferiva al comunismo ma all’Unione Sovietica. Nel 1994 Putin era un liberale liberista: con le idee patriottiche ai tempi non ci si faceva nulla. Putin ha perseguitato il nostro partito. Nel 2001 abbiamo cercato di dar vita ad un’insurrezione, ma siamo stati arrestati e 6 attivisti condannati a diverse pene detentive. Putin non è colui che vi immaginate voi”. Inevitabile un riferimento diretto ad Emmanuel Carrère. “E’ una persona utile, però è un nemico di classe. Io non sono un borghese, lui lo è. Anche i ricchi piangono. Riconosco a Carrère aver ampliato il numero dei miei lettori. Ha copiato alcuni estratti dei miei libri. Gli sono riconoscente, è solo un nemico di classe.”

Chi è Limonov?

Ma chi è l’uomo e lo scrittore Eduard Limonov? “Sono un russo semplice che molto di rado viene in Italia, invece voi invitate spesso gli oppositori ai convegni, anche se quelli credo che la pensano come me in Russia siano il 75%. Io sono un tipico imperialista reazionario russo, ma sono una persona onesta e diretta. Come scrittore sono una persona di talento, mi frega solo la memoria breve”. Infine, una curiosa battuta di Limonov, che forse tanto battuta non era. “Ho lavorato per anni in una fabbrica di carri armati, facevo i motori a “Kharkov” in Ucraina. Dovessero venire qua dei carri armati russi può darsi siano realizzati con i motori che ho costruito io”.

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