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#RispettalAltro. Al via la campagna social contro la violenza verbale in rete

Dal calcio alla politica non c’è commento, un tweet, un post, un’immagine, un video in cui non ci sia un’offesa o una minaccia. Bisognerebbe abbassare i toni sul web e i social

MILANO – Offese, insulti, minacce, aggressioni sono all’ordine del giorno sul web e sui social. Anzi, è diventato il modo più virale, più di successo, della comunicazione digitale. Ma, a nostro avviso, è il momento di fare una riflessione sulle conseguenze. Il web e i social sono popolati da tutte le categorie socio-demografiche. Ci sono persone di tutte le età. Ma, soprattutto, ci sono bambini e ragazzi. Non solo, ci sono anche persone che non hanno gli strumenti psicologici per sopportare l’offesa, tramutando questa in un attacco anche fisico. Per questo serve responsabilità. Non è un caso che il cyber-bullismo è diventato un problema sociale molto forte.

La social campaign

Da questa riflessione parte la campagna in condivisone (sharing campaign) #RispettalAltro, l’hashtag per sensibilizzare contro il linguaggio violento sul web e sui social, promossa da Libreriamo in collaborazione con tutti gli utenti della rete. Partecipare e semplice, basta inviare una frase, un’immagine, un video, un racconto, una lettera a favore del rispetto del prossimo al sito internet (nelle apposite sezioni Scriviamo e Caro ti scrivo) e sui canali social di Libreriamo (Facebook, Twitter ed Instagram) o più semplicemente attraverso il proprio profilo utilizzando #RispettalAltro.

Basta offese sui social

“Il vero senso della campagna – afferma Saro Trovato, fondatore di Libreriamo, – è cercare di sensibilizzare gli utenti dall’astenersi ed evitare di rispondere ai commenti di chi offende direttamente o indirettamente e non condividere e non seguire coloro che volutamente e speculativamente utilizzano o danno enfasi al linguaggio da Ultras. Preme sottolineare che un’offesa, un’aggressione seppur verbale può creare ferite atroci, le quali molte volte possono portare a gesti estremi in modo attivo, aggredendo anche fisicamente chi ha offeso, e in modo passivo, riversando la frustrazione su sé stessi. Per questo serve responsabilità, soprattutto da parte di chi genera opinione. Star del cinema, dello sport, della Tv e, oggi, anche dei social devono avere la responsabilità di comprendere che il linguaggio spinto può generare odio e l’odio inevitabilmente crea violenza.”

Linguaggio estremo

E’ tangibile il fatto che oggi il modo più veloce per sviluppare seguito, per avere attenzione è offendere platealmente chi è o la pensa in modo diverso. Basta andare in giro per il web e i social e si capisce subito che questo è il linguaggio dominante. Colpisce altresì che anche autorevoli organi d’informazione non fanno altro che dare ancora più rilevanza a chi si rende protagonista di un linguaggio o di un gesto estremo. Fa notizia, crea traffico. Libreriamo vuole dare un piccolo contributo nel sensibilizzare contro questo grave problema, consapevoli che non si può cambiare il mondo. Ma, bisogna provare. Per fare ciò si cerca il coinvolgimento degli stessi utenti, il pubblico della rete e dei social. Saranno loro i veri protagonisti della campagna, attraverso frasi e immagini da condividere con #RispettalAltro, l’hashtag di riferimento per coloro che vogliono contribuire a pulire la rete e i social dal linguaggio da ultras.

Volontà indomita

Certo è che la migliore campagna che si possa fare è quella di non far parte della tribù degli Ultras. Bisogna contribuire in modo attivo a togliere spazio al commento violento. Diceva Ghandi, “La forza non deriva dalla capacità fisica. Deriva da una volontà indomita.” Bisogna avere la volontà di credere che si può cambiare qualcosa. E in prima istanza sempre facendo riferimento al pensiero rivoluzionario di Mahatma “Mi oppongo alla violenza perché, quando sembra produrre il bene, è un bene temporaneo; mentre il male che fa è permanente”. E’ fondamentale quindi astenersi dal rispondere a commenti offensivi o violenti, bisogna ignorare video, immagini, post o commenti che offendono gli altri, al fine di togliere loro il bene primario, visibilità, traffico e quindi consenso.

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