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”Non dirmi che hai paura” un libro sui sogni infranti dei migranti

"Non dirmi che hai paura" un libro del 2014 di Giuseppe Catozzella, che racconta tutta la tragedia di chi è costretto a fuggire dalla propria terra in cerca di un mondo migliore.

Non dirmi che hai paura è un libro del 2014 di Giuseppe Catozzella. Un libro che meriterebbe di essere letto dai ragazzi nelle scuole per capire la tragedia dei migranti.

Non dirmi che hai paura fu finalista e vincitore nella sezione giovani al Premio Strega 2014.

Sarebbe auspicabile che qualche produttore investisse su una fiction del libro.

Questo permetterebbe non solo di omaggiare la vita di una piccola-grande donna ma di poter divulgare nel modo più opportuno ed equilibrato l’immane tragedia dell’immigrazione clandestina. 

Un libro che quando uscì  ebbe il riconoscimento  di autorevoli personaggi del calibro di Roberto Saviano “Hai la sensazione che queste pagine ti abbiano cambiato”; di Gad Lerner , “Straordinario per levità, energia, speranza.”; di Erri De Luca, “Capace di raccontare la più grande epopea del nostro tempo”; di Goffredo Fofi, “Mi ha commosso come, a suo tempo, Il buio oltre la siepe”.

Leggendo questo splendido romanzo si capisce subito il perché. Un libro che mette in luce una tragedia come il traffico di essere umani, la guerra, il fondamentalismo. 

Non dirmi che hai paura è la storia di Samia Yusuf Omar

Il libro di Giuseppe Catozzella narra della vita di Samia Yusuf Omar.

Una storia che i giornali di tutto il mondo narrarono per la grande emozione, ma che poi finì per andare nel dimenticatoio mediatico.

Giuseppe Catozzella con il suo romanzo permise a Samia Yusf Omar di poter rinascere. 

Samia è una ragazza somala che partecipò, a soli 17 anni, alle Olimpiadi di Pechino del 2008.

Corse i 200 metri in 32 secondi e 16 primi, realizzando l’ultimo tempo di tutte le batterie, ma il pubblico la incoraggiò, la applaudì.

Ho tagliato il traguardo quasi dieci secondi dopo la prima, Veronica Campbell-Brown 

Un angelo realmente esistito. Samia è morta durante il viaggio che doveva regalarle la possibilità di trovare la propria libertà, il successo, la realizzazione.

Il libro di Giuseppe Catozzella è vita vera in grado di saper raccontare e svelare i sogni e le sfide della di una giovane atleta.

Un libro nato dalla voglia di raccontare un sogno 

Come afferma lo stesso Giuseppe Catozzella:

Sono venuto a conoscenza della storia di Samia per caso Nell’estate del 2012 mi trovavo al confine con la Somalia, ero a Lamu, in Kenya, e stavo facendo alcune ricerche sui campi talebani, per costruire un altro libro. Una mattina, facendo colazione, guardavo la televisione, erano appena terminate le Olimpiadi di Londra e Al-Jazeera trasmetteva una breve intervista ad Abdi Bile, ex atleta somalo e membro del comitato olimpico: raccontò in poche parole la storia di Samia, voleva ricordarla a distanza di pochi mesi dalla scomparsa. Rimasi folgorato. Decisi di mettere da parte tutte le ricerche fatte fino a quel momento per dedicarmi completamente a lei.

Dieci secondi, un’infinità. Non ho provato vergogna, in ogni caso. Solo un forte senso di orgoglio per il mio paese. Istantaneo, appena passata la linea del traguardo. La gente ha continuato ad applaudire

Dopo quella prima esperienza, Samia voleva arrivare alle Olimpiadi di Londra del 2012.

E voleva vincere, per eguagliare le imprese e i successi del suo mito Mo Farah.

Per poter realizzare i suoi sogni, però, Samia non poteva restare nel suo Paese, doveva cercare la salvezza e una possibilità altrove, in Italia per esempio.

Ma in Italia non riuscì mai ad arrivare.

Nell’aprile 2012, durante un lungo e durissimo viaggio della speranza, un’odissea vissuta insieme ad altri migranti partiti dalla Libia, perse la vita annegando nel Mediterraneo.

Un racconto nato dalle testimonianze dei familiari

La vita di Samia è stata raccontata a Giuseppe Catozzella dai suoi familiari. In particolare da sua sorella Hodan che ha incontrato a Helsinki, dove vive con la figlia Mannaar che tanto somiglia alla zia.

È tutto vero, ciò che compete alla parte letteraria è solo la scelta di scrivere in prima persona come se fosse Samia stessa a raccontare. Sua sorella mi ha dato fiducia e, tra tutti, ha affidato a me la storia.

Catozzella in questo lavoro ha dimostrato una dote non comune e non riscontrabile facilmente tra gli scrittori italiani.

Parlare di una storia apparentemente molto lontana dall’Italia, ma intimamente immersa nel vissuto di ciascuno di noi.

E’ riuscito a far vivere al lettore una cultura diversa dalla nostra, come solo i grandi autori internazionali riescono a fare.

Un libro che oltre a romanzare riesce a fare sociologia, antropologia culturale, in un modo che solo chi ha il grande dono della semplicità riesce a fare.

Un libro capolavoro

La storia di Non dirmi che hai paura è  paragonabile per emozione al best seller “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini.

E come il libro di Hosseini è in grado di saper raccontare l’esperienza di tutti coloro che hanno avuto la sfortuna di nascere in un luogo in cui la speranza,  il futuro e le opportunità non esistono.

Samia ci ha provato, aveva toccato il cielo con un dito, riuscendo a partecipare alle Olimpiadi di Pechino. Il sogno era diventato realtà, diventando un caso internazionale.

Purtroppo, però, il destino è stato crudele con questa ragazza, indirizzandola verso un viaggio senza una meta e senza un ritorno.

Malgrado ciò Giuseppe Catozzella ha ridato voce alla speranza, facendo in modo che Samia avesse ciò che meritava, il rispetto assoluto da parte dell’intera umanità.

E’ riuscito a far riaccendere quei riflettori che ahimè non sono stati orientati su di lei alle Olimpiadi di Londra nel 2012.

Adesso, l’ultima speranza che questo libro diventi un libro per i ragazzi nelle scuole e magari un regista riesca a costruirne un film in grado di immortalare per sempre questa esile e grande donna.

Il video della gara di Samia a Pechino 2008

 Saro Trovato

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