Sei qui: Home » Libri » Preghiera per Chernobyl, il libro per non dimenticare il disastro nucleare

Preghiera per Chernobyl, il libro per non dimenticare il disastro nucleare

Preghiera per Chernobyl è il libro testimonianza di Svjatlana Aleksievič da cui è tratta l'omonima serie HBO, per non dimenticare il disastro nucleare

Sono passati 35 anni dalla più grande catastrofe nucleare della storia. Il 26 aprile 1986 all’1.23 nella centrale di Chernobyl, in Ucraina, una tremenda esplosione provocò lo scoperchiamento di un reattore. Il risultato fu una diffusione di radioattività pari a 400 volte la bomba di Hiroshima. Da questa tragedia è nato il libro Preghiera per Chernobyl di Svjatlana Aleksievič (edizioni e/o), a cui è ispirata la serie tv andata in onda su Sky Atlantic e Now TV.

L’autrice è a giornalista e scrittrice bielorussa Svjatlana Aleksievič, che per tre anni ha girato la Bielorussia raccogliendo le testimonianze di chi ha subito le conseguenze della catastrofe. Un lungo lavoro di ricerca, di interviste dolorose, di vite segnate per sempre da quella notte, e di un regime sovietico che non si è mai più ripreso da un colpo così grosso.

Chernobyl
Credits HBO

Negare la tragedia

Il libro è stato pubblicato in Russia nel 1997, ma è stata la serie HBO diretta da Johan Renck a suscitare scalpore e a portare l’attenzione pubblica a parlare dell’accaduto. Come ha sottolineato l’autrice in un’intervista a Repubblica, l’URSS non è stata capace di far fronte alla tragedia di Chernobyl, anzi, ha cercato di nascondere il più possibile gli effetti della radioattività sulla popolazione: «è un tabù. Una volta da noi, in Bielorussia, distribuirono fra la popolazione i dosimetri per rilevare la radioattività fra la gente, ma suonavano in continuazione perché viviamo vicino a Chernobyl. Quindi si abbandonò l’idea per non seminare paura. Si vive così».

Chernobyl
Credits HBO

Chernobyl, un libro sul futuro

«Questo libro non parla di Černobyl’ in quanto tale, ma del suo mondo» – ha dichiarato Svjatlana Aleksievič. «Proprio di ciò che conosciamo meno. O quasi per niente. A interessarmi non era l’avvenimento in sé, vale a dire cosa era successo e per colpa di chi, bensì le impressioni, i sentimenti delle persone che hanno toccato con mano l’ignoto. Il mistero. Černobyl’ è un mistero che dobbiamo ancora risolvere… Questa è la ricostruzione non degli avvenimenti, ma dei sentimenti. Per tre anni ho viaggiato e fatto domande a persone di professioni, destini, generazioni e temperamenti diversi. Credenti e atei. Contadini e intellettuali. Černobyl’ è il principale contenuto del loro mondo. Esso ha avvelenato ogni cosa che hanno dentro, e anche attorno, e non solo l’acqua e la terra. Tutto il loro tempo. Questi uomini e queste donne sono stati i primi a vedere ciò che noi possiamo soltanto supporre… Più di una volta ho avuto l’impressione che in realtà io stessi annotando il futuro».

© Riproduzione Riservata