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“Memorie di Adriano”, l’immortale capolavoro di Marguerite Yourcenar

"Memorie di Adriano" è uno dei più grandi romanzi della letteratura europea. L'opera che ha reso celebre Marguerite Yourcenar non è un semplice romanzo storico, ma un capolavoro che spazia dalla filosofia all'amore, dalla riflessione esistenziale a quella storica.

Memorie di Adriano” è il libro che scopriamo insieme oggi, in occasione dell’anniversario di Marguerite Yourcenar, nata l’8 giugno 1903 a Bruxelles e scomparsa il 17 dicembre 1987. Nel 1980 l’autrice diviene la prima donna membro dell’Académie française. Una grande scrittrice e intellettuale che, dopo 30 anni di ricerche e studi, ci ha regalato uno dei capolavori della letteratura contemporanea.

Romanzo storico e non solo

“La parola scritta m’ha insegnato ad ascoltare la voce umana, pressappoco come gli atteggiamenti maestosi e immoti delle statue m’hanno insegnato ad apprezzare i gesti degli uomini. Viceversa, con l’andar del tempo, la vita m’ha chiarito i libri”.

Le “Memorie di Adriano” non è un semplice romanzo storico. Nel suo capolavoro, infatti, Marguerite Yourcenar si serve della figura dell’imperatore romano Publio Elio Traiano Adriano (Italica, 24 gennaio 76 – Baia, 10 luglio 138) per fotografare l’epoca storica in cui egli vive e regna, ma soprattutto per restituire un affresco, attuale ancora oggi, dell’esistenza umana in tutte le sue sfaccettature.

Crescita, amore, desiderio, passione per le arti e il bello, paura di non sopravvivere all’eterno e riflessione sulla morte sono fra i temi principali di un’opera che emoziona e fornisce spunti importanti per comprendere meglio il nostro io più recondito. Leggere “Memorie di Adriano” vuol dire, insomma, scoprire la vita di un grande personaggio ma, di riflesso, scoprire anche lati nascosti della nostra.

Un libro che parla di storia e amore, un amore “LGBT“, come diremmo oggi, fatto di intrighi, passioni e giochi di potere. L’accuratezza storica e stilistica rendono questo libro uno dei romanzi storici più letti di sempre. Ma se dovessimo scegliere un momento prezioso all’interno di “Memorie di Adriano”, selezioneremmo senza ombra di dubbio la chiusa finale, in cui Yourcenar si serve, arricchendoli, dei brevi versi composti da Adriano e scolpiti sulla sua lapide, che racchiudono il senso dell’intera opera della scrittrice belga:

“Piccola anima smarrita e soave, compagna
e ospite del corpo, ora t’appresti a
scendere in luoghi incolori, ardui e spogli,
ove non avrai più gli svaghi consueti.
Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari,
le cose che certamente non vedremo mai più.
Cerchiamo d’entrare nella morte a occhi aperti”.

“Memorie di Adriano”, la sinossi

Il capolavoro di Marguerite Yourcenar unisce al cesello perfetto della ricostruzione storica il coraggio di presentare a tutto tondo un grand’uomo, l’altezza del suo pensiero, la disponibilità intellettuale, le intuizioni profetiche, donandoci non già un saggio erudito, ma un libro dei giorni nostri, e dei giorni a venire.

Perché, come ha scritto la Yourcenar, «non siamo i soli a guardare in faccia un avvenire inesorabile». I Taccuini di appunti dell’autrice (annotazioni di studio, lampi di autobiografia, ricordi, vicissitudini della scrittura) perfezionano la conoscenza di un’opera che fu pensata, composta, smarrita, corretta per quasi un trentennio. La nota della traduttrice, Lidia Storoni Mazzolani, ci regala la storia di un’amicizia nata lavorando alla versione italiana.

Marguerite Yourcenar

Dai romanzi biografici ambientati in epoche remote “Memorie di Adriano” e “L’opera al nero”, ai suggestivi racconti delle “Novelle orientali”, dal saggio “Il segreto e il sacro. Saggi sulla letteratura e sulla traduzione” alle poesie racchiuse ne “I doni di Alcippe”, l’autrice franco-belga ci ha lasciato un’eredità di inestimabile valore culturale.

Marguerite Yourcenar nasce a Bruxelles l’8 giugno 1903, da una famiglia per metà francese e per metà belga. Da sempre appassionata di lettere e di cultura classica, compone poesie, scrive carnets di memorie per poi comporre i suoi romanzi, riflette sulla vita, sull’amore e sul tempo che passa in saggi e racconti. La sua vita, contraddistinta dalla costante del viaggio e dal grande amore per la compagna Grace Frick, si spegne nel Maine, il 17 dicembre 1987.

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