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Marco Narcisi, ”Per il mio primo libro mi sono ispirato all’ex presidente Hugo Chavez”

Un romanzo italiano che offre un'immagine del Sudamerica molto simile a quella delineatasi dopo la morte del comandante Hugo Chavez. E' questo ''L'amicizia in Guerra'', l'opera d'esordio di Marco Narcisi, per le Edizioni Nulla Die...

L’autore de “L’amicizia in Guerra” presenta il suo romanzo d’esordio, nel quale narra la storia di amicizia di sei ragazzi sullo sfondo di rivolte civili venezuelane e condottieri

MILANO – Un romanzo italiano che offre un’immagine del Sudamerica molto simile a quella delineatasi dopo la morte del comandante Hugo Chavez. E’ questo “L’amicizia in Guerra”, l’opera d’esordio di Marco Narcisi, per le Edizioni Nulla Die. Il libro narra le avventure di un gruppo di 6 ragazzi originari di un piccolo paese del Nord America che, in seguito alla sparizione di uno di loro e ad un evento catastrofico che si è abbattuto sulla loro cittadina, sono costretti a fuggire in Venezuela, stabilendosi a Caracas. Qui si troveranno al centro di guerre civili e sommosse, il tutto influenzato, ed in parte orchestrato, dalla carismatica figura di Alvarez, il prode e spietato condottiero che aveva preso il potere nello stato del Venezuela.

Da cosa nasce l’dea del suo libro?
La mia idea era quella di sviluppare un racconto che prendesse spunto dalla situazione che si stava evolvendo all’epoca, nel 2011. Si trattava di un periodo in cui infuriavano le rivolte nel Nordafrica, ma nonostante vi fossero già diversi spunti di riflessione, ho preferito toccare alcuni temi che ritenevo parimenti importanti, se non addirittura consequenziali, quali l’insoddisfazione popolare che trova fondamento nella mancanza di fiducia nei politici, il fanatismo, la strumentalizzazione di tutto questo. Purtroppo, a distanza di circa due anni dall’inizio della redazione di questo libro, questi temi sono ancora in primo piano.

Quali sono secondo lei le principali affinità tra la situazione attuale che si vive in Venezuela in seguito alla morte di Chavez e quella narrata all’interno del libro?
Ne "L’amicizia in guerra" il presidente del Venezuela, figura carismatica e controversa, e la sua cerchia di accoliti, in un contesto mondiale di grandi cambiamenti e ribellioni, impiegano i loro mezzi per polarizzare l’attenzione della popolazione verso coloro che vengono definiti "i nemici della nazione". Mi ha particolarmente sorpreso, quando, durante l’annuncio della morte del presidente Chavez, il suo successore, il vicepresidente Maduro, abbia pubblicamente accusato proprio i nemici del Venezuela di aver ordito l’assassinio del loro capo supremo, utilizzando dei toni estremamente simili a quelli che due anni fa ho impiegato nel romanzo.

Tra i protagonisti del libro, una delle figure principali è senza dubbio quella di Alvarez. A chi si è ispirato per caratterizzarlo?
Nel romanzo, Alvarez è un leader orgoglioso del suo Paese, tanto amato dai suoi sostenitori, quanto detestato profondamente dai suoi detrattori. Detentore di un grande potere, utilizza frequentemente la leva della propaganda per attirare l’attenzione su di sé e plasmare l’opinione pubblica con l’obiettivo di far perseguire a tutti i suoi traguardi, il maggiore dei quali è la creazione di una potenza militare inimitabile in tutto il Sudamerica. Per quanto riguarda diversi aspetti, posso dire di  essermi ispirato principalmente all’ex presidente Chavez, seppur alcuni dei tratti da me descritti possono essere assimilabili anche ad altri leader di caratura simile.

Tema principale del libro è "l’amicizia in guerra". Come viene narrata e in che modo emerge all’interno del libro?
Nel marasma che si dipanava durante le rivolte popolari, ho sempre cercato di porre la mia attenzione alle vicende umane che talvolta passano in secondo piano quando gli eventi assumono dimensioni enormi. Ho, quindi, messo l’accento sull’amicizia, un sentimento così profondo, quanto a volte combattuto quando si trova a dover sfidare delle vicende più grandi dei protagonisti stessi. L’amicizia è il filo conduttore dei ragazzi nel romanzo, è ciò che li tiene uniti e che cambia le loro vite durante la storia.

Tornando all’attualità, come pensa si evolverà la situazione in Venezuela?
Premetto, ovviamente, di non essere un esperto di dinamiche geopolitiche, pur essendo molto interessato a vicende che si svolgono anche a grande distanza da noi. L’impressione che ho avuto è quella di un Paese sì scosso dalla morte del suo leader, ma anche pericolosamente spinto verso l’odio per gli Stati Uniti e non solo. Temo che la direzione che abbia intrapreso, almeno per il momento, sia quella di una deriva in questo senso, spinta dalle autorità locali. Ritengo che la comunità internazionale dovrebbe porre la massima attenzione su ciò che sta accadendo in Venezuela, perché quando in uno Stato avviene un cambiamento così importante, variano anche le dinamiche interne. C’è, inoltre, da considerare che è generalmente preferito dalle forze politiche globali avere a che fare con un interlocutore "avverso" ma conosciuto che con un nuovo establishment dalle idee non sempre trasparenti e per questo saranno da valutare eventuali risvolti sul piano internazionale.

 

13 marzo 2013

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