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Simone de Beauvoir: le frasi del suo pensiero e del suo impegno

In occasione dell'anniversario della nascita di Simone De Beauvoir, vogliamo ricordare la grande scrittrice francese attraverso le sue frasi che celebrano la sua filosofia rivoluzionaria.

Simone de Beauvoir nacque a Parigi il 9 gennaio 1908 da una famiglia alto-borghese, segnata presto dalla bancarotta del nonno paterno Gustave Brasseur.

Radicalmente atea Simone de Beavoir come Sartre, ne La Cérémonie des Adieux’ aveva scritto a riguardo della morte di colui col quale aveva condiviso gran parte della sua esistenza e delle sue idee:

“La sua morte ci separa. La mia morte non ci riunirà. È così; è già bello che le nostre vite abbiano potuto essere in sintonia così a lungo.”

Il pensiero e l’impegno di Simone de Beauvoir a sostegno dei più deboli, delle minoranze, delle donne e contro ogni discriminazione e tirannia è davvero enorme. 

Abbiamo voluto proporre una raccolta di frasi tratte dai suoi libri e pronunciate in pubblico per celebrare la grandezza di questa grande donna. 

Nella scelta delle frasi abbiamo voluto distribuirle per argomenti e impegno al fine di rendere più manifesto il suo modo di pensare ed agire. 

Le frasi più belle di Simone de Beauvoir

  • Le frasi sulla vita e la società

In tutte le lacrime indugia una speranza.

Se tu mi ami come io ti amo, perché perdere tre quarti della vita ad aspettarci?

Vi sono risposte che non avrei la forza di ascoltare e perciò evito di porre le domande.

Perché le parole, questa precisione brutale che maltratta le nostre complicazioni?

Mi è stato più facile pensare un mondo senza creatore, che un creatore pieno di tutte le contraddizioni del mondo.

L’umanità preferisce alla vita delle ragioni per vivere.

Lui è il Soggetto, l’Assoluto. Lei è l’Altro.

Chi ha interesse a perpetuare il presente, versa sempre qualche lacrima sul magnifico passato che sta per scomparire, senza accordare un sorriso al giovane avvenire

Mi è stato più facile pensare un mondo senza creatore, che un creatore pieno di tutte le contraddizioni del mondo.

Mi dicevo che, finché ci sarebbero stati dei libri, la mia felicità era garantita.

Mentire, è offendere Dio.

Invidiai un cuore capace di battere all’unisono con l’intero universo.

Son sicura che salirò più in alto di tutti loro. È orgoglio? Se non ho genio, sì, ma se ne ho – come a volte credo, come a volte son sicura – è soltanto lucidità.

L’educazione che mi avevano dato mi aveva convinta dell’inferiorità intellettuale del mio sesso, inferiorità che molte delle mie compagne ammettevano.

Mi è stato più facile pensare un mondo senza creatore, che un creatore pieno di tutte le contraddizioni del mondo.

O l’amore fisico si integrava con l’amore puro e semplice e in questo caso era naturale, oppure era una tragica caduta, e io non avevo l’audacia di piombarvi. 

Il vuoto del cielo disarma la collera.

Non si trasforma la propria vita senza trasformare se stessi.

Per entrare nel segreto delle cose, prima bisogna darsi a esse.

Non si finisce mai di imparare perché non si finisce mai di ignorare.

Riporre la propria salvezza su qualcuno che non sia noi stessi è il piú sicuro mezzo di correre incontro alla propria perdita.

Ciò che si cerca negli oggetti di valore non è un godimento immediato: essi servono da tramite col prossimo; il loro prestigio deriva da quello di chi li valuta.
Se un dolore viene tenuto temporaneamente lontano, non si può dire che abbia cessato di esistere; è presente persino nella cura con cui si cerca di evitarlo. 

Un giorno un’adolescente, un’altra me stessa, avrebbe bagnato con le sue lacrime un romanzo in cui io avrei raccontata la mia propria storia.

Desidero che ogni vita umana sia pura e trasparente libertà.

Un libro è un oggetto collettivo. I lettori contribuiscono quanto l’autore a crearlo

Se vivi abbastanza a lungo, vedrai che ogni vittoria si muta in una sconfitta.

La gente simpatizza più volentieri con l’infelicità anziché con la felicità.

L’atroce contraddizione della collera che nasce dall’amore e distrugge l’amore.

Ero fatto per un altro pianeta, ho sbagliato destinazione.

Non si trasforma la propria vita senza trasformare se stessi.

Vi sono risposte che non avrei la forza di ascoltare e perciò evito di porre le domande.

Orgoglio imbecille. Tutte le donne si credono diverse; tutte pensano che certe cose, a loro, non possono succedere. E si sbagliano tutte.

Vi sono risposte che non avrei la forza di ascoltare e perciò evito di porre le domande.

La fatalità trionfa non appena si crede in lei.

Non è nel dare la vita ma nel rischiare la vita che gli esseri umani sono superiori agli animali; questo è il motivo per il quale nell’umanità la superiorità è stata data non al sesso che porta avanti, ma a quello che uccide

La società non si cura dell’individuo che nella misura in cui esso renda.

Non s’arriva mai a possedere il mondo.

Crediamo che sia l’amore a dare tutto il suo splendore al mondo: ma è anche il mondo a riempire l’amore con le sue ricchezze.

Sono un’intellettuale. E mi fa rabbia che si faccia di questa parola un insulto: la gente ha l’aria di credere che tanto meno s’ha cervello, tanto più s’hanno coglioni.

Vorrei che ogni vita umana potesse essere pura, trasparente libertà.

L’uomo è libero; ma trova la sua legge nella sua libertà stessa.

Mi sono dimenticata senza problemi di Dio e se ho usato il suo nome, è stato per designare un vuoto che davanti ai miei occhi brillava di pienezza.

Il vuoto del cielo disarma la collera.

È proprio perché odio l’infelicità e sono poco incline a prevederla, che quando la incontro essa m’indigna e mi sconvolge; e provo il bisogno di comunicare la mia emozione. Per combatterla, bisogna prima rivelarla.

Voler essere libero, è anche volere che gli altri siano liberi.

È proprio di ogni morale considerare la vita umana come una partita che si può vincere o perdere, e insegnare all’uomo il modo di vincere.

L’uomo serio è pericoloso; è naturale che diventi tiranno.

Noi sappiamo che ogni uomo è mortale, ma non che l’umanità deve morire.

  • Le frasi sulle donne e il femminismo

Una donna libera è l’assoluto contrario di una donna leggera.

Gli presi una mano e dissi la frase di tutte le donne che cercano di essere tenere: mi piacciono le vostre mani.

L’uomo è definito come essere umano e la donna come femmina; ogni volta che si comporta da essere umano si dice che imiti il maschio.

Nessuno è di fronte alle donne più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità

Non si nasce donne: si diventa.

Non ho mai nutrito l’illusione di trasformare la condizione femminile, essa dipende dall’avvenire del lavoro nel mondo e non cambierà seriamente che a prezzo di uno sconvolgimento della produzione. Per questo ho evitato di chiudermi nel cosiddetto «femminismo»

La donna non è vittima di una misteriosa fatalità… Non si deve arrivare alla conclusione che le sue ovaie le condannano a vivere eternamente in ginocchio.

Se Dio ha creato qualcosa di più bello delle donne deve esserselo tenuto per sé.

La donna è votata all’immoralità perché per lei la morale consiste nell’incarnare una entità inumana: la donna forte, la madre ammirevole, la donna onesta.

Non mi sono mai sentita inferiore… Ciononostante, “essere donna” relega ognuna di noi a un ruolo secondario.

Ora la donna è sempre stata, se non la schiava, la suddita dell’uomo; i due sessi non si sono mai divisi il mondo in parti uguali e ancora oggi, nonostante che la condizione della donna si sia evoluta, la donna è gravemente handicappata.

Una donna che non ha paura degli uomini, fa loro paura.

La donna? è semplicissimo – dice chi ama le formula semplici: è una matrice, un’ovaia; è una femmina: ciò basta a definirla. In bocca all’uomo, la parola “femmina” suona come un insulto; eppure l’uomo non si vergogna della propria animalità, anzi è orgoglioso se si dice di lui: “E’ un maschio!

C’è una strana malafede nel conciliare il disprezzo per le donne con il rispetto di cui si circondano le madri. È un paradosso criminale negare alla donna ogni attività pubblica, precluderle la carriera maschile, proclamare la sua incapacità in tutti i campi, e affidarle l’impresa più delicata e più grave: la formazione di un essere umano.

La divisione del lavoro vota la donna all’inessenziale, al generale: la casa, il cibo sono utili alla vita ma non le danno un senso: gli scopi immediati della massaia non sono che mezzi, non veri fini e in essi si riflettono solo progetti anonimi.

È attraverso il lavoro che la donna ha superato in gran parte la distanza che la separa dal maschio.
La donna non è una realtà fissa, ma un divenire; solo nel suo divenire è legittimo paragonarla all’uomo, vale a dire che è legittimo misurare le sue possibilità

La donna infliggendo all’uomo qualche minuto di attesa, protesta contro quella lunga attesa che è la sua vita. In un certo modo tutta la sua vita è un’attesa… poiché la sua giustificazione è sempre nelle mani di un altro.
 
Pochi compiti sono simili alla tortura di Sisifo più del lavoro domestico, con le sue infinite ripetizioni: il pulito diventa sporco, lo sporco viene pulito, più e più volte, giorno dopo giorno.
 
Il focolare rappresenta per lei ciò che le spetta sulla terra, l’espressione del suo valore sociale e della sua più intima verità. Poiché non fa niente, la donna cerca se stessa avidamente in ciò che ha.
 
Ogni oppressione crea uno stato di guerra. Questo caso non fa eccezione. Oggi la lotta assume un altro aspetto: invece di voler rinchiudere l’uomo in un carcere, la donna cerca di evaderne; non cerca più di trascinarlo nelle regioni dell’immanenza ma di emergere alla luce della trascendenza.
 
Il presente avvolge il passato, e nel passato tutta la storia è stata fatta dagli uomini.
 
Il mistero dell’incarnazione si ripete in ogni donna; ogni figlio che nasce è un dio che si fa uomo.
 
L’umanità è maschile e l’uomo definisce la donna non in quanto tale ma in relazione a sé stesso; non è considerata un essere autonomo.
 
Si può dire ancora che vi siano delle ‘donne’? Certo la teoria dell’eterno femminino conta numerosi adepti; altri sospirano: ‘La donna si perde, la donna è perduta.’. Non è più chiaro se vi siano ancora donne, se ve ne saranno sempre, se bisogna augurarselo o no, che posto occupano nel mondo, che posto dovrebbero occuparvi.
 
Dove sono le donne?
 
Nessuna donna dovrebbe essere autorizzata a rimanere a casa per allevare i suoi figli. La società dovrebbe essere totalmente differente. Le donne non dovrebbero avere quella scelta, precisamente perché se ci fosse una tale scelta troppe donne la farebbero. È un modo di forzare le donne in una certa direzione.
  • Le frasi sul matrimonio e sulla coppia
Il principio del matrimonio è osceno perché trasforma in diritti e doveri uno scambio che dovrebbe essere fondato su uno slancio spontaneo; il marito è spesso reso gelido dall’idea che sta compiendo un dovere e la donna ha orrore di essere consegnata a qualcuno che esercita su di lei un diritto.
 
Non sono gli individui a essere responsabili del fallimento del matrimonio: è la sua stessa istituzione a essere originariamente perversa.
 
Se il matrimonio diminuisce l’uomo, quasi sempre annichilisce la donna.
 
La coppia è una comunità i cui membri hanno perso la loro autonomia senza liberarsi della solitudine.
 
La coppia felice che si riconosce nell’amore sfida l’universo e il tempo; è sufficiente a sé stessa, realizza l’assoluto.
 
Non c’è grande distanza tra il tradimento dell’assenza e l’infedeltà
 
Il marito quando viene a casa, dopo una giornata in cui ha provato la difficoltà di rapporti con gli uguali o la subordinazione ai superiori, ama sentirsi un capo assoluto e dispensare verità incontestate.
 
La suprema felicità per una donna innamorata è quella di venire riconosciuta dall’uomo amato come una parte di se stesso; quando egli dice “noi” lei partecipa al prestigio di lui e con lui regna sul resto del mondo; non si stancherebbe mai di ripeterlo, fino alla noia, quel delizioso “noi”
 
  • Le frasi sulla sessualità e l’omosessualità
 
Ciò che dà alle donne chiuse nell’omosessualità un carattere virile non è la loro vita erotica, che, al contrario, le confina in un universo femminile: è l’insieme delle responsabilità che sono costrette ad assumere in quanto fanno a meno degli uomini.
Di per se stessa, l’omosessualità è limitante quanto l’eterosessualità: l’ideale sarebbe essere capaci di amare una donna o un uomo; indifferentemente, un essere umano, senza provare paura, limiti, od obblighi.
 
L’erotismo è un movimento verso l’Altro…
 
Non è sempre il rifiuto a farsi oggetto che porta la donna all’omosessualità; la maggior parte delle lesbiche cerca al contrario di impadronirsi dei tesori della propria femminilità.
 
La verginità ha questa attrattiva erotica solo in quanto va unita alla giovinezza; altrimenti torna ad essere un inquietante mistero.
 
Una donna può dedicarsi alle donne perché l’uomo l’ha delusa, ma talvolta l’uomo la delude perché essa cercava in lui una donna.
 
Tra le donne l’amore è contemplativo, non v’è lotta né vittoria, né sconfitta, ognuna è soggetto e oggetto, schiava e padrona.
 
Niente sembra all’uomo così desiderabile come quello che è appartenuto a un altro uomo. Le terre vergini hanno sempre affascinato gli esploratori; ogni anno ci sono alpinisti che si uccidono per tentare di violare il fianco di una montagna mai scalata.
 
Quando la sessualità non è più in mano all’individuo, ma dipende da Dio o dalla società che pretendono giustificarla, il rapporto dei due compagni è un rapporto bestiale.
 
V’è una passione profondamente radicata nella sessualità, e che è esasperata dall’età: la gelosia.
 
  • Le frasi sull’età e la vecchiaia
 

Invecchiare è definirsi e stabilire i propri limiti.

La vecchiaia da lontano la si prende per una istituzione, ma in realtà si tratta di giovani che all’improvviso si ritrovano vecchi.

Che cos’è un adulto? Un bambino gonfio di anni.

I vecchi sono degli esseri umani? A giudicare dal modo con cui sono trattati nella nostra società, è lecito dubitarne. Per questa società, essi non hanno le stesse esigenze e gli stessi diritti degli altri membri della collettività: a loro si rifiuta anche il minimo necessario

La vecchiaia non può essere compresa se non nella sua totalità; non è soltanto un fatto biologico, ma un fatto culturale.

Non si muore né dell’essere nati; né dell’aver vissuto, né di vecchiaia. Si muore di un «qualche cosa».

Se vivi abbastanza a lungo, vedrai che ogni vittoria si muta in una sconfitta.

Simone de Beauvoir, la firma

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