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Leonardo disegnato da Hollar, la mostra a Vinci

Leonardo torna nella sua città natale, Vinci, con una mostra interamente dedicata al disegno. Le opere leonardiane sono messe a confronto con le incisioni di Wenceslaus Hollar, artista boemo seicentesco.

MILANO  –  Leonardo disegnato da Hollar è il titolo della mostra che riporta Leonardo da Vinci nella sua città Natale. Nel cuore della città di Vinci sorge la splendida villa Baronti-Pezzatini, che ospiterà dal 15 dicembre la mostra incentrata sulle incisioni di Wenceslaus Hollar, artista seicentesco che riprendono le opere d’arte di Leonardo.

La mostra

L’esposizione, a cura di Annalisa Perissa Torrini, è il primo degli eventi realizzati dalla Fondazione Pedretti ed è dedicata a colui che più d’ogni altro studioso ha approfondito la conoscenza Leonardo da Vinci e la divulgazione della sua opera in Italia e nel mondo, Carlo Pedretti. A lui si deve l’idea, circa un decennio or sono, di valorizzare le trentuno incisioni di Wenceslaus Hollar (1607-1667), che acquistò negli anni cinquanta del Novecento, rare testimonianze dell’interesse per i disegni di Leonardo nel Seicento e importante veicolo di studio e diffusione dei disegni leonardiani di caricature e grottesche. Quelle in mostra, mai esposte prima d’ora, non sono incisioni qualunque ma spesso dei ‘primi stati’, ovvero opere tirate direttamente dall’artista. E’ la prima mostra dedicata alle incisioni di Hollar che si tiene in Italia.

Il fascino del brutto

L’interesse primario di Leonardo per la rappresentazione delle emozioni nei ritratti, si concentra su tutte le manifestazioni degli stati d’animo, gioia e dolore, amplificate dalla freschezza dell’età giovanile o dal degrado della senilità. Nei disegni invece Leonardo è immediato e spontaneo: sulla carta, il suo gusto per il grottesco e il suo desiderio di evidenziare le anomalie fisiognomiche trovano piena libertà d’espressione. Con penna e inchiostro nascono le teste caricate e grottesche, deformazioni continuamente mutate e sempre più esagerate del carattere umano, che “senza fatica si tengono a mente”. Riflesso del fascino che Leonardo subisce dall’infinitamente brutto, deforme, decadente, sgradevole come esatto opposto dell’infinitamente bello, raffigurato nei suoi volti di divina dolcezza e bellezza suprema. Come egli stesso annotò: “Le bellezze con le bruttezze paiono più potenti l’una per l’altra”.

In mostra le incisioni di Hollar saranno poste a confronto con due disegni di Leonardo, eccezionale prestito della Biblioteca Ambrosiana di Milano. A documentare la stretta relazione tra le incisioni e gli originali leonardeschi, esposti le une accanto agli altri.Un altro esplicito accostamento è instaurato tra due disegni di Francesco Melzi della Belt Library di Los Angeles e le incisioni di Hollar. Francesco (1491/93-1568) figlio di Gerolamo Melzi, capitano della milizia milanese, ricevette una educazione umanistica e appena quindicenne divenne allievo di Leonardo da Vinci. A lui fu unito da un rapporto di profonda amicizia e venne da lui nominato suo erede.

L’incisore boemo estrapola i profili di uomini, teste caricate, teste bizzarre e teste grottesche da diversi disegni di Leonardo singolarmente o in numero di tre, quattro e anche di più, unendoli in una singola incisione. Mantenendo spesso, come propongono gli studi condotti in quest’occasione, il rapporto 1:1. Aveva avuto tra le mani gli originali di Leonardo, molti ora nelle collezioni reali di Windsor Castle, quando era a Londra da Lord Arundel, diplomatico e noto collezionista. Hollar spesso associa il giovane con il vecchio e il brutto con il bello, riflettendo il pensiero di Leonardo sulla bellezza e sulla bruttezza, così da lui esplicitato al paragrafo 13 del Libro di Pittura: “Se ‘l pittore vol vedere bellezze che lo innamorino, lui è signore di generarle, e se vol vedere cose così mostruose che spaventino, o che sieno buffonesche e risibili, o veramente compassionevole, lui n’è signore e Dio”.

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