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La storia del teatro, dalle origini a oggi

La storia del teatro ci riporta indietro nei secoli alla scoperta dell'evoluzione dell'umanità

MILANO – Quando si parla di storia del teatro è necessario pensare a una divisione temporale tenendo conto dei diversi stili del fenomeno. La classificazione tradizionale del teatro occidentale prevede: il teatro classico, che comprende la rappresentazione teatrale antica greca e romana, il teatro medievale, riferita al periodo del medioevo europeo (con la nascita della sacra rappresentazione), il teatro moderno, dal rinascimento fino al romanticismo, il teatro contemporaneo, che comprende le esperienze teatrali dal Novecento fino ai giorni nostri. In occasione della Giornata Mondiale del Teatro, vi proponiamo un breve viaggio alla scoperta delle origini del teatro, fino ad arrivare ai nostri giorni.

DA ATENE AL MONDO – Storicamente il teatro nasce in Grecia a partire dalle tragedie che hanno caratterizzato le rappresentazioni elleniche. Sebbene lo studio delle manifestazioni teatrali nei popoli primitivi sia di difficile ricostruzione, sappiamo per certo che alcuni rituali che sfociavano in vere e proprie rappresentazioni erano presenti nel quotidiano di molte culture.  il teatro greco è storiograficamente collegato al culto di Dioniso. Le prime rappresentazioni iniziarono a diffondersi proprio durante i baccanali. Non solo la tragedia ma anche  la commedia che intrattiene il pubblico attraverso personaggi buffi  che vivono situazioni ingarbugliate. Il teatro da Atene si diffonde grazie anche ai Romani e al loro impero.

DAL MEDIOEVO ALLA COMMEDIA DELL’ARTE – Sebbene non si possa parlare di vero e proprio teatro durante il Medioevo rimase viva l’attività di intrattenimento, passando dagli spettacolini nelle piazze fatti da mimi e giullari alle confraternite religiose.  Dai lazzi per il popolino ai riformanti e allegorici “miracle plays”. Il teatro si svolge nelle corti principesche e riguarda piucchealtro l’élite. La reazione più viva al teatro erudito viene dagli attori di mestiere, con compagnie costituite che vanno a delineare la commedia dell’arte, caratterizzata da personaggi fissi ma tanta improvvisazione. Una rivoluzione che porta alla nascita della professionismo teatrale moderno.  Le rappresentazioni si rivolgono a un vasto e variegato pubblico e tutti pagano un prezzo stabilito. Il modello aristotelico di unità spazio-temporale viene superate e dal 1570 anche le donne calcano i palchi.

DA SHAKESPEARE A PIRANDELLO – Il teatro elisabettiano si innalza vertiginosamente il livello artistico, con B. Jonson, C. Marlowe e W. Shakespeare. Verso la metà del Settecento nasce un nuovo genere, il dramma borghese, una rappresentazione realistica delle vicende umane. L’Ottocento è dominato dal Romanticismo con le sue tragedie che esaltano la soggettività e il mito per finire al dramma borghese. Il Novecento si apre con la rivoluzione copernicana della centralità dell’attore ma a dirigere la pièce c’è il regista che cura lo spettacolo. Un teatro “moderno” che si caratterizza per l’introspezione e per una serie di espediente per superare gli stilemi classici. Una modernità che rinasce con tanti generi e stili, dal Futurismo fino all’assurdo di Beckett passando dal metateatro e la rivoluzione di Stanislavskij. 

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