MILANO – Proprio come i gesti sinceri, le poesie sanno come arrivare dritte al cuore delle persone. Non c’è niente di meglio delle parole per esprimere sentimenti e si sa, non bisogna essere per forza poeti per riuscire a mettere su carta le proprie emozioni. E’ quello che ha fatto Amelia Tipaldi, ingegnere di Settimo Torinese e mamma di tre bambini. I suoi versi sinceri e d’amore che raccontano il coraggio e dolore delle mamme e dei bambini, sono diventati anche un libro illustrato.
Il coraggio dei bambini
La vita di Amelia è come quella di tante altre donne che dividendosi tra lavoro e famiglia, accusano il distacco ogni qual volta la mattina salutano i loro figli per poterli riabbracciare solo quando arriva la sera. Come spiega la stessa Amelia, la poesia è nata quando in una mattina di Febbraio suo figlio piccolo aveva la febbre e per questo era combattuta nel lasciarlo per andare a lavoro. Come fanno tante madri, allora, il piccolo è stato lasciato alle cure della donna. Una scelta che anche se rassicurante ha portato Amelia in quella a scrivere questi versi che nella prima parte parlano dei bambini quasi come dei piccoli eroi costretti a farsi coraggio ogni qual volta le mamme chiudono la porta di casa.
“I bambini delle mamme che lavorano sono molto coraggiosi.
Al mattino vorrebbero rimanere a casa con la mamma, ma si asciugano le lacrime e restano a giocare con la nonna.
I bambini delle mamme che lavorano sono molto coraggiosi.
A pranzo vorrebbero mangiare con la mamma, ma si sforzano e imparano a mangiare da soli.
I bambini delle mamme che lavorano sono molto coraggiosi.
Al pomeriggio vorrebbero fare la nanna con la mamma, ma si addormentano lo stesso abbracciando un pupazzo.
I bambini delle mamme che lavorano sono molto coraggiosi.
Alla sera vorrebbero vedere subito la mamma, ma aspettano davanti alla porta anche se fuori è tutto buio.
I bambini delle mamme che lavorano quando la porta si apre e vedono la mamma corrono super veloce, saltano super in alto e stringono super forte la loro mamma.
I bambini delle mamme che lavorano sono coraggiosi come i supereroi.”
La forza delle mamme
La parte conclusiva della poesia, che scandisce come un orologio il tempo che va da mattina a sera, pone lo sguardo sul ruolo delle mamme. Guerriere coraggiose che nascondono la tristezza del distacco dei figli dietro ai loro sorrisi. Spetta a loro, infatti, rassicurare i piccoli nel non sentirsi soli quando non sono con la loro mamma e che si rivedranno la sera sotto le coperte per leggere la fiaba della buonanotte.
“Le mamme che lavorano sono molto coraggiose.
Al mattino vorrebbero rimanere a casa con il loro bambino, ma si asciugano le lacrime e salgono in macchina.
Le mamme che lavorano sono molto coraggiose.
A pranzo vorrebbero tornare a casa dal loro bambino, ma mangiano un panino veloce in ufficio per uscire prima alla sera.
Le mamme che lavorano sono molto coraggiose.
Al pomeriggio vorrebbero fare una passeggiata con il loro bambino, ma guardano la foto dal cellulare e finiscono di lavorare.
Le mamme che lavorano sono molto coraggiose.
Alla sera vorrebbero vedere subito il loro bambino, ma escono di corsa dall’ufficio e schizzano via nel traffico.
Le mamme che lavorano quando aprono la porta e vedono il loro bambino corrono super veloce, si accovacciano super in basso e stringono super forte il loro bambino.
Le mamme che lavorano sono coraggiose come i supereroi”