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In mostra a Trieste i gusti della Belle Époque

Lo stile Liberty, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, porta l’arte nella vita e la vita nell’arte influenzando ogni forma creativa

MILANO -Il Liberty è l’ultimo degli stili universali ad avere interessato l’Occidente a cavallo tra il XIX e il XX secolo, e ad aver segnato con i suoi elementi figurativi l’architettura, la pittura, la scultura e anche il mondo delle arti decorative. Sarà Trieste, a presentare per la prima volta in Italia 200 delle più affascinanti realizzazioni del Liberty, grazie alla collaborazione con l’UPM di Praga, Museo delle Arti Decorative tra i più rilevanti nel panorama internazionale. Le realizzazioni saranno esposte dal 23 giugno 2017 al 7 gennaio 2018 in una mostra di grande fascino nelle sedi delle Scuderie e del Museo storico del Castello di Miramare, facendo così rivivere gli anni cruciali della rivoluzione in risposta alla sollecitazione dell’età moderna.

LO STILE LIBERTY – Il Liberty, o Art Nouveau, fu un fenomeno culturale che investì tutta l’Europa coinvolgendo le diverse forme d’arte nel segno del rinnovamento e della ribellione alla stagnante figurazione artistica, con la convinzione comune di trasformare l’ambiente di vita e le condizioni sociali. Istanze sociali e istanze artistiche s’intrecciavano, così, laddove l’obiettivo era la rigenerazione della vita e il cambiamento della gerarchia dei valori. Le arti applicate ebbero un ruolo centrale in questa visione: fu in questo campo che il movimento dell’Art Nouveau si fuse maggiormente con modernizzazione della società divenendo un elemento chiave nella riforma della vita quotidiana. Si cercava la bellezza e l’equilibrio, si puntava all’arte nella vita: un’arte emancipata e integrata che in Boemia porterà a percorrere poi le nuove strade del cubismo. Era un’epoca, questa, segnata dalla fiducia nel futuro e dall’ottimismo di fronte al progresso e a una pace diffusa.

OPERE ESPOSTE – Accanto a capolavori d’arte decorativa presentati all’Esposizione Universale di Parigi del 1900,saranno esposte opere influenzate dalle diverse correnti di pensiero sviluppatesi all’epoca. Accanto ad artisti del calibro di Jan Preisle e Alphonse Mucha, uno dei più importanti e rappresentativi protagonisti dell’Art Nouveau in Europa di cui la mostra presenta ben 12 opere, saranno esposti a Trieste esempi delle innovazioni grafiche del viennese Gustav Klimt e di Koloman Moser. Davvero impressionante è l’esposizione di una parte consistente della decorazione realizzata da Mucha per la sala principale del padiglione della Bosnia-Erzegovina all’Esposizione Universale di Parigi del 1900: un acquarello e colore stemperato su tela di quasi 7 metri di lunghezza per 3 e mezzo di altezza che ci immerge nell’epopea slava. Dalle pitture alle litografie, dai manifesti ai gioielli, dagli stupefacenti vetri alle ceramiche, dai mobili ai tessuti, dall’abbigliamento e dalla biancheria agli oggetti da tavola, la mostra rievoca dunque  il mondo della Belle Époque e di una borghesia che fa i conti con il progresso. Un progresso che vuole difendersi combattendo l’eccesso di industrializzazione e la cultura meccanizzata di massa, con il ritorno all’industria artistica e a un artigianato di pregio.

Photocredits: Alfons Mucha (1860-1939), JOB, 1896, Litografia a colori su carta; 58 × 48 cm. UPM inv. n. GP 21 197

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