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“Il Profeta”, il capolavoro di Khalil Gibran che risponde ai quesiti della vita

Buon compleanno a Khalil Gibran, poeta, pittore e aforista libanese naturalizzato statunitense. Lo ricordiamo scoprendo "Il Profeta", il capolavoro del 1923 che lo ha reso celebre in tutto il mondo.

“A volte un uomo cerca un tesoro in luoghi lontani, e non si accorge che esso è già in suo possesso.”

Non è una semplice raccolta di aforismi o di poesie, né un romanzo, né un libro come tutti gli altri. “Il Profeta“, il capolavoro di Khalil Gibran, è un’opera unica nel suo genere, che non appena pubblicata ha segnato in modo indelebile la cultura mondiale. La scopriamo oggi, in occasione dell’anniversario della nascita del suo autore.

“Il Profeta”

Dopo alcuni anni trascorsi in terra straniera, Almustafa (ovvero l’eletto di Dio), sente che è giunto il momento di fare ritorno all’isola nativa. In procinto di salpare egli affida al popolo della città di Orphalese un prezioso testamento spirituale: una serie di riposte intorno ai grandi temi della vita e della morte, dell’amore e della fede, del bene e del male.

Pubblicato a New York nel 1923, “Il Profeta” viene subito accolto con grande favore di pubblico soprattutto presso i giovani, i quali vedono in Gibran un maestro di saggezza. A distanza di tanti anni l’interesse è rimasto immutato: silloge che abbraccia i problemi fondamentali dell’esistenza, il capolavoro del poeta libanese è anche libro di notevole fascino.

Il clima sospeso e rarefatto, il ritmo incantatorio di una scrittura lirica di presa immediata, incisiva e visionaria, l’incontro tra due opposte culture, l’orientale e l’occidentale, sono la cifra di uno stile inconfondibile.

Gli opposti che si incontrano

“Il Profeta” è un’opera fuori dal comune. Potremmo definirla una raccolta poetica, ma non riusciremmo ad esaurire né il suo potenziale né la sua varietà. Quelle racchiuse nel libro di Gibran sono perle in prosa dal carattere poetico, immagini che si susseguono, una dopo l’altra, servendosi di una curiosa cornice narrativa.

Gibran inscena infatti la manifestazione del testamento spirituale di Almustafa, l’eletto di Dio, lasciato in eredità al popolo di Orphalese. E noi leggiamo le parole di Gibran come se fossero le ultime preziose parole di Almustafa, come se “Il Profeta” contenesse la chiave di lettura del mondo e mostrasse la retta via e la verità a chi è disposto a cercarle all’interno del libro.

“La vostra anima è sovente un campo di battaglia, dove il giudizio e la ragione fanno guerra al desiderio e alla discordia in armonia! Ragione e passione sono timone e vela della nostra anima navigante. Se le vele o il timone si spezzano voi sarete sballottati e portati alla deriva, oppure resterete fermi in mezzo al mare. Poiché la ragione che domina da sola, è forza limitante e la passione trascurata è una fiamma che piano piano si consuma sino a spegnersi”.

Questo è solo una delle immagini/poesie contenute ne “Il Profeta”. Leggendo quest’opera senza tempo, abbiamo l’impressione di far coincidere, piano piano, le contraddizioni che abitano dentro di noi, gli opposti che coesistono nel mondo, la ragione e la passione, così come l’Oriente e l’Occidente, entrambi vissuti, amati ed odiati dal poeta libanese naturalizzato statunitense.

Khalil Gibran

Nato in Libano nel 1883 ed emigrato negli Stati Uniti per ragioni economiche, Khalil Gibran è stato un importante scrittore e poeta divenuto celebre per “Il Profeta”, la bellissima raccolta poetica pubblicata per la prima volta nel 1923 in lingua inglese e in seguito tradotta in moltissime lingue.

Quello di Khalil Gibran è un testo in cui si intrecciano immagini e simboli di ogni religione e filosofia, dove civiltà occidentale e orientale si mescolano, dando vita a una poesia di grande suggestione caratterizzata dall’uso del verso libero.

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