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Violenza sulle donne, 5 libri da leggere per la rieducazione culturale

Fra poco si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Ma perché non siamo ancora riusciti a estirpare questo triste e tragico fenomeno?

I dati e i tragici eventi cui abbiamo purtroppo assistito la scorsa settimana parlano chiaro: il problema della violenza sulle donne è reale, e molto più grave di quanto pensiamo. E violenza non vuol dire soltanto omicidio: anche stalking, percosse e molestie di ogni genere, da quelle più evidenti a quelle più subdole e celate, fanno parte dell’ampio spettro delle violenze contro le donne.

Ma perché non riusciamo a dare un freno a quest’emergenza che, più che emergenza, oggi sembra risultato tragico di un processo socio-culturale in atto su scale differenti in molti ambiti del reale?

La violenza sulle donne nasce da un tipo di cultura ben precisa, di stampo patriarcale, discriminatorio, arrogante, possessivo, che è piuttosto comune nella nostra società. C’è solo una strada per giungere ad una soluzione: la rieducazione dal basso.

Partire dai libri per educare

In occasione della giornata contro la violenza sulle donne, che si avvicina e quest’anno è ancora più sentita qui in Italia per via della tragica vicenda di Giulia abbiamo selezionato alcuni libri interessanti.

Raccolte di testimonianze, riflessioni, saggi, storie vere. È importante riflettere su questi temi, non solo per  essere informati sulla situazione drammatica che tantissime donne hanno vissuto e vivono tutt’oggi, ma anche e soprattutto per educare le nuove generazioni nel rispetto della donna.

Il punto infatti non è tanto che le donne imparino a difendersi e denunciare le situazioni violente, ma soprattutto che gli uomini imparino a non essere violenti.

Violenza sulle donne, 5 libri da leggere 

E questo può accadere solo tramite l’educazione al rispetto reciproco e all’accettazione dell’uguaglianza tra i generi. Ecco quali sono i libri più interessanti per approfondire l’argomento:

Stai zitta” di Michela Murgia

La violenza sulle donne – quella subdola e quasi invisibile agli occhi non allenati o volutamente ipocriti – passa soprattutto attraverso la via del linguaggio. Michela Murgia ce lo racconta con maestria.

Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva. Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio.

È una morte civile, ma non per questo fa meno male. È con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse.

Per ogni dislivello di diritti che le donne subiscono a causa del maschilismo esiste un impianto verbale che lo sostiene e lo giustifica. Accade ogni volta che rifiutano di chiamarvi avvocata, sindaca o architetta perché altrimenti «dovremmo dire anche farmacisto». Succede quando fate un bel lavoro, ma vi chiedono prima se siete mamma.

Quando siete le uniche di cui non si pronuncia mai il cognome, se non con un articolo determinativo davanti. Quando si mettono a spiegarvi qualcosa che sapete già perfettamente, quando vi dicono di calmarvi, di farvi una risata, di smetterla di spaventare gli uomini con le vostre opinioni, di sorridere piuttosto, e soprattutto di star zitta.

Questo libro è uno strumento che evidenzia il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo. Ha un’ambizione: che tra dieci anni una ragazza o un ragazzo, trovandolo su una bancarella, possa pensare sorridendo che per fortuna queste frasi non le dice più nessuno.

Corpo felice” di Dacia Maraini

Corpi che non hanno mai smesso di cercare la propria via per la felicità, pieni di vita o disperati per la sua assenza, amati o violati, santificati o temuti, quasi sempre dagli altri, gli uomini. Ed è proprio a loro che parlano queste pagine. Agli occhi di un bambino maschio non ancora uomo. Per ricordare a lui e a tutti noi, sul filo sottile ma resistente della memoria, che solo quando l’amore arriva a illuminare le nostre vite, quello tra i sessi non sarà più uno scontro ma l’incontro capace di cambiare le regole del gioco..

Lui mi ama” di Thora Hjörleifsdóttir

Dobbiamo uscire dall’idea che un amore voglia dire possesso. Questo è uno dei punti fondamentali per essere capaci di estirpare la violenza sulle donne. Leggete tutti e tutte “Lui mi ama”: vi illuminerà.

Lilja ha vent’anni ed è innamorata. Giovane studentessa universitaria, si è subito invaghita di un ragazzo più grande, intelligente e bellissimo, che cita Derrida, legge il latino e cucina pasti vegetariani perfettamente equilibrati.

Ma che è anche un traditore seriale e un narcisista. Prima ancora di rendersene conto, Lilja si trasferisce nell’angusto appartamento dove lui vive con uno strano coinquilino, circondata da asciugamani sporchi e Diet Coke sgasate.

Mentre la nuova intimità di condividere una doccia e un letto alimenta sempre di più il suo desiderio di compiacere il partner, a mano a mano che la loro relazione si sviluppa le manipolazioni silenziose e pervasive di lui diventano sempre più numerose, gli atti di abuso quasi impercettibili continuano ad aumentare e iniziano a farla crollare.

Amorosi assassini. Storie di violenze sulle donne” di AA.VV.

13 autrici (tra cui Dacia Maraini, Lia Levi ed Elena Doni) analizzano i 300 casi di aggressioni, maltrattamenti, stupri, violenze inflitti a donne da uomini e denunciati in Italia nell’arco di un anno. Solo la punta dell’iceberg di un fenomeno ben più ampio e quotidiano, purtroppo quasi mai denunciato..

Una stanza tutta per sé” di Virgina Woolf

Vi chiederete cosa ci faccia un libro di Virginia Woolf fra i suggerimenti contro la violenza sulle donne. Lo capirete leggendo “Una stanza tutta per sé”. Perché la violenza sulle donne si fonda su basi solide e difficili da espugnare, che passano anche per la cultura e il ruolo sociale attribuito all’universo femminile.

Nell’ottobre del 1928 Virginia Woolf viene invitata a tenere due conferenze sul tema “Le donne e il romanzo”. È l’occasione per elaborare in maniera sistematica le sue molte riflessioni su universo femminile e creatività letteraria.

Il risultato è questo straordinario saggio, vero e proprio manifesto sulla condizione femminile dalle origini ai giorni nostri, che ripercorre il rapporto donna-scrittura dal punto di vista di una secolare esclusione, attraverso la doppia lente del rigore storico e della passione per la letteratura.

Come poteva una donna, si chiede la scrittrice inglese, dedicarsi alla letteratura se non possedeva “denaro e una stanza tutta per sé”? Si snoda così un percorso attraverso la letteratura degli ultimi secoli che, seguendo la simbolica giornata di una scrittrice del nostro tempo, si fa lucida e asciutta riflessione sulla condizione femminile. Un classico della scrittura e del pensiero.

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