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Dostoevskij, l’importanza di leggere “L’idiota” oggi

Ricordiamo oggi Fëdor Dostoevskij. Per l'occasione, vi parliamo di uno dei suoi romanzi più belli, "L'idiota", e vi raccontiamo cosa vuol dire leggere un capolavoro come questo oggi, in un mondo carico di violenza ed egoismo.

Nato l’11 novembre del 1821 e scomparso il 28 gennaio 1881, Fëdor Michajlovič Dostoevskij. è stato uno dei più grandi autori di tutti i tempi. Romanziere e filosofo, Dostoevskij ha dato vita ad opere e personaggi immortali, che hanno cambiato per sempre la storia della letteratura mondiale.

Sin dalla prima uscita, a puntate, del capolavoro “Delitto e castigo“, l’autore russo si è distinto per la magistrale capacità di creare storie che assomigliano tanto alle nostre, con uomini e donne che accompagnano le nostre ore di lettura coi loro dubbi amletici e le loro vite straordinarie. 

La singolarità dei romanzi di Dostoevskij risiede nella potenza dei messaggi che lo scrittore veicola con grande semplicità: temi come la dualità fra bene e male, l’amore, la relazione con il prossimo, il legame con la spiritualità, il sacrificio, la sofferenza, il castigo, vengono affrontati con parole in cui ogni lettore riesce a riconoscersi. “L’idiota” è uno degli esempi più alti della maestria di Dostoevskij. Scopriamo perché. 

“L’idiota” di Dostoevskij

Ne “L’idiota”, per ammissione dello stesso Dostoevskij, c’è tutto quel che nel suo animo premeva. Sulla vita del grande romanziere russo si stanno addensando le ombre del dolore e della tragedia e il suo genio sta formando i panorami più vasti e terribili della sua opera. È al culmine del suo travaglio creativo. Scrive, nella storia delicata e drammatica del principe Myskin, un romanzo che si interroga sul senso della bellezza della natura umana, e sul tentativo di far vincere il bene sul sopruso e sul male. Le doti di finezza e di crudità psicologica, il senso dello smisurato mistero della libertà umana danno vita a una vicenda affascinante e avvincente.

“L’idiota” racconta quindi la storia di un principe, Myskin, che incarna tutti gli ideali di dolcezza e bontà. Un uomo che sembra non conoscere male, che vive la sua esistenza totalmente votato al bene, all’amore, alla relazione con l’altro. Siamo dinanzi all’ultimo erede di una nobile famiglia decaduta. Myskin è un minuscolo granello gettato in un’immensa distesa di sabbia, un uomo estremamente generoso che quasi non sa stare al mondo. 

E quando si innamora, il protagonista del romanzo di Dostoevskij non è più in grado di tornare alla vita di prima. La sua vicenda personale, già complicata per via della solitudine causata dall’animo gentile e dai modi d’altri tempi, si ingrigisce, diventa drammatica. Il principe Myskin dovrà infatti assistere a un terribile evento, che lo segnerà per tutta la vita, portandolo alla follia. 

L’incipit de “L’idiota”

Ma andiamo a leggere insieme l’incipit de “L’idiota”, in cui Dostoevskij fa sprofondare il lettore in una bizzarra scena corale, ambientata in un treno, che ci fa conoscere i personaggi principali del romanzo. 

“Alla fine di novembre, durante il disgelo, il treno della linea ferroviaria Pietroburgo-Varsavia si andava avvicinando a tutta velocità, verso le nove del mattino, a Pietroburgo. L’umidità e la nebbia erano tali che s’era fatto giorno a fatica; dai finestrini del vagone era difficile distinguere alcunché a dieci passi a destra e a sinistra. Fra i passeggeri c’era anche chi tornava dall’estero, ma erano affollati soprattutto gli scompartimenti di terza classe, pieni di piccoli uomini d’affari che non venivano da troppo lontano. Tutti, com’è logico, erano stanchi, gli occhi appesantiti per la nottata trascorsa, tutti infreddoliti, i visi pallidi, giallastri, color della nebbia”.

Leggere “L’idiota” di Dostoevskij oggi

“Non importa amare o odiare, fare il bene o fare il male, se ciò conduce inesorabilmente a commettere l’unico vero peccato, che è quello di distrarsi dal prossimo perché travolti dalla propria passione”. 

Sarebbe sufficiente questo breve estratto per comprendere quanto sia importante leggere “L’idiota” di Dostoevskij oggi. Nell’epoca in cui tutto va veloce, in cui ciascuno di noi è impegnato nella ricerca del proprio benessere e si cura poco di chi e cosa lo circonda, questo capolavoro dell’autore russo potrebbe insegnarci molto. Il principe Myskin è colui che pronuncia la celebre, meravigliosa frase “la bellezza salverà il mondo”. 

Allora, la domanda sorge spontanea: perché il titolo dell’opera di Dostoevskij è “L’idiota”? Perché il principe Myskin è ritenuto un idiota? La colpa è della società, che non è pronta ad accogliere la bellezza del personaggio, così non lo comprende e lo deride, o Myskin è davvero un idiota, perché non si rende conto che la sua condotta estremamente votata al bene non lo porta che a sofferenza e isolamento? Quanto è vero che un barlume di bellezza in questa terra martoriata dal male, dalla violenza, dalle guerre, dall’egoismo, può portare uno spiraglio di luce contagioso? Vi auguriamo di scoprirlo con questa splendida lettura. 

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