Il 21 novembre 1964 nasceva Voltaire, pseudonimo di François-Marie Arouet. E in occasione del suo anniversario della nascita vi proponiamo alcuni passaggi della sua opera più famosa, Candido, o l’ottimismo.
Un’opera che trasmette una contemporaneità, soprattutto nel linguaggio e nell’ironia tipica di Voltaire, che non può che conquistare la lettura. E’ un’opera contestualizzata al periodo e allo stesso tempo senza tempo.
Candido e il rifiuto dell’ottimismo
Nel Candido, Voltaire ribaata le teorie ottimistiche di stampo metafisico sulla vita umana.
Scritto nel 1759, questo racconto filosofico mira a confutare le dottrine ottimistiche come quella di Leibniz. Con la sua visione disincantata del mondo,Voltaire intende stigmatizzare la pretesa di vivere nel migliore dei mondi possibili.
Candido è a metà strada tra un racconto filosofico e un romanzo di viaggio e di formazione. Vuole appunto criticare, secondo i principi della ragione illuministica, la massima ottimistica per cui “tutto è bene”.
Candido si fa testimone di quella sfiducia laica e razionale nei confronti dei progetti e nei disegni provvidenziali della metafisica, soprattutto di quelli di stampo religioso.
Nell’opera emerge l’ideale dell’Illuminismo di combattere l’ignoranza e di smontare le filosofie fondate su dogmi e principi di autorità.
Il rifiuto dell’ottimismo più semplice e scontato è una diretta conseguenza di un’osservazione critica del “migliore dei mondi possibili”
L’ironia di Voltaire
L’ironia sarcastica di Voltaire è il frutto della libero esercizio della ragione e della progressiva secolarizzazione del sapere. E’ lo strumento con cui fare emergere le contraddizioni e le ingiustizie profonde di un mondo che appare perfetto.
La felicità umana sembra allora un’utopia, che nessuno riesce concretamente a realizzare, mentre il male, fisico e morale, regna ovunque, tanto che “la storia è un seguito di inutili atrocità”.
L’ironia è un’arma per enfatizzare le grandissime contraddizioni dell’umano, con le sue malvagità e atrocità. Il mondo è cattivo e per resistere bisogna operare per il proprio fine.
Candido di Voltaire ecco alcune frasi
“Il precettore Pangloss era l’oracolo di casa, e il piccolo Candido ascoltava i suoi insegnamenti con la fiducia propria dell’età e del suo temperamento. Pangloss insegnava la metafisico-teologo-cosmologo-scempiologia. Egli dimostrava mirabilmente che non c’è effetto senza causa, e che in questo migliore dei mondi possibili… è provato, diceva, che le cose non potrebbero andare altrimenti: essendo tutto quanto creato in vista di un fine, tutto è necessariamente inteso al fine migliore. I nasi, notate, son fatti per reggere gli occhiali: e noi infatti abbiamo gli occhiali… Ne consegue che coloro i quali hanno affermato che tutto va bene, han detto una castroneria. Bisognava dire che meglio di così non potrebbe andare.”
“Che cos’è l’ottimismo’ diceva Cacambo – ‘Ahime!’ disse Candido ‘è la smania di sostenere che si tutto va bene quando si sta male’
“Gli sciocchi ammirano ogni parola d’un autore famoso; io leggo per me solo, e mi piace soltanto quello che fa per me.”
“Il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno.”
“Oh, migliore dei mondi possibili, dove sei adesso?”
“Volli uccidermi 100 volte, ma amavo ancora la vita. Questa ridicola debolezza è forse una delle più funeste delle inclinazioni umane: infatti può darsi una cosa più sciocca che ostinarsi a portare il fardello che si vorrebbe continuamente buttare a terra?”
“Io sono quello che definisco uno spirito errante per le passioni d’altri; ovvero un imbecille.”