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A Bologna apre la mostra fotografica su Bruce Springsteen

Il “Boss” arriva a Bologna, con una mostra che ripercorre i primi anni della sua carriera attraverso le foto di Frank Stefanko

MILANO –  Dal 18 ottobre al 28 novembre presso la Ono Arte Contemporanea di Bologna 30 fotografie di Frank Stefanko raccontano il Bruce Springsteen di “Darkness on the Edge of Town” (1978) e “The River” (1980), con una mostra dal titolo “BRUCE SPRINGSTEEN. FURTHER UP THE ROAD. THE PHOTOGRAPHY OF FRANK STEFANKO”.

Frank Stefanko, fotografo autodidatta da ragazzo, ispirato dai film noir e dai grandi maestri della fotografia come Edward Steichen, Alfred Stieglitz e Diane Arbus, si è distinto nell’arte e nella fotografia sia alle superiori che al college, dove ha conosciuto e fotografato Patti Smith. È proprio grazie alla cantante che ha l’occasione di conoscere Springsteen, che aveva lavorato assieme Patti per “Because the Night”. Fu la stessa Patti a consigliare a Bruce di incontrarsi con il fotografo, che all’epoca era ancora poco conosciuto e lavorava part time nella lavorazione carni.

Sin da subito i due crearono un saldo rapporto di collaborazione che sarebbe durato negli anni. Molte erano infatti le cose che avevano in comune: non solo ovviamente la passione per la musica, ma anche l’estrazione sociale. Provenivano infatti entrambi dal New Jersey, da famiglie appartenenti alla classe operaia, figli di madre italiana, condividevano insomma un background culturale che gli permise di stringere subito amicizia e di far permeare i propri valori nel loro comune lavoro. Per questo, il Boss scelse gli scatti di Stefanko come copertina per due suoi album, “Darkness on the Edge of Town” (1978) e “The River” (1980).

Così il “Boss” ricorda il talento di Stefanko nella sua autobiografia: “Le fotografie di Frank erano crude. Il suo talento è quello di spogliarti della tua celebrità, del tuo artificio e arrivare a te. Le sue foto erano ricche di semplicità e poesia di strada. Erano incantevoli e vere, ma non erano perfette. Frank cercava la tua vera essenza e naturalmente ha intuito i conflitti con i quali stavo venendo a patti. Le sue foto hanno catturato le persone di cui stavo scrivendo nelle mie canzoni e mi hanno mostrato quella parte di me che era ancora come loro. Avevamo altre opzioni per la copertina dell’album, ma non avevano la stessa “fame” delle foto di Frank.”

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