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Antonella Nonino, ”Il Premio Nonino celebra le opere scientifiche e letterarie che esaltano i valori della terra”

I fisici Peter Higgs e Fabiola Gianotti, la poetessa Jorie Graham, il filosofo del cibo Michael Pollan, gli chef Annie Féolde, Gualtiero Marchesi ed Ezio Santin: questi i nomi dei vincitori della 38sima edizione del Premio Nonino. A presentarceli, e a raccontarci la storia del Premio, è Antonella Nonino...
Una delle eredi della grande tradizione delle grappe Nonino ci parla del Premio istituito dai suoi genitori e ci presenta i vincitori dell’edizione di quest’anno

MILANO – I fisici Peter Higgs e Fabiola Gianotti, la poetessa Jorie Graham, il filosofo del cibo Michael Pollan, gli chef Annie Féolde, Gualtiero Marchesi ed Ezio Santin: questi i nomi dei vincitori della 38sima edizione del Premio Nonino. A presentarceli, e a raccontarci la storia del Premio, è Antonella Nonino, che insieme alle sorelle Elisabetta e Cristina porta avanti l’attività di distillazione di grandi grappe e la tradizione ereditate dai genitori Giannola e Benito.

Qual è la storia del Premio Nonino? Quando e per iniziativa di chi è stato istituito?

Il Premio Nonino fu istituito nel 1975 da Giannola e Benito Nonino, i nostri genitori. Nel 1973 avevano rivoluzionato il mondo della grappa creando la prima Grappa Monovitigno® distillando separatamente le vinacce dell’Uva Picolit e il risultato straordinario li aveva spinti a proseguire nella loro innovazione  distillando una Grappa da Monovitigno® Ribolla.
Andando alla ricerca della vinaccia di Ribolla  da cui volevano distillare la grappa, scoprirono che i vitigni autoctoni friulani rappresentativi quali lo Schioppettino, il Tazzelenghe e il Pignolo stavano scomparendo. La Cee aveva infatti richiesto all’Italia il censimento dei vitigni autoctoni: i sopracitati non erano entrati nella lista ufficiale ed erano diventati così fuori legge. I nostri genitori, che conoscevano la tradizione enologica del Friuli, fecero della loro difesa un motivo di battaglia. Istituirono così il Premio Nonino Barbatella d’Oro da destinare al vignaiolo che avesse posto a dimora il miglior impianto di uno o più di questi vitigni in via d’estinzione e un ulteriore premio per il miglior studio ampeleografico su questi stessi  vitigni. Quando nostra madre pubblicò sul Messaggero Veneto il bando di concorso per comunicare l’iniziativa, fu intimata dai funzionari di ritirarlo. Lei però non era disposta a rinunciare alla sua battaglia, e riuscì a trovare una via di sperimentazione e a far entrare nella giuria quegli stessi funzionari incaricati di estirpare le barbatelle appena poste a dimora. Iniziò nel frattempo l’iter burocratico a livello regionale e nazionale per ottenere il riconoscimento dei vitigni a livello comunitario. Nel 1978 il Premio Nonino riuscì a ottenere il riconoscimento dei vitigni che oggi sono il fiore all’occhiello dell’enologia.

Quali sono i valori che il Premio promuove?
Nato per la valorizzazione della permanente attualità della civiltà contadina, delle sue tradizioni e quindi della terra, il premio acquisì quasi subito un carattere culturale e letterario. Nel 1977, al Premio Nonino Risit d’Âur venne affiancato il Premio Nonino di Letteratura. Questo riconoscimento era destinato a quelle opere che fossero vicine agli stessi valori che avevano spinto la mia famiglia a istituire il premio. Mario Soldati era il presidente della giuria e  Elio Bartolini, Gianni Brera, Morando Morandini, Giulio Nascimbeni, Padre David Maria Turoldo e Luigi Veronelli gli altri illustri membri.

Quali personalità hanno contribuito maggiormente, nel corso di queste trentotto edizioni, a definire l’identità del Premio?
Sono numerosissime, a partire da Ermanno Olmi, premiato nel 1979 per il film “L’albero degli zoccoli”. Nel 1983 fu la volta di Leonardo Sciascia, che venne a Percoto a ritirare il Premio personalmente: la cosa fece molto scalpore, perché l’autore era piuttosto schivo e non era solito partecipare ai premi letterari che considerava organizzati dalla case editrici. L’anno successivo, il 1984,  il premio divenne internazionale e venne assegnato allo scrittore brasiliano Jorge Amado. A lei seguirono diverse illustri personalità, come l’antropologo francese Claude Lévi-Strauss nel 1986, Rigoberta Menchù, poi premio Nobel per la pace, per la sua testimonianza di contadina guatemalteca, e V.S. Naipaul nel 1993, poi Premio Nobel per la letteratura nel 2001. Oggi Naipaul è presidente della giuria, composta tra gli altri dal filosofo e sociologo francese Edgar Morin, da Peter Brook, Antonio Damasio e Claudio Magris e dal poeta Adonis.

Veniamo ai vincitori di quest’anno: perché la scelta è caduta su di loro? In che modo ciascuno di loro è portavoce con la sua attività dello spirito e dei valori che il Premio Nonino intende sostenere?
Questo 38simo anno è stato illuminante. Grazie alle persone premiate – grandi pensatori e scienziati, una grande poetessa – questa edizione è stata davvero segnata da una tensione verso l’alto, che dalla terra abbraccia l’universo: la poesia come la scienza è desiderio di comprendere l’universo in cui viviamo.
La poetessa americana Jorie Graham, vincitrice del Premio Internazionale Nonino, in Italia era poco conosciuta. La sua poesia raggiunge alte vette, è animata da una tensione all’infinito e allo stesso tempo è legata alla gente e ha una forte dimensione etica. Peter Higgs, il vincitore del Premio Nonino ad “Un Maestro del nostro Tempo”, ha ottenuto il riconoscimento per aver teorizzato l’esistenza del bosone che da lui prende il nome. E la vincitrice del Premio Nonino è stata quest’anno Fabiola Gianotti, la straordinaria fisica italiana che da  anni coordina  l’esperimento ATLAS al CERN di Ginevra, che ha dimostrato la scorsa estate l’esistenza del bosone di Higgs. Con il premio a Fabiola Gianotti il Premio Nonino ha voluto anche sottolineare l’importanza della ricerca scientifica troppo spesso mortificata in Italia, dove moltissimi sono i ricercatori che devono trasferirsi all’estero per mancanza di fondi. E si è voluto mettere l’accento su questo aspetto perché  i progressi scientifici vanno in fondo nello stesso senso indicato dai valori in cui noi crediamo: la ricerca scientifica, con temi come l’ecologia, si è aperta sempre di più al tema della necessità di rispettare la nostra terra e di salvaguardarla. Michael Pollan, il “filosofo del cibo” americano insignito del “Premio Nonino Risit d’Âur”, con i suoi saggi ci insegna a seguire un tipo di alimentazione in armonia con i ritmi della natura, all’insegna di un rapporto equilibrato con la terra, contro uno sconsiderato sfruttamento delle sue risorse. Ogni giorno infatti  con le nostre scelte su come ci cibiamo possiamo avere un impatto importante sulla salvaguardia del nostro pianeta. Gli chef Annie Féolde, Gualtiero Marchesi ed Ezio Santin, i vincitori del “Premio Speciale Nonino Risit d’Âur”, sono stati i pionieri della riscoperta della tradizione culinaria italiana, che hanno portato ad altissimi livelli innovandola ma usando i prodotti tipici del nostro territorio nel rispetto della loro stagionalità. Hanno aperto la strada a tutti i grandi chef che sono venuti dopo e che oggi fanno grande la nostra tradizione culinaria in tutto il mondo.
Prima della cerimonia di premiazione, che ogni anno si svolge nelle nostre distillerie a Ronchi di Percoto, per celebrare i vincitori e i numerosi ospiti abbiamo distillato la Grappa Cru Monovitigno Picolit Vendemmia Tardiva. Abbiamo poi offerto al pranzo i piatti tipici della nostra terra, dal “frico” al prosciutto di San Daniele , dai gnocchi di zucca alla “brovada e muset”, accompagnati dagli splendidi friulani e ovviamente dalla Grappa Monovitigno® e Riserva Nonino.
Quest’anno un brindisi d’eccezione ha salutato gli ospiti: il saluto a Mo Yan, Premio Internazionale Nonino 2005, appena insignito del premio Nobel per la Letteratura 2012.

19 febbraio 2013

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