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La strage di Tienanmen, una rivolta senza memoria

Era il 4 giugno 1989 quando centinaia di studenti furono massacrati in Piazza Tienanmen. Ancora oggi il governo cinese censura questo triste evento, ma a ricordare al mondo l'accaduto è la foto del "Rivoltoso sconosciuto".

Ricorre oggi l’anniversario della strage di Tienanmen, a Pechino. Era il 4 giugno 1989, in piena Guerra Fredda. Molti studenti scesero in piazza contro il governo comunista cinese per reclamare i propri diritti di libertà. Il tutto culminò in una strage di cui ancora oggi non vi sono numeri certi di vittime e feriti. Il governo cinese stende così un velo pietoso sul tragico evento, censurando ancora oggi il suo ricordo. Ma lo scatto de Il Rivoltoso Sconosciuto, un ragazzo che si piazzò davanti ai carri armati, rimane ancora un simbolo della lotta per i diritti delle libertà civili, scavallando così la censura imposta dal governo e mantenendo vivo nella memoria collettiva il ricordo di quel terribile 4 giugno 1989.

Il "Rivoltoso sconosciuto", storia di un simbolo del Novecento

Il “Rivoltoso sconosciuto”, il simbolo della protesta di piazza Tienanmen

Ci sono fotografie che colgono un singolo attimo, trasformandosi in un simbolo e consegnano la loro storia all’immaginario comune: è accaduto per “Tank Man”

Una rivolta senza memoria

Riforme democratiche ed economiche. Questi erano i diritti che i cittadini cinesi chiedevano nel 1989 al governo comunista, che in particolar modo limitava in maniera pesante ed opprimente le libertà di espressione e di stampa. Le proteste per reclamare i propri diritti e le proprie libertà erano già iniziate dopo la morte del segretario del partito comunista Hu Yaobang. Egli era stato obbligato dal governo a deporre i suoi poteri a causa del suo approccio troppo riformista.

A seguito della sua morte, studenti e operai reclamavano pubblicamente che il partito comunista seguisse la sua linea di inclusione. Il governo non voleva sentire ragioni e gli scioperi iniziarono occupando la piazza centrale di Pechino. Ma il Partito comunista cinese non volle ascoltare e condannò queste manifestazioni. Seguì uno sciopero della fame e una volta approvata la legge marziale dal governo, fu demandato all’esercito l’ordine di sgomberare la piazza.

La strage di Tienanmen

Nella notte tra il 3 e il 4 giugno quasi 1 milione di persone scesero nella pizza principale della capitale cinese: la piazza Tienanmen. I carri armati arrivarono alle 4.30 di mattina sparando indistintamente sulla folla. Alle 5.40, il massacro finì ma nella piazza rimanevano solo cadaveri e persone ferite. Ancora oggi questo evento è considerato una pagina buia della storia cinese, censurata dal governo che preferisce mantenere un’alone di ambiguità su questo orribile passato. Sulla protesta in Cina è calata una damnatio memoriae documentale e telematica: se si cerca infatti il nome della piazza simbolo della rivolta sui motori di ricerca cinesi, l’unico risultato sarà quello toponomastico.

Il Rivoltoso Sconosciuto

Tank Man” o “Il Rivoltoso sconosciuto“: così è chiama quella immagine del 5 giugno 1989 di un uomo cinese di spalle, che regge fra le mani una busta di plastica e che da solo si para di fronte ai carri armati dell’Esercito cinese che avanzano. La fotografia ebbe subito un eco amplissimo nella comunità internazionale e l’uomo ritratto è stato inserito dal Times nel 1998 nella lista de “Le persone che più hanno influenzato il XX secolo“; nel 2003 lo scatto è entrato ne “Le 100 foto che hanno cambiato il mondo” della rivista Life.

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