Sei qui: Home » Istruzione » Scuola » Il primo giorno di scuola attraverso lo sguardo di un’insegnante

Il primo giorno di scuola attraverso lo sguardo di un’insegnante

In occasione dell'inizio del nuovo anno scolastico, abbiamo chiesto a un'insegnante di raccontarci come si vive "dall'altra parte" il fatidico primo giorno di scuola

Siamo stati tutti studenti e perciรฒ ricordiamo il nostro primo giorno di scuola. O meglio i nostri primi giorni di scuola perchรฉ ogni anno ha una sua diversa poesia. Una volta cโ€™era โ€œil primo giorno di scuolaโ€, uguale per tutti .

Era il primo ottobre ed era bellissimo, perchรฉ cementava un โ€˜esperienza comune: i genitori avvertivano lโ€™emozione dei figli, il senso di unโ€™avventura che ricomincia, la sensazione di avere davanti una pagina bianca, dopo che lโ€™estate aveva voltato pagina.

Dai bambini questa sensazione si trasmetteva a tutti e settembre era il mese dellโ€™entusiasmo e della voglia di ricominciare.

Il primo giorno di scuola attraverso lo sguardo di un’insegnante

Ora non si sa piรน bene quando inizia la scuola. Ogni regione, ogni comune, ogni scuola decide per sรฉ, e cosรฌ non cโ€™รจ piรน quella sorta di festa collettiva dellโ€™inizio, quella liturgia laica che stava lรฌ a dirti: coraggio, si ricomincia!

La conseguenza รจ che si ricomincia senza entusiasmo: con il passo stanco e lโ€™occhio spento, senza avere la sensazione di aver mai interrotto davvero.

Comunque sia, 11 settembre o piรน tardi, Friuli o Basilicata, la scuola inizia ed io, docente di lettere in un Liceo Scientifico, inizio una nuova avventura.

Nuovi studenti, nuovi volti da osservare, nuove fragilitร , nuove intemperanze. E soprattutto una sfida nuova perchรฉ cโ€™รจ sempre la voglia di cambiare e di non ripetere gli schemi del passato, per non annoiare me e per non annoiare loro.

La sfida รจ sorprenderli e stupirli, senza ricorrere alle tecniche nuove che, appena nate, sono giร  vecchie: flipped classroom o cooperative learning.

La vera novitร  รจ lโ€™affabulazione, il mettere insieme la realtร , lโ€™esperienza e il sogno, usando – questo sรฌ – i tempi odierni, sincopati e scattanti ma senza dimenticare che lโ€™apprendimento passa anche attraverso la fatica e la noia, quel tempo vuoto, secondo gli antichi, dedicato alla contemplazione di sรฉ, alla riflessione e all’approfondimento.

E per fare questo โ€“ lo sappiamo tutti , ma a scuola รจ ancora piรน importante – , bisogna staccare tutto, log out e accettare il vuoto e il silenzio.

LEGGI ANCHE: Primo giorno di scuola, i ricordi (confusi) di una scrittrice

Tutti i miei primi giorni di scuola, da prof, si sono avviati nel silenzio e nell’incontro di occhi spaesati, irridenti, goffi con i miei. E so che i miei saranno indagati, come saranno studiati i miei gesti, le mie scarpe, il mio outfit: tutto sarร  nella prima chat di classe di voi ragazzi e di voi genitori.

Ecco il vero cambiamento che ho registrato negli ultimi anni รจ lโ€™intrusione delle famiglie nelle relazioni e nell’empatia che si crea all’interno di un gruppo classe: quando chiudo la porta e la prima lezione si avvia, nel silenzio, inizia una relazione destinata a durare un intero o piรน anni scolastici, una relazione in cui gli studenti si affidano a me e io li accompagno in un percorso di conoscenza e di empatia.

Un viaggio, come mi hanno scritto i ragazzi di quinta dellโ€™anno scorso, in cui ho riempito le loro borse, li ho condotti fino in aeroporto e ho fatto il check in insieme a loro per poi lasciarli spiccare il volo. Un volo che inizia qui, il primo giorno di scuola.  Grazie ragazzi.

Alessandra Pavan

ยฉ Riproduzione Riservata