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Mazzitelli di Salani, ”I nostri best seller sono i meno cari d’Europa”

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L’amministratore delegato di Salani, Gianluca Mazzitelli ci spiega le dinamiche che concorrono a determinare il prezzo di copertina dei libri e ci spiega perché non si può pensare di abbassarli ulteriormente

 

INCHIESTA SUL PREZZO DEI LIBRI – L’ultimo libro di J.K. Rowling in Spagna, Francia e Germania è uscito a un prezzo più alto che in Italia. È un esempio indicato da Gianluca Mazzitelli, amministratore delegato di Salani, per mostrare in concreto che il costo dei libri da noi non è per niente alto. Quello che serve nel nostro Paese però, a suo avviso, è una seria politica di promozione della lettura. Ecco il suo intervento nell’ambito della nostra inchiesta sul prezzo di copertina dei libri.

 

Ci può spiegare i meccanismi che concorrono a determinare il prezzo di copertina di un libro?
A determinare il prezzo di copertina concorrono diversi costi, che insieme costituiscono il conto economico di un libro. Lo sconto al libraio, le spese di distribuzione, l’IVA e i costi di promozione insieme danno il 55-60% del prezzo di vendita del libro al pubblico. Poi ci sono il lavoro redazionale, i costi di produzione, i diritti all’autore e al traduttore, che devono stare nella soglia del 20%, e i costi della comunicazione, che sono il 3-4%. Quello che avanza è quanto resta all’editore. Questo almeno indicativamente. È chiaro che il discorso cambia a seconda del libro. Nel caso di prodotti più ‘concorrenziati’, si riconosce di meno al mercato [cioè alla distribuzione – N.d.R.], ma d’altro lato l’editore deve pagare di più l’autore. In caso contrario, cioè nel caso di libri più d’élite, è l’opposto.
Non è detto comunque che il prezzo finale fissato per il libro sposi le indicazioni del conto economico, nel senso che ci si deve confrontare con il mercato e dare al prodotto la possibilità di essere competitivo.

 

Secondo lei è possibile agire su qualche voce di costo, in modo da abbassare il prezzo di vendita finale?
Il prodotto libro prima di arrivare al lettore ha un numero diverso di passaggi. Ridurli si rifletterebbe probabilmente in un prezzo di copertina più basso, ma non so se questa sia la soluzione. Non credo che un abbassamento del prezzo dei libri sia barattabile con la concentrazione della parte distributiva – secondo il principio ‘meno librerie più grandi’, che poi è quello che con la grande distribuzione ha permesso l’abbattimento dei prezzi di altri beni di consumo. Del resto non vedo molte alternative possibili. Quale voce di costo abbassare? Realizzare prodotti fisici meno qualitativamente ricercati potrebbe essere una soluzione? Sicuramente se non si riesce a remunerare adeguatamente l’autore – e non parlo dei grandi, ma di tutti coloro che, ancora sconosciuti, investono la loro vita  e rischiano il loro stipendio mensile nel tentativo di scrivere – si scoraggia le persone a fare questo mestiere.
Le case editrici dal canto loro sono incubatori di scommesse per definizione: non tutti i progetti sono di successo, anzi, la maggior parte di quelli sviluppati non genera margine. La salute di una casa editrice dipende da un piccolo numero di progetti che fanno molto successo, ma per trovarne bisogna sperimentare. Se le risorse sono meno, le capacità di sperimentazione e dunque la varietà di questo mercato diminuiscono.

 

Si possono pensare invece politiche di aiuto ai libri e ai lettori?
Il problema vero non è tanto quello di aiutare gli editori o di finanziare politiche specifiche sull’acquisto, quanto quello di finanziare una seria politica di promozione della lettura e della cultura in Italia, a partire dai lettori di domani. È stato istituito un Centro per la lettura, ma questo non ha finanziamenti per operare e rischia di essere un contenitore vuoto. Anche l’Associazione editori può fare poco senza adeguate risorse.
Noi di Salani e del Gruppo GeMS cerchiamo di fare la nostra parte – a inizio novembre abbiamo lanciato l’iniziativa “Lettori si diventa” –, ma ci vorrebbe uno sforzo più strutturato, non concentrato soltanto sul nostro catalogo ma sul catalogo di tutti gli editori.

 

Qual è la situazione nel resto d’Europa? I libri costano di più o di meno?
Io ho il polso della Spagna, che è in una situazione di crisi anche peggiore della nostra, o quanto meno cominciata prima. Ciononostante il prezzo medio dei libri è significativamente più alto: i rilegati con sovracoperta costano mediamente più di 20 euro, qui meno. E parlo di best seller conclamati. Un esempio in questo senso è l’ultimo libro di J.K. Rowling, ‘Il richiamo del cuculo’: in Italia l’abbiamo messo fuori a 16,90 euro, mentre in Germania costa 23 euro, in Spagna 19,90, in Francia 21,50.

 

17 novembre 2013

 

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