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Manuela Kron del Gruppo Nestlé in Italia, ”Le donne devono continuare a lottare per i propri diritti”

Continuare a lottare per i propri diritti, senza rinunciare a tappe importanti per la propria vita, come la maternità. E’ questo il messaggio che in occasione dell’8 marzo Manuela Kron rivolge alle donne della generazione di domani. Il direttore Corporate Affairs del Gruppo Nestlé in Italia...

Il Direttore Corporate Affairs del Gruppo Nestlé in Italia spiega quali sono le conquiste per cui le donne devono continuare a battersi oggi e sottolinea come le letture l’abbiano aiutata nel corso della sua carriera professionale

MILANO – Continuare a lottare per i propri diritti, senza rinunciare a tappe importanti per la propria vita, come la maternità. E’ questo il messaggio che in occasione dell’8 marzo Manuela Kron rivolge alle donne della generazione di domani. Il direttore Corporate Affairs del Gruppo Nestlé in Italia spiega quali sono le conquiste per cui le donne devono continuare a battersi oggi e sottolinea l’importanza che hanno avuto i libri e la cultura per la sua crescita professionale e umana.

 
Partiamo con il suo rapporto con i libri e la lettura. Com’è nato e come riesce a gestirlo dati i suoi impegni professionali?

Ho iniziato a leggere all’età di 3 anni. Ero una bambina straordinariamente vivace e mia madre, per “sopravvivere”, ha iniziato a farmi leggere. Da quel momento è iniziato un amore mai finito. Leggo molto, anche se non più quanto mi piacerebbe fare perché, oltre al lavoro, ho impegni familiari che portano via molto tempo. Il mio luogo preferito di lettura è l’aereo: quando viaggio e non posso accendere il computer o fare altro, mi diverto molto a leggere quello che ho sempre letto. Mi piacciono i romanzi e leggere cose che mi divertono e mi rilassano.

 

Cosa vuol dire per lei essere donna oggi?

E’ una strana generazione la mia: abbiamo seguito le “orme” delle nostre sorelle maggiori, che avevano iniziato a lottare per ottenere alcuni diritti imprescindibili come il lavoro e il voto. Ci siamo immaginate che questo percorso sarebbe continuato con gli stessi ritmi, ma non è andata esattamente così: molte cose di cui si parlava quando ero ragazza, non si sono ancora realizzate. Ciò è abbastanza destabilizzante. Ero contraria alle “quote rosa”, ma per amore delle mie figlie ho cambiato idea, perché continuando così non andremo lontani e le cose rimarranno come sono. Alle nuove generazioni, per non tradire le loro aspettative, mi piace segnalare le cose che ancora non vanno che occorre affrontare.

 

Da donna e madre, quali consigli si sente di dare e cosa augura per le donne della generazione di domani?

Mi sento di dire alle nuove generazioni innanzi tutto di non rinunciare alla maternità. I figli sono i nostri migliori insegnanti, le cose più belle che ci possono capitare. Bisogna un po’ battere i piedi con le situazioni lavorative e con gli uomini per non farsi condizionare. Le ragazze devono imparare a chiedere alle aziende di cambiare i sistemi, perché la maternità, come la paternità, sono importanti, rappresentano un momento di enorme crescita personale. Spero che 15-20 anni di quote rosa possono bastare, dopodiché ritengo che questo movimento si svolgerà in maniera abbastanza spontanea.

 

Lei da anni ricopre un ruolo di alta responsabilità all’interno di una grande azienda. Quanto l’amore per i libri e la cultura l’hanno accompagnata ed aiutata durante il suo cammino professionale?

Occupandomi di comunicazione, i libri sono stati fondamentali. I miei studi e le mie letture mi permettono molto meglio di capire quello che è il nuovo linguaggio dei social. La mia conoscenza della semantica e dei differenti modi di parlare ed interagire mi stanno servendo tantissimo. Ciò deriva dal fatto che leggo, ho sempre letto e continuerò a farlo. I libri e la cultura non devono essere intesi come un obbligo ed un peso, ma come qualcosa di necessario ed allo stesso tempo capace di divertire ed intrattenere.

 

8 marzo 2015

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