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Cristiano Cavina, ”Il segreto per realizzare una buona pizza? Volare bassi…”

'La scrittura ed il lavoro di pizzaiolo? Sono due cose della mia vita che fanno parte di me, con naturalezza, come le braccia o le gambe'. E' quanto affermato da Cristiano Cavina, uno degli autori rivelazione di quest'annata letteraria...

MILANO – ‘La scrittura ed il lavoro di pizzaiolo? Sono due cose della mia vita che fanno parte di me, con naturalezza, come le braccia o le gambe’. E’ quanto affermato da Cristiano Cavina, uno degli autori rivelazione di quest’annata letteraria con il suo libro ‘La pizza per autodidatti‘. Oltre a parlarci del suo libro, Cavina ci concede alcuni consigli su come realizzare non la pizza perfetta, ‘tanto quella non viene mai’, ma utili per realizzare una buona pizza, purchè ‘si voli bassi…’

Come nasce l’idea di conciliare le sue due passioni, la scrittura e il lavoro di pizzaiolo professionista?

Non credo che sia mai nata l’idea di conciliare le pizze con i libri, anche perchè fare pizze è diventata una passione solo dopo molti anni. Non mi piaceva proprio fare il pizzaiolo, quando ho cominciato. A diciotto anni lavorare tutti i fine settimana, ogni festa comandata, non è proprio il massimo della vita. Sono però due cose che sono accadute insieme, in contemporanea (ho iniziato a scrivere più o meno quando ho cominciato a lavorare in pizzeria), e hanno continuato a convivere. Cioè, hanno continuato a convivere per la disperazione di mio zio, quando poi lo scrivere è diventato un mestiere, e c’erano giorni che non potevo andare in pizzeria perchè ero da qualche parte a parlare dei miei libri. È capitato, tutto qua. Non ho mai pensato di doverle per forza conciliare. Sono due cose della mia vita che fanno parte di me, con naturalezza, come le braccia o le gambe.

 

“Fare le pizze è come amare qualcuno”. Ci può spiegare questa sua affermazione contenuta nel libro?

Intendo che è una cosa che dovrebbe venire facile, e appena diventa complicata vuole dire che c’è qualcosa che non va. Poi, a essere sinceri, è un discorso che è finito nel libro perchè io ho sempre combinato disastri nella mia vita, anche nella mia vita privata, e pensavo a come mi è sempre venuto spontaneo rovinare qualcosa di bello e semplice, perdendomi in un bicchiere d’acqua, rendendo complicate cose che in realtà non dovrebbero richiedere tanto sforzo. Come capita a qualcuno che inizia a fare le pizze. Se punti alla perfezione, fallisci sempre.

 

Il libro contiene consigli pratici per chi vuole “fare le pizze”. Ci puoi dare alcuni consigli facili per ovviare a quelli che, secondo lei, sono gli errori che si fanno o i luoghi comuni principali da sfatare in merito?

Beh, come ho detto qui sopra, non bisogna puntare a fare la pizza perfetta; tanto quella non viene mai. Se si seguono certe ricette nella preparazione dell’impasto, si è destinati a fallire. Temperatura dell’acqua, umidità dell’ambiente, risistenza della farina… c’è da impazzire. Non serve.

Consiglio sempre di usare pochissimo lievito di birra, pochissimo; basta non fare gli impasti il giorno stesso, ma anticipare anche di una settimana, e poi lasciare i panetti a lievitare in frigorifero, con calma. Faranno tutto loro, da soli. Tanto i panetti non vanno a male, e quelli che non usiamo, possono stare un’altra settimana in frigorifero, o addiritttura in freezer: saranno ancora più buoni.

Accendere il forno prima possibile, se si ha un forno a legna, o usare una pietra refrattaria se si usa il forno a gas di casa.

Provare a condire le pizze con le erbe di fosso, il tarassaco o la nepetella, così, per cambiare un po’ condimenti.

E non prendere la faccenda di fare le pizze troppo seriamente: non è poi così difficile, fare una buona pizza, se si vola bassi…

22 dicembre 2014

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