Quello de “L’anno che verrà” è forse l’incipit più famoso del repertorio di Lucio Dalla. Scritta nel 1978 e pubblicata nel 1979, la canzone fu inizialmente dedicata al suo grande amico Giuseppe Rossetti, il quale per motivazioni politiche venne incarcerato (si racconta che proprio Lucio passò la notte di Capodanno in compagnia di Giuseppe in prigione). La prima versione del testo sarebbe stata scritta nella casa di Rossetti nel paese di Moghidoro (Bologna). Il testo venne poi rivisto da Lucio Dalla insieme all’amico padre Michele Casali, un frate domenicano di Bologna, altra persona alla quale si pensa sia dedicata la canzone.
L’anno che verrà, la lettera che tutti vorremmo scrivere a Capodanno
L’anno che verrà è la lettera che ciascuno di noi amerebbe scrivere ad un amico caro in occasione dell’arrivo dell’anno nuovo. Lucio Dalla ci ha regalato una bellissima lettera, considerata poesia allo stato puro, che può essere contestualizzata in qualsiasi epoca. Una lettera senza tempo che dopo oltre 30 anni dalla sua prima stesura potrebbe essere stata scritta proprio per il periodo che tutti noi stiamo vivendo. Lucio Dalla esordisce con Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’ e subito dopo sempre nella prima strofa, il poeta-cantautore sottolinea che qualcosa ancora qui non va. Come non si può pensare agli ultimi due anni trascorsi in piena pandemia? Si esce poco la sera, compreso quando è festa e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra. Più che un cantante Lucio Dalla sembra un profeta, proprio per questo autori come lui hanno la capacità di diventare immortali. Ma, soprattutto hanno la capacità di essere sempre contemporanei.
L’anno che verrà, un messaggio di speranza per il futuro
Lucio Dalla nel testo de “L’anno che verrà” sceglie di narrare non solo il proprio piccolo mondo, ma quello che gli gira intorno, delineando la pesante atmosfera dell’Italia di fine anni ’70. Stroncata dal terrorismo e dalla paura di esporsi che porta alla censura della parola (e si sta senza parlare per intere settimane), che però non riesce ad uccidere l’immortale speranza che, con l’arrivo del nuovo anno, tutto possa cambiare (Ma la televisione ha detto che il nuovo anno / porterà una trasformazione). Gli anni di piombo vissuti da Lucio Dalla sembrano essere lo specchio del clima che sta vivendo non solo in Italia, ma in tutto il Mondo. Certamente, i contesti e le modalità sono diverse, ma ciò che accomuna il terrorismo degli anni ’70 e la pandemia degli anni ’20 del terzo millennio e sicuramente il terrore, la paura, il caos, la contrapposizione sociale.
L’anno che verrà, Il testo della canzone
Così mi distraggo un po’
E siccome sei molto lontano
Più forte ti scriverò
C’è una grossa novità
L’anno vecchio è finito ormai
Ma qualcosa ancora qui non va
Compreso quando è festa
E c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra
E si sta senza parlare per intere settimane
E a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane
Porterà una trasformazione
E tutti quanti stiamo già aspettando
Ogni Cristo scenderà dalla croce
E anche gli uccelli faranno ritorno
Anche i muti potranno parlare
Mentre i sordi già lo fanno
Anche i preti potranno sposarsi
Ma soltanto a un a certa età
Saranno forse i troppi furbi
E i cretini di ogni età
E come sono contento di essere qui in questo momento
Vedi, vedi, vedi, vedi
Vedi caro amico cosa si deve inventare
Per poter riderci sopra
Per continuare a sperare
Vedi amico mio come diventa importante
Che in questo istante ci sia anch’io
Io mi sto preparando
È questa la novità
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